pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Avatar utente
BALDOeFIERO
Messaggi: 2407
Iscritto il: ven 15 gen 2021, 15:25

pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da BALDOeFIERO »

La "critica" dice che la partita più bella della storia del calcio sia stata Italia-Germania 4-3 dei mondiali der 70. Ognuno è ognuno. Per me invece è Pisa-Livorno 1-3 der campionato di serie C 2001-2002. Il giorno in cui iniziai a andà in trasferta. L'ultimo derby a Pisa con il pubblico delle grandi occasioni.

La sera prima un c'era verso di dormì ... pensate a cosa poteva provà un bimbo di 16 anni pensando ar primo derby in trasferta a quei tempi. La mattina, solito gruppo di amici, stazione e si monta su uno dei treni. Durante ir viaggio qualcuno mi fece salì sur portavalige sopra i seggiolini e ci feci un viaggio nemmeno in prima classe. Arrivati a San Rossore, mi ricordo solo una MAREA di gente e spezzoni confusi: ir sottopassaggio che un vedevo ne l'inizio ne la fine der corteo, i gonfaloni fatti a bara neroazzurra, quarche carica prima d'arrivà allo stadio, gente alla finestra con la bandiera del Livorno che ci salutava. Io c'avevo una bandiera grossina, non un bandierone ma poo meno e arrivato allo stadio (der bigliettaio nemmeno l'ombra, ma ir biglietto ce l'avevo) un celerino mi fermò puntandomi ir manganello nello stomaco, mi prese la bandiera, la strappo dall'asta e me la ritirò addosso con una ghigna che ce l'ho stampata nel cervello. E mi ricordo che pensai: boia o cosa ho fatto per farmi trattà così (dopo pochi mesi l'ho capito vai!). Anche dell'interno dello stadio non ho ricordi nitidi. Il primo tempo si stette zitti per protesta contro le cariche durante il corteo. Mi ricordo ir go di Doga e un signore accanto a me con un piumino celeste che m'abbracciò impazzito. Mi ricordo ir pareggio di loro che mi fece venì ir magone perché "stai a vedé che rimontano" mentre niente der go di Melara. Quello di Igor con l'esultanza con la bandiera che gli tirarono dal settore (mi ricordavo dell'urss, ma dal video un sembra). Guardate nei video che bolgia c'era ai go, con la gente schiacciata alle vetrate. Ora cor cazzo (covid apparte). L'unia cosa che mi riordo del ritorno è che mentre si tornava a San Rossore uno che era cor mi gruppo teneva ir cappuccio in testa perché aveva preso una manganellata e un si voleva fà vedé e quarcuno lo prendeva per il culo mentre io lo vedevo come un eroe. Del ritorno a Livorno un mi riordo nulla. Però mi riordo che un mio amio ir giorno dopo a scuola a un certo punto mi disse: boia ti 'eti de, ho capito eri a vedé ir derby, hai rotto ir cazzo! E io pensai: pisano di merda, ir budello di tu ma, avanti bal! :lol:

E anche quella volta ... degli innominabili, coreografici, numerosissimi, pericolosissimi ultras merda ... nemmeno l'ombra.

Sintesi:



Partita Completa:



I gol del Livorno:


x piazza: c'è una foto abbastanza nota der corteo dove si vede bene la prima fila e le bare neroazzurre, uno dei "nostri" in primafila è coperto con una bandiera della giamaica mi sembra ... un mi riesce di trovarla è du ore che la cerco. Hai capito / ce l'hai?
Immagine
Avatar utente
Plinio
Messaggi: 2810
Iscritto il: lun 18 gen 2021, 19:08
Località: Borgo C.

Re: pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da Plinio »

Sull’ 1-3 di Igor ho provato piacere fisico, quasi meglio di una trombata venuta male
Quando scenderai
in campo un grido
s' alzera' nel cielo
Avatar utente
piazza
Messaggi: 10081
Iscritto il: ven 15 gen 2021, 20:05

Re: pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da piazza »

se la memoria non m'inganna, in questa partita vì fui ir primo a entrà ner settore insieme a un mi' amico, perchè mentre la pula ci cari'ava tutti scappavano all'indietro e noi s'andava avanti e alla fine quando s'arrivò in cima, un c'era più nessuno.
quell'anno lì un c'avevo nemmen più ir senso der peri'olo, ero sempre di fòri e a pisa andò meglio solo perchè era una trasferta vicina...a Monza per esempio pisciai sur muro dello stadio prima di entrà e mi portarono via i mi' amici prima che lo facessero i pulotti, ma questa è un'artra storia.
un aneddoto che posso raccontà riguarda la sera prima, pronostico der mago Anubi: 3-1 per il Livorno..si fece ir terzo gol feci partì ir coro per lui, un grande.

comunque un po' di foto, credo ci sia anche vella che dici te:

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine
Avatar utente
piazza
Messaggi: 10081
Iscritto il: ven 15 gen 2021, 20:05

Re: pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da piazza »

BALDOeFIERO ha scritto: ven 12 feb 2021, 21:36 Quello di Igor con l'esultanza con la bandiera che gli tirarono dal settore (mi ricordavo dell'urss, ma dal video un sembra).
ti ri'ordavi bene, ma era a fine partita. ;)

Immagine
Avatar utente
Fabio
Messaggi: 2139
Iscritto il: ven 15 gen 2021, 16:30

Re: pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da Fabio »

https://m.amaranta.it/generico/vent-ann ... erso-25696


Vent'anni dai fatti di Pisa, Ceccarini: "Oggi sarebbe diverso"
17.02.22 23:10 di Giovanni Marino

Livorno – Il 17 febbraio 2002, esattamente vent’anni fa, un gruppo di giornalisti livornesi venne prima provocato ed offeso, poi aggredito anche con oggetti contundenti, nelle aree riservate alla stampa dello stadio di Pisa. Tra questi vi era Marco Ceccarini, all’epoca direttore di Amaranta. Nonostante ciò, le istituzioni giornalistiche, in particolare l’Ordine dei giornalisti della Toscana, non espressero alcuna solidarietà. Fu chiaramente, quello di Pisa, un fatto molto grave, inaudito, che lo stesso Ceccarini ha poi raccontato in un libro, dal titolo “I fatti di Pisa”, che Articolo 21 ha pubblicato nel 2004. Oggi, giovedì 17 febbraio 2022, ne abbiamo parlato con il nostro collega.

Iniziamo dalla fine. Sono passati due decenni da quel giorno. Che ricordo hai?

“Un episodio assurdo, incredibile, grottesco, che non auguro a nessuno di vivere. Non tanto per l’aggressione subita, perché un giornalista che fa il suo mestiere deve sempre mettere in conto che ciò possa accadere, quanto per quello che successe ad opera di alcuni colleghi durante e dopo la partita”.

Se non sbaglio, l’Ordine dei giornalisti toscano e le altre istituzioni della stampa non spesero una parola a vostro favore. Nessuno vi dette la benché minima solidarietà.

“E’ così, purtroppo. I tempi sono per fortuna cambiati, da allora. Credo che oggi una cosa del genere non potrebbe più accadere. Ma vent’anni fa, ahimé, successe. Nessuna istituzione giornalistica ci inviò un messaggio di vicinanza. In particolare pesò il silenzio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana che non disse nulla, non intervenne, nonostante fosse stato avvertito con immediatezza di quanto accaduto”.

Quanto accadde, ti va di ricordarlo?

“In estrema sintesi, durante e al termine del derby tra Pisa e Livorno, fummo prima insultati e provocati, poi aggrediti verbalmente e fisicamente, infine venne raccontata una realtà completamente inventata per giustificare l’ingiustificabile”.

Invece voi foste aggrediti ed alcuni di voi dovettero ricorrere alle cure ospedaliere, no?

“Esatto. Dopo che un primo tentativo di aggressione si consumò in tribuna stampa davanti alle telecamere di un’emittente locale che stava effettuando una diretta, mentre scendevamo le scale che portano dalla tribuna alla sala stampa fummo circondati e colpiti anche con delle mazze da una dozzina, forse più, di tifosi locali. Tra di noi c’era anche una collega donna. Anche lei fu strattonata e colpita. All’operatore di un’emittente livornese gettarono con un calcio la telecamera in terra. Un collega che non è più tra noi ricevette un pugno. Io fui colpito, alle spalle, con una bastonata in testa. Quando mi rinvenni, gli aggressori erano fuggiti”.

Pazzesco...

“Da veri codardi, direi, perché aggredire in dodici o quindici tre o quattro persone, oltretutto alle spalle, oltretutto con mazze e bastoni, è da vigliacchi”.

Eppure non finì lì...

“No, non finì lì. Una volta scesi nel sottopancia dello stadio, gli steward del Pisa non ci fecero entrare in sala stampa. O meglio, tentarono di non farci entrare. Due di noi ce la fecero, io e la collega fummo invece bloccati sulla porta con la scusa che non avevamo il pass. In realtà il pass lo avevamo, eccome. Ce lo ritirò un addetto e il suo collega, accanto a lui, un attimo dopo ci disse che senza quello non potevamo entrare. Colui che ci aveva ritirato il pass fece finta di non ricordare. Era come parlare al muro. Tutto surreale. Tutto pazzesco. Eravamo scioccati per quanto accaduto poco prima e ci scioccava quanto stava accadendo in quel momento”.

Come reagiste?

“Minacciammo di chiamare la Polizia e in effetti, pur senza esito, iniziammo a chiamarla davanti agli addetti che stavano commettendo questo abuso. Ciò servì, sul momento, a farci entrare, me e la collega, in un’area all’aperto e protetta dal pubblico, ricavata sotto le gradinate, da cui si poteva accedere alla sala stampa. La discussione sul nostro diritto ad entrare in sala stampa proseguì lì, finché accadde una cosa a dir poco folle”.

Cioè?

“Tre o quattro persone che non so se erano già dentro o furono fatte entrare appositamente in quell’area, ci vennero incontro, di corsa, brandendo in aria qualcosa per colpirci. Eravamo lì, pronti a far fronte nell’indifferenza generale a questi tre o quattro invasati, quando un signore che non so chi fosse e che non finirò mai di ringraziare, ci aprì una porta che a me pareva secondaria e che invece mi condusse, con grande stupore, in una stanza che scoprì essere la sala stampa. Quell’uomo non era uno degli steward che avevano fatto l’indegna pantomima del pass, ma un qualche collaboratore del Pisa che, guidato dal buonsenso, agì d’impeto per la nostra salvaguardia”.

Veniste messi al sicuro così?

“Appena l’addetto richiuse il varco, mentre sentivo i bastoni degli aggressori infrangersi sulla porta, mi accorsi che la collega non era entrata. Pensando che fosse rimasta esposta al pericolo, cercai di tornare fuori per andare in suo soccorso, ma la porta era stata chiusa a chiave. Scioccato tornai indietro, quasi sbattendo in alcuni giocatori del Livorno che rilasciavano interviste. Subito dopo, poi, vidi arrivare verso di me un uomo in jeans e piumino che, con fare molto risoluto, mi si avvicinò e mi chiese se ero Ceccarini. Io dissi di sì. Pensai che fosse uno di quei tre o quattro che poco prima avevano tentato di aggredirci con sassi e bastoni. Invece quell’uomo mi fece un sorriso e mi disse: venga con me, il peggio è passato”.

Incredibile. Chi era?

“Era un poliziotto. Uscimmo e trovai la collega con un’ispettrice di Polizia. La tentata aggressione era stata infatti vista da alcuni agenti che erano in prossimità di quell’area per presidiarla da eventuali incursioni di tifosi, dato che proprio lì erano parcheggiati i pulman delle squadre. Attratti dalle urla degli aggressori, si erano mossi verso la nostra direzione. La collega aveva in quel frangente riconosciuto un’ispettrice che per motivi professionali conosceva, così invece di varcare la porta secondaria, come avevo fatto io, era corsa verso di lei, che era in borghese, per chiedere aiuto. I poliziotti avevano subito allontanato gli aggressori. L’ispettrice aveva poi inviato un agente della Polizia a recuperarmi dentro la sala stampa”.

Un epilogo felice, almeno sul momento.

“Fummo scortati dalla Polizia fuori dallo stadio, fino alle nostre macchine, per permetterci di poter andare a sottoporci alle cure sanitarie ed ospedaliere”.

Purtroppo, però, le cose non finirono lì. Giusto?

“Già, non finirono lì. Anzi, nei giorni successivi fummo vittime di una mistificazione allucinante e uno stravolgimento della realtà di cui furono protagonisti, purtroppo, anche alcuni colleghi livornesi”.

Spiegati meglio.

“Fin dal giorno successivo, sia i colleghi che ci avevano deriso in diretta televisiva e che col loro intollerabile comportamento avevano innescato una situazione di pericolo per noi, sia altri che agirono per motivi a me sconosciuti, iniziarono a farci passare, noi che eravamo stati le vittime di una giornata di follia, come gli artefici di una grave provocazione per giustificare l’allucinante situazione che loro stessi avevano creato”.

Venne dunque operato un ribaltamento della realtà. Ma cosa successe esattamente?

“In estrema sintesi, come disse nel corso di una trasmissione televisiva qualche giorno dopo un tifoso del Pisa mai identificato, io avrei istigato alla violenza. Questa tesi, che fa ridere, fu in realtà sposata da diversi colleghi per giustificare una giornata in cui alcuni inviati, tra cui il sottoscritto, potevano anche rimetterci la pelle”.

E’ vero che nei giorni successi riceveste minacce ed intimidazioni?

“Sì, certo. Presentammo denunce, querele, esposti, ma l’individuazione degli autori di e-mail o telefonate, all’epoca, non era cosa semplice”.

Anche dei giornalisti livornesi si prestarono a questo?

“Si, una cosa penosa. Ricordo che uno di loro si permise di dare giudizi e spiegare, lui che quel giorno non era nemmeno a Pisa, come erano andate le cose. Scrisse ciò su un ‘muro’ (una sorta di social ante-litteram, ndr) di un sito di sportivi allora molto in voga. Però va detto che furono ben pochi, tra i colleghi livornesi, coloro che si comportarono così. I più mi espressero, ci espressero, la loro personale vicinanza. E qualche bel messaggio, sempre a livello individuale, arrivò anche da Pisa”.

Tu, in particolare, cosa avresti fatto, secondo i detrattori, di così straordinariamente inaccettabile per giustificare tutta quella violenza?

“Avrei fatto il gesto del medio a un’intera tribuna di tifosi avversari, secondo loro, nel momento del gol del vantaggio del Livorno. Io da solo, con al fianco una collega, a saltare con lei su una balaustra ed inveire contro migliaia di tifosi di casa! E’ un coraggio che purtroppo non ho. Per questo, però, i tifosi locali avrebbero reagito non sul momento, come logica vuole, ma a scoppio ritardato, circa venti minuti dopo, quando il Pisa raggiunse il provvisorio pareggio. A quel punto, come disse un giornalista locale che si affannava a giustificare la violenza gratuita, i tifosi locali si sarebbero ricordati di quanto era accaduto prima ed era scoppiato il parapiglia. Per fortuna quella fase è documentata da immagini televisive che ancora conservo”.

Ma tu lo facesti o no il gesto del medio?

“Neanche per idea. Mai fatto quel gesto. Ma d’altronde il racconto dei detrattori fu così strampalato che qualcuno parlò di gesto dell’ombrello, altri del medio, mentre altri, correttamente, affermarono che nulla di particolare era accaduto e che le aggressioni erano state del tutto gratuite”.

Una situazione pazzesca...

“Tutto quello che feci, al momento del pareggio del Pisa e non del primo gol del Livorno, è rispondere ‘cosa vuoi’ a un provocatore che scavalcando due o tre file di spettatori era venuto sotto di noi giornalisti, proprio dove eravamo io e la collega, per offenderci e tirarci degli oggetti che aveva in mano, apostrofando in particolare la collega. Io dissi ‘cosa vuoi’ in modo tranquillo, facendo il gesto della mano ripiegata, non altro. Ciò però bastò far tracimare lui e altri energumeni in tribuna stampa per tentare di aggredirci. Tale tentativo di aggressione venne bloccato dalla Guardia di finanza. Fummo di conseguenza spostati nell’angolo opposto della tribuna stampa, mentre in diretta alcuni giornalisti locali, a nostra insaputa, ci insultavano e ci additavano come dei provocatori. Io seppi ciò da un mio cugino che stava assistendo alla trasmissione e che quando si accorse che stavano offendendo anche me, inquadrandomi, mi chiamò al cellulare. Sulle scale che portavano alla sala stampa, poi, subimmo l’aggressione che ho descritto, dopodiché nel sottopancia dello stadio accadde il resto”.

In ogni caso, anche se tu avessi fatto il gesto del medio o qualunque altro gesto, una simile violenza non sarebbe mai stata giustificabile.

“Quanto accadde fu pura follia e io e gli altri giornalisti aggrediti, quel giorno, corremmo veramente un rischio altissimo. Ci fu indifferenza. Non fummo tutelati né dagli addetti alla sicurezza del Pisa né trovammo trovammo riscontro nel 112 e nel 113 che chiamammo più volte. I poliziotti che intervennero lo fecero, come loro stessi ci spiegarono, non perché inviati a seguito delle nostre richieste di soccorso ma perché erano in un’area attigua e si accorsero che qualcosa non andava nella zona esterna prospiciente la sala stampa. Questo naturalmente non sminuisce il valore dell’intervento di quei poliziotti, che letteralmente ci salvarono, ma la fattispecie va raccontata per come si svolse in modo da descrivere al meglio la situazione di pericolo, l’assenza di tutele, che in quel pomeriggio di gratuita violenza ci trovammo a vivere”.

Per concludere, vent’anni dopo, cosa porti con te di quella brutta esperienza?

“Sicuramente il silenzio assordante dell’Ordine dei giornalisti toscano e delle altre istituzioni giornalistiche. Ciò mi amareggiò moltissimo. Oggi, ripeto, credo che una cosa del genere non accadrebbe più perché c’è molta più attenzione su episodi e situazioni come queste. Ritengo anche che il problema fu di quella classe dirigente a livello ordinistico, non mio, anche perché l’aggressione era documentata e passò poi al vaglio di un procedimento all’interno dello stesso Ordine in virtù del quale a livello nazionale fu evidenziato come il comportamento dei giornalisti che quel giorno ci accusarono ingiustamente, esasperando una situazione già esplosiva perché relativa a un derby di calcio, non era stato consono al ruolo e al decoro della professione giornalistica”.

Alla fine, dunque, l’Ordine si è espresso in maniera solidale con te?

“No, ha solo affermato che chi si rese responsabile della gazzarra mediatica non ebbe un comportamento deontologicamente adeguato a dei giornalisti nell’esercizio della loro professione, ma nessuno è stato sanzionato ed a noi non è mai giunto alcun messaggio di solidarietà”.

Un po’ poco, in effetti. E di quei colleghi livornesi che si accodarono al dileggio?

“Non ti curar di loro, ma guarda e passa. Il mondo del giornalismo è grande ed a Livorno, come a Pisa, come dappertutto, ci sono fior di colleghi, bravi e leali. Mi piace rapportarmi soprattutto con loro”.
= There is always hope =
Avatar utente
Plinio
Messaggi: 2810
Iscritto il: lun 18 gen 2021, 19:08
Località: Borgo C.

Re: pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da Plinio »

Gli eroi merdazzurri…
Quando scenderai
in campo un grido
s' alzera' nel cielo
Avatar utente
Dattero
Messaggi: 5800
Iscritto il: lun 1 feb 2021, 15:52
Località: Livorno

Re: pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da Dattero »

Solite caate.
Cianciua ci fai veni' l'antua
Avatar utente
Montecristo
Messaggi: 632
Iscritto il: lun 18 gen 2021, 22:36

Re: pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da Montecristo »

Boia, che coraggio!
Sono i soliti leoni, frustrati, quando gli é stata calpestata la dignità facendo passare il corteo livornese nel centro città, questi rambo non si fecero nemmeno vedere....
Avatar utente
Etruria
Messaggi: 1808
Iscritto il: lun 18 gen 2021, 22:35

Re: pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da Etruria »

Dei veri e propri leoni
Non c'è che dire..

Orgoglioso che nei derby in casa nostra
Scene tanto meschine
Non si siano mai viste
Livorno ovunque giocherai
Noi siamo della Nord e non ti lasceremo mai
E tutti uniti..

Magnozzi Stua Silvestri Merlo Bimbi Lessi Picchi
Lupo Balleri Maggini Miguel Cristiano Lucarelli IGOR
Avatar utente
Eptah
Messaggi: 217
Iscritto il: mar 19 gen 2021, 10:14

Re: pisa-LIVORNO 17 febbraio 2002

Messaggio da Eptah »

Quando uno dice "l'attaccante cinico e spietato".
Il terzo gol, quello di Igor, è un pezzo di bravura.
Un gesto spettacolare, con un alto coefficiente di difficoltà.
Prima di saltare l'aveva già messa in porta. Incrociando, prende in contro-tempo il portiere che, incolpevole, rimane inchiodato in terra.
Non è scontato il fatto di piazzarla, il 90% dei giocatori che si trovano in quelle condizioni, ci tirano una capocciata
e la maggior parte delle volte finiscono per cogliere il portiere.
Ci vuole una certa intelligenza calcistica e Igor in questo era secondo a pochi.
Per me uno dei gol più belli in maglia amaranto.
E si, quando lo vedo poi correre sotto la curva mi viene il pipino ritto.
Rispondi

Torna a “Serie C1 Stagione 2001/02”