L'angolo del clone

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spiritual
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Re: L'angolo del clone

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Mastacchi
Che bel messaggio! Un'analisi approfondita, sentita, e sempre finalizzata a costruire. Questo è il confronto di idee che dovrebbe sempre avvenire, argomentando, senza luoghi comuni, affermazioni buttate lì. Ora sono al mare e con il cellulare, dove scrivere è sempre un problema. Mi rileggo tutto bene e stasera espongo le mie considerazioni cercando di aggiungere un mattone a quanto hai scritto, nella speranza che tu e altri aggiungano altri mattoni ancora in modo da avere un quadro completo, un quadro visto da angolazioni diverse, ma sicuramente rispondente alla realtà complessiva.
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zanardi
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Re: L'angolo del clone

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Dattero ha scritto: mer 9 mar 2022, 10:37
mastacchi ha scritto: mer 9 mar 2022, 9:33 provo a risponderti brevemente, anche se non è facile.
sono spesso in difficoltà quando parlo di politica, perché ho una visione personale che mi porta a ritenere molto più importanti i rapporti di forza a livello sociale piuttosto che il quadro dei risultati elettorali, quindi spesso mi par d'esse' un po' fuori fuoco rispetto alle discussioni che si svolgono anche qui nel forum.
noi s'è avuto una delle democrazie più progressive d'europa senza mai ave' la sinistra al governo. sanità, scuola, casa, autonomie regionali, sistema radiotelevisivo pubblico, energia, idrocarburi, industrie di stato: con ar governo la dc, al più il psi in grande minoranza.
era la società che brulicava di conflitti, spesso incanalati, altrettanto spesso controllati e sopiti dal pci e dai sindacati (e qui mi potrei riallacciare ad una discussione in corso in un altro topicche, ma un lo faccio, sennò m'allargo troppo!), ma era nella società (fabbriche scuole campagne città) il fuoco che produceva le innovazioni politiche, era per controllare quel fuoco che si introducevano nuovi diritti e nuove conquiste materiali, compresi gli aumenti salariali.
poi dagli anni 70, che sono stati il massimo di quel fuoco, anche con espressioni funeste, il movimento operaio è stato duramente colpito dalle ristrutturazioni economiche, dall'automazione, dalla delocalizzazione (poi si sarebbe chiamata globalizzazione), dal consumismo (su questo tu e pasolini avete senz'altro ragione, ma è solo un pezzo del problema).
il potere delle forze sociali ha continuato a incidere per decenni, anche se in caduta. finché questo ha contato qualcosa, ci sono state destra e sinistra. poi negli anni 90 la restaurazione ha tracimato, e le forze politiche parlamentari non hanno più trovato resistenza e spinta dalla società. destra e sinistra diventano sempre più indistinguibili dal punto di vista sociale: entrambe avranno come punto centrale dei loro programmi la disarticolazione dei diritti del lavoro, che porterà ad un progressivo incremento dello sfruttamento, ad un ulteriore indebolimento delle rivendicazioni salariali e sui diritti.
siamo ancora dentro questo gorgo trentennale, non si intravedono movimenti all'interno della società che possano costruire un argine, anche se personalmente spesso mi è capitato di pensare di averli intravisti, sbagliando.
non ti credere, soffro come un cane a vede' fratelli neri d'italia al 20% nei sondaggi, e soffrirò di più se li dovessi vede' anda' al governo. ma purtroppo non riesco a vedere questo come "il problema", quanto come il prodotto di una situazione sociale: ed è qui l'unica speranza di intervento, perché se non c'è una società che dà gambe alla politica, questa rimane una marionetta svuotata, alla merce' di lobby e poteri forti e incontrastati. e sono marionette vuote anche quelle che si agitano a sinistra del pd, con poca coerenza e molta confusione. ma la confusione è nella società, non nel ceto politico, è nella rivolta che non nasce, o che è debole e destinata alla sconfitta. ma mi sembra molto più importante osservare e partecipare i movimenti studenteschi, soprattutto quelli ambientalisti, le resistenze dei lavoratori, le rivendicazioni femministe, i pacifisti e tutto quello che si muove nella società (anche se non è perfetto e non mi convince del tutto, e anzi mi convince poco), piuttosto che dibattere di un sistema politico che non può, per quello che penso io, rappresentare un cambiamento reale nel senso di una diminuzione delle disuguaglianze.
spero di non avere ammorbato troppo te e gli altri forummisti, madde', non risponderti in maniera argomentata mi sembrava di fatti uno sgarbo!
Bravo mastacchi
si, tutto molto bello, "...perché se non c'è una società che dà gambe alla politica, questa rimane una marionetta svuotata...ma mi sembra molto più importante osservare e partecipare i movimenti studenteschi, soprattutto quelli ambientalisti ...ecc...piuttosto che dibattere di un sistema politico che non può,rappresentare un cambiamento reale nel senso di una diminuzione delle disuguaglianze..." come non condividere. In soldoni però, ti chiedo: chi ti garantisce che un movimento che parte dalla società civile possa avere una credibilità sufficiente per poter essere considerata la leva per un cambiamento reale? Io credo che ci sarebbe la tipica reazione alla "ma sanno una sega loro di governà, non c'hanno esperienza!" ecc. ecc. A parole spesso si vole il cambiamento...ma siamo sicuri poi di volerlo veramente?
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Nenciodamus
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zanardi ha scritto: mer 9 mar 2022, 11:17

si, tutto molto bello, "...perché se non c'è una società che dà gambe alla politica, questa rimane una marionetta svuotata...ma mi sembra molto più importante osservare e partecipare i movimenti studenteschi, soprattutto quelli ambientalisti ...ecc...piuttosto che dibattere di un sistema politico che non può,rappresentare un cambiamento reale nel senso di una diminuzione delle disuguaglianze..." come non condividere. In soldoni però, ti chiedo: chi ti garantisce che un movimento che parte dalla società civile possa avere una credibilità sufficiente per poter essere considerata la leva per un cambiamento reale? Io credo che ci sarebbe la tipica reazione alla "ma sanno una sega loro di governà, non c'hanno esperienza!" ecc. ecc. A parole spesso si vole il cambiamento...ma siamo sicuri poi di volerlo veramente?
Le abbastanza recenti vittorie dei 5S, smentiscono la tua argomentazione ma rinforzano ciò che ha detto mastacchi, se la società stessa non si fa carico del cambiamento non si va da nessuna parte. i 5S hanno fallito mascherando l'oligarchia da democrazia diretta. Questo ha comportato, tra le tante cose, ad avere Di maio ministro degli esteri durante la 3 guerra mondiale
"La questione morale esiste da tempo e dalla sua risoluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico." Enrico Belinguer
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zanardi
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Nenciodamus ha scritto: mer 9 mar 2022, 11:43
zanardi ha scritto: mer 9 mar 2022, 11:17

si, tutto molto bello, "...perché se non c'è una società che dà gambe alla politica, questa rimane una marionetta svuotata...ma mi sembra molto più importante osservare e partecipare i movimenti studenteschi, soprattutto quelli ambientalisti ...ecc...piuttosto che dibattere di un sistema politico che non può,rappresentare un cambiamento reale nel senso di una diminuzione delle disuguaglianze..." come non condividere. In soldoni però, ti chiedo: chi ti garantisce che un movimento che parte dalla società civile possa avere una credibilità sufficiente per poter essere considerata la leva per un cambiamento reale? Io credo che ci sarebbe la tipica reazione alla "ma sanno una sega loro di governà, non c'hanno esperienza!" ecc. ecc. A parole spesso si vole il cambiamento...ma siamo sicuri poi di volerlo veramente?
Le abbastanza recenti vittorie dei 5S, smentiscono la tua argomentazione ma rinforzano ciò che ha detto mastacchi, se la società stessa non si fa carico del cambiamento non si va da nessuna parte. i 5S hanno fallito mascherando l'oligarchia da democrazia diretta. Questo ha comportato, tra le tante cose, ad avere Di maio ministro degli esteri durante la 3 guerra mondiale
in realtà mi riferivo proprio ai risultati che fai riferimento, provo ad argomentare meglio: il 32% ci credeva, il 70% no e a parte la ovvia diffidenza nei confronti di Grillo e Casaleggio, l'argomentazione più accreditata è stata proprio quella del "sanno una sega, non hanno esperienza". Togli Grillo e Casaleggio, mettici chessò...Santori, i discorsi sarebbero sempre quelli
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zanardi ha scritto: mer 9 mar 2022, 12:27 in realtà mi riferivo proprio ai risultati che fai riferimento, provo ad argomentare meglio: il 32% ci credeva, il 70% no e a parte la ovvia diffidenza nei confronti di Grillo e Casaleggio, l'argomentazione più accreditata è stata proprio quella del "sanno una sega, non hanno esperienza". Togli Grillo e Casaleggio, mettici chessò...Santori, i discorsi sarebbero sempre quelli
Beh il consenso si guadagna nel tempo. Alla prima elezione sono stati il primo partito d'italia. Non mi sembra un risultato da sottovalutare, hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra e purtroppo lo hanno fatto.
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Nenciodamus ha scritto: mer 9 mar 2022, 12:34
zanardi ha scritto: mer 9 mar 2022, 12:27 in realtà mi riferivo proprio ai risultati che fai riferimento, provo ad argomentare meglio: il 32% ci credeva, il 70% no e a parte la ovvia diffidenza nei confronti di Grillo e Casaleggio, l'argomentazione più accreditata è stata proprio quella del "sanno una sega, non hanno esperienza". Togli Grillo e Casaleggio, mettici chessò...Santori, i discorsi sarebbero sempre quelli
Beh il consenso si guadagna nel tempo. Alla prima elezione sono stati il primo partito d'italia. Non mi sembra un risultato da sottovalutare, hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra e purtroppo lo hanno fatto.
non ci si capisce, colpa mia, provo a spiegarmi meglio: per avere un cambiamento così netto non si può considerare un movimento come se fosse un partito, le dinamiche devono essere diverse, o c'è un rifiuto netto del partitismo e si cercano vie alternative, o altrimenti accade proprio quello che è successo con i 5stelle all'inizio, (perchè poi c'hanno messo del loro e adesso si meritano quello che hanno), cioè un movimento del 32% contro i partiti del 68%. In una realtà come questa, dove la maggioranza netta degli elettori preferisce i partiti non c'è possibilità, non si tratta di scegliere tra il PD o Fascisti d'Italia, sono proprio 2 modi di fare politica completamente diversa, ecco perchè sarebbe una soluzione auspicabile ma al momento difficile da realizzare...e il mantra era sempre quello " non hanno fatto mai politica, sono inesperti...ecc. ecc.". Chiarisco ancora meglio il concetto con un esempio: quando ero ragazzo, mi piaceva parlare di tutto anche con gli amici, ce n'era uno che 'un diceva mai nulla ma ti guardava sempre interessato...alla fine, ti faceva chiacchierà un branco ma finiva sempre con "si...ma la potta?" In quell'altro post di politica, alla ennesima "si, va bene...ma chi voti?" ho smesso di chiacchierà :D . Ora, se si continua a pensà di dovè scegliere tra i partiti come si può pensare di credere a qualcosa di diverso? E ora vai con la crocifissione! :mrgreen:
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zanardi ha scritto: mer 9 mar 2022, 14:59 non ci si capisce, colpa mia, provo a spiegarmi meglio: per avere un cambiamento così netto non si può considerare un movimento come se fosse un partito, le dinamiche devono essere diverse, o c'è un rifiuto netto del partitismo e si cercano vie alternative, o altrimenti accade proprio quello che è successo con i 5stelle all'inizio, (perchè poi c'hanno messo del loro e adesso si meritano quello che hanno), cioè un movimento del 32% contro i partiti del 68%. In una realtà come questa, dove la maggioranza netta degli elettori preferisce i partiti non c'è possibilità, non si tratta di scegliere tra il PD o Fascisti d'Italia, sono proprio 2 modi di fare politica completamente diversa, ecco perchè sarebbe una soluzione auspicabile ma al momento difficile da realizzare...e il mantra era sempre quello " non hanno fatto mai politica, sono inesperti...ecc. ecc.". Chiarisco ancora meglio il concetto con un esempio: quando ero ragazzo, mi piaceva parlare di tutto anche con gli amici, ce n'era uno che 'un diceva mai nulla ma ti guardava sempre interessato...alla fine, ti faceva chiacchierà un branco ma finiva sempre con "si...ma la potta?" In quell'altro post di politica, alla ennesima "si, va bene...ma chi voti?" ho smesso di chiacchierà :D . Ora, se si continua a pensà di dovè scegliere tra i partiti come si può pensare di credere a qualcosa di diverso? E ora vai con la crocifissione! :mrgreen:
Partito: Organizzazione che persegue l’obiettivo della gestione del potere politico mediante il processo di competizione elettorale ovvero – quando non entrano regole democratiche di competizione elettorale – attraverso la designazione diretta dei propri membri nei ruoli di governo.

Qualunque movimento tramuta la propria ideologia in qualcosa di istituzionale. Io rigetto la dicotomia partita Vs movimenti. A mio avviso debbono coesistere. I 5S sono sempre stati quello che hanno dimostrato di essere, tranne qualche eccezione che però aveva alle spalle altre militanze. Io ripeto nel paese meno informatizzato di europa un movimento ha preso il 32% giocandosi tutto su internet. In democrazia si vota e si vince, e devi far sapere le proprie carte altrimenti accadono cose brutte, come ad esempio far governare una società privata extra parlamentare. Ma magari capisco male io e non riesco ad immaginare come siano le "dinamiche diverse" o le vie alternative, qali sarebbero?quale forma di governo vorresti tu?
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spiritual
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Re: L'angolo del clone

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Ahahah! Zanardi come Gesù Cristo viene messo in croce dal forum. Di solito succede a me di andare controcorrente e non solo per difendere il pisano poco abbronzato che però, parlando in ottimo francese, ha messo a ceccia la Le Pen.
Detto questo, Zana, la domanda per chi voti sembra legittima, ma non perché soddisfa la curiosità, ma per comprendere quale sia il modo che ti prefiguri per poter gestire al meglio la nazione. Mi spiego meglio: quando vado a votare mi metto sempre nella condizione di pensare che il mio sia il VOTO DECISIVO, quello che determina la vittoria elettorale. Voglio dire che ritengo quel momento importante e perciò pondero il mio consenso nel modo che ritengo migliore. In effetti è questo l'atteggiamento che dovrebbe essere: quello che succede oggi e nell'immediato futuro è il frutto dell'azione di chi governa, non di estranei che vengono da Marte. Si criticano i politici, i partiti, i movimenti, il governo, ma SIAMO NOI che SCEGLIAMO. Quanti di quelli che votano possono dire a se stessi con tutta coscienza, di aver analizzato in modo approfondito, e dopo una sufficiente informazione, la situazione politica e aver espresso di conseguenza il proprio voto?
La gran parte delle persone se ne frega, pensa a tutt'altro per cinque anni, spara giudizi per discorsi sentiti al barre o messaggi su FB e poi va a votare, lamentandosi del governo che viene eletto se non soddisfa le proprie aspirazioni, senza curarsi delle problematiche, del contesto complessivo in cui viviamo.
Governare è difficile sempre, farlo bene un ne parliamo. Il problema è che oggi non esiste quell'ideale che indirizzava il consenso e le aspirazioni prima del 1989. Senza un modello alternativo credibile che non siano le tecnocrazie che vediamo come si comportano, la realtà ci obbliga al sistema capitalistico, aggravato dalla droga del consumismo che lo alimenta. Senza il CONSUMISMO non esisterebbe il capitalismo. Pronto a confrontarmi con chi vuole discutere di questo. Il consumismo è una droga che corrompe l'animo, uccide l'ideale, i valori che bene o male la ragione genera in contrapposizione alla soddisfazione grassa dei piaceri. Putin ha più paura del consumismo che dei missili della Nato e ha ragione.
Tornando a bomba, obbligati a vivere nel sistema capitalistico e a soddisfare la sete di consumismo del popolo, quello che dovremmo fare, una volta al governo, se abbiamo dentro un animo di sinistra, sarebbe quello di cercare DI RIDURRE le disuguaglianze.
Ma pensi che sia facile? Pensi che sia facile gestire una famiglia dove c'è chi lavora e contribuisce al meglio, ma c'è chi guadagna tanto e imbosca buona parte dei soldi. Ci sono anche altri che non trovano da lavorare, ma legittimamente chiedono anche loro soddisfazione dei propri desideri. Se t'incazzi troppo con chi produce ma imbosca quello magari si leva di ulo, e comunque è tanto forte da farti perdere il ruolo che hai di gestire la famiglia. Magari è tanto furbo da promettere a chi in casa sta peggio che se comandasse lui saprebbe come farlo stare meglio. E c'è il pericolo che quello, disperato, ci creda.
Il tutto in una famiglia che è piena di debiti e deve giustamente andare di cartina con i debitori perché altrimenti fallirebbe.
Tutta questa lungagnata per dire che mancheranno sì i valori di un tempo, ma che siamo sempre noi a scegliere il capofamiglia e scegliere quello furbo che imbosca parte dei guadagni, ma gode dei vantaggi di stare in casa ecc è da coglioni.
Eppure lo facciamo.
Partiti, movimenti... ma veramente dobbiamo farci le seghe mentali su questo? Contano le persone, la qualità delle persone, quelli che sono gli intenti spigliati della retorica delle facili promesse. Da tecnico quale sono stato vorrei che governasse un tecnico bravo con gli ideali giusti. Gran parte dei politici vive di parole, del politichese che non dice niente, non risponde mai a niente. Vive di fuffa, come ceri illusionisti dei baracconi delle fiere.
Un tecnico bravo con gli ideali giusti e l'autorevolezza di non farsi comandare dai politici fuffa. Oggi, nel 2022, in questa situazione di merda provocata da anni di politica illusionista e aggravata dal covid occorre FARE, fare bene, eliminando tutti quei freni a mano e quei privilegi di cui gode una parte della popolazione. Il tutto con logica, senza demagogia, guardando i numeri e pensando al futuro, non ai sondaggi settimanali.
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mastacchi
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Re: L'angolo del clone

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prima di tutto m'avete dato un branco di soddisfazione e vi ringrazio della discussione, e ringrazio il clone per averci ospitato nel su' angolo!!!
a zanardi dico molto semplicemente: se un movimento ha la forza di imporsi come forza di pressione, non necessariamente deve diventare un partito per influenzare la politica. potrà diventarlo, oppure potrà colonizzare partiti, o avere rapporti più o meno stretti con forze politiche preesistenti. ma non dovrà necessariamente avere maggioranze per incidere sulle vicende politiche.
non ci sono ricette, ci sono dinamiche che non si possono certo prevedere.
nel 2001 il movimento noglobal sembrava destinato a grandi influenze. fu di fatto assorbito (in italia) da rifondazione e si volatilizzò. attenzione: non per "colpa" di rifondazione (che comunque un era granche'...), ma perché non riuscì a esprimere la forza sufficiente per mettere in discussione gli equilibri dell'epoca. infatti cadde in tutto il mondo, come in tutto il mondo si era sviluppato.
alla prossima!
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Re: L'angolo del clone

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Mastacchi
ho riletto con attenzione quanto hai scritto cercando di comprendere non solo il contenuto espresso (che è molto complesso e articolato, investendo tutta una serie di argomenti ciascuno dei quali, come dici tu, comporterebbe un allargamento del discorso), ma soprattutto lo stato d'animo con il quale l'hai scritto per cercare di capire la spinta emotiva che è alla base. Spesso le parole non spiegano in modo esauriente quello che si pensa (si avverte). A me succede spesso.
Ti dico che non so riuscirò a commentare in chiave con quello che tu intendi. Ci provo.
Ho avuto la fortuna di vivere in un periodo storico senza provare il dramma della guerra e di essere adolescente durante quella fase di cambiamento culturale tra la fine degli anni 60 e parte degli anni 70 che ha cambiato il mondo. Non so quale sia la tua età, magari siamo coetanei, in ogni caso, se tu non lo fossi, voglio sottolineare che gli anni dell'adolescenza sono quelli degli ideali, dei sogni. E' sempre stato così, in tutte le epoche e quasi per tutti, quanto meno per coloro che poi si trovano a parlarne con interesse in un forum o in altre situazioni. Essere adolescenti in un periodo di rivoluzione culturale è una fortuna. Essere adolescenti in un periodo di RIFLUSSO, come venne chiamato, o negli anni del nuovo millennio è diverso.
Hai ragione quando dici che negli anni 70 la voglia di cambiamento veniva dalla base, più che dalla politica. Quella era una società vecchia, ancorata culturalmente (più che politicamente) a vecchi schemi: la religione inibiva i costumi e i rapporti, la donna era prigioniera di retaggi e convenzioni mai superate. Lo sviluppo industriale così repentino che prospettava un mondo nuovo (vedi la corsa nello spazio), avveniva in una società dove i rapporti nella famiglia, le regole del lavoro, l'ambito culturale e quasi tutti gli aspetti della vita sociale contrastavano e facevano da freno. La rivoluzione ebbe successo modificando le regole del vivere, i costumi, facendo fiorire una straordinaria primavera. La rivoluzione però fallì in ambito politico o meglio, cambiò qualcosa di sostanziale: negli anni successivi fu varata la legge del divorzio, impensabile prima di allora, i diritti dei lavoratori aumentarono notevolmente, ma l'occidente non abbandonò il capitalismo.
I partiti conservatori, scossi, sconcertati dai movimenti di piazza soprattutto a Parigi, e a Berlino, temettero, ma la massa studentesca non riuscì a fondersi con quella operaia anche perché i partiti di sinistra non erano pronti a un capovolgimento (e forse lo temevano). Il movimento rivoluzionario si accontentò di aver dato luogo a un nuovo linguaggio, a un'etica non più bigotta e reazionaria (soprattutto in ambito femminile: da quell'emancipazione dei costumi la donna iniziò ad avere più strada libera nel lavoro, fino allora negatole in tantissimi campi) e anche in ambito popolare la cosa era avvertita da tutti: c'erano le canzoni non più retoriche, bensì impegnate, si vedevano film di protesta e non solo per la libertà sessuale, ma anche per la denuncia espressa. Ci fu un fiorire intellettuale grandissimo. La faccio lunga, ma è significativo sottolineare certi aspetti. In quell'epoca i giovani, la forza propulsiva del cambiamento, VOLEVANO ESSERE DIVERSI; contestavano IL LUOGO COMUNE, LA MODA, I VIP, IL LUSSO. Pensa a cosa succede oggi: TUTTO IL CONTRARIO. oggi vige l'OMOLOGAZIONE, LA PAURA DI NON ESSERE IN CHIAVE CON LA MODA, CON LA MASSA. A quell'epoca i capelli lunghi erano la protesta contro IL CONFORMISMO: Volevano far CONTARE LA SOSTANZA, quello che era espresso, NON L'ASPETTO. Oggi, TUTTO IL CONTRARIO.
PERCHE'?
Bella domanda. Per me la risposta spiega tutto, spiega la degenerazione, IL RIFLUSSO che c'è stato e che oggi impedisce, come dici tu, che sbocci un movimento vero, forte, che duri, ché RIGUARDI LA MASSA COMLESSIVA (o quasi), come a quell'epoca, NON SOLO ESIGUI GRUPPI FORMATI ESSENZIALMENTE DA ELITE.
Torniamo indietro. E' giusta la tua annotazione che nella prima repubblica in Italia (a differenza di tutte le altre nazioni dell'occidente), pur non avendo mai governato la sinistra, tutto sommato un certo stato sociale equilibrato c'era. C'era, sì, per merito di quella grande forza di sinistra che pur con qualche errore e incertezza in certi momenti della guerra fredda aveva sempre comunque fatto un'enorme pressione a tutti i livelli. IIL PCI governava insieme ai socialisti in tante amministrazioni locali e tendeva sempre di più a espandere il proprio influsso. Dopo il 68 crebbe anche elettoralmente e con la terza via di Berlinguer sembrava risolto anche il famoso fattore K, la paura del comunismo tipo sovietico. Governava la DC , ma concedeva qualcosa di più di un contentino alle istanze della sinistra temendo che la massa popolare insorgesse. Qualcuno l'ha chiamato "Consociativismo" con accezione negativa, ma non era proprio così: non c'era inciucio.
Nel tuo messaggio sottolinei altri passaggi importanti: lo sviluppo di quegli anni portò l'automazione e di conseguenza la differenza graduale, spalmata nel tempo in parallelo al progredire della meccanizzazione, del tipo di impiego della classe operaia. Il lavoro manuale cominciò a diminuire: occorrevano meno operai e casomai con mansioni di controllo, più che di operatività. Nel frattempo, lo sviluppo stava facendo crescere le possibilità di benessere, di far trovare sfogo ai desideri della pancia e di ciò che, pur risultando a tutti gli effetti "FUTILE", diventava un simbolo del progresso raggiunto. La macchina, la casa, il televisore, la lavatrice erano beni essenziali, frutto del primo benessere degli anni 60. Lo sviluppo industriale degli anni 80-90 rafforzava l'uso di questi beni estendendoli anche a chi ne era ancora privo, ma cominciava ad "abbellirli" con accessori di minore utilità che però già facevano tendenza. La gente andava un po' più al ristorante e si permetteva le vacanze, prima di allora sconosciute ai più della classe operaia. I lavori persi in fabbrica diventavano nuovi lavori in altre catene di produzione industriale e stava fiorendo il "terziario". La sensibilità dei lavoratori cominciava a mutare. Non è forse un caso che il primo partito che abbia scompaginato l'equilibrio delle forze politiche in campo fino ad allora, la LEGA, sia fiorito nell'industrializzato nord Italia. I capovolgimenti, la momentanea perdita del lavoro di molti appartenenti alla classe operaia, la constatazione di tanti piccoli imprenditori e commercianti che il sistema politico risultava assistenziale nel resto d'Italia, soprattutto al sud (a loro giudizio, bada bene, senza comprendere i freni e gli errori governativi che avevano portato a quello), rifacendosi con la tassazione su di loro portarono per la prima volta alla concorrenza politica di una forza del tutto estranea a quel contesto politico sempre uguale negli ultimi 40 anni. Nell'89, la caduta del muro portò uno sconquasso politico e in un certo senso un liberi tutti. La sinistra non ebbe più un riferimento forte e storico a cui affidarsi. E' vero che la terza via di Berlinguer aveva allontanato molto il PCI dall'URSS, tanto da far dire a Enrico che si sentiva più sicuro con la Nato che a Est, ma in realtà l'URSS rappresentava ancora il caposaldo (imperfetto ma caposaldo) contro il capitalismo. Sgretolato quello, mancava l'alternativa. Dall'altra parte la paura del comunismo non esisteva più e il ceto medio, la classe benestante si sentiva di poter esprimere le proprie idee senza appartenere alla DC. Mani pulite completò lo sconquasso, ponendo fine al PSI e a tutti i partiti conservatori.
Poteva essere la svolta: gli eredi del PCI erano rimasti miracolosamente intatti, ma entrò in campo Berlusconi. Le sue TV, il progredire dello sviluppo del paese con l'incremento del consumismo, la mancanza di quegli ideali che avevano condizionato il voto in MODO RIGIDO, da una parte e dall'altra, portarono alla sempre maggiore frammentazione politica. Finito il fenomeno Berlusconi il concetto di "destra e sinistra" finì per ridursi fino quasi a scomparire (salvo il nocciolo duro in entrambi) con il nascere dei partiti populisti.
Nel frattempo l'Italia continuava a cambiare. Il benessere cresceva in proporzione all'aumento del debito pubblico di cui si preoccupavano soltanto quei governi di centrosinistra con l'esigua maggioranza che impediva loro di governare realmente nelle vittorie di Pirro contro Berlusconi.
Nel tuo messaggio accenni alla globalizzazione che in realtà è avvenuta solo dopo la caduta del muro e sempre di più negli ultimi due decenni. Ora faccio un discorso che non troverà il consenso di nessuno, ma che io credo che sia, purtroppo, molto vero, attinente alla realtà.
Ho scritto che è aumentato il benessere. Fino al 2008 è stato così, poi ci stavamo riprendendo, ma è intervenuto il covid. E' un dato indiscutibile. Anche con alto tasso di disoccupazione (che riguarda in gran parte i giovani), fino al 2008 si lavorava in molti casi in due persone in famiglia. negli anni 70 erano poche le famiglie, soprattutto nella classe operaia, dove lavoravano in due. A quei tempi andavi a mangiare fuori poche volte all'anno, oggi è consuetudine. Per non parlare dei viaggi, della qualità di quello che si mette in tavola ogni giorno, degli accessori elettronici, del numero di auto e potrei continuare. E' un dato di fatto con l'eccezione di tanti singoli, di alcune fasce sociali che soffrono la fame perché si tratta di persone sole, senza lavoro o anziane con pensioni basse e magari malandate. Fino al 2008 il lavoro precario esisteva, ma non in misura tale come ora e riguardava soprattutto i giovani, sfruttati in tutti i modi.
Mi sono dilungato tralasciando un fatto: la classe operaia di un tempo non esiste quasi più. E' confinata in modo marginale rispetto a prima e con mansioni nettamente diverse. E' fiorito tantissimo il terziario e tanti piccoli imprenditori delle più svariate attività che lo sviluppo ha portato. In questo contesto, la coscienza di classe è scomparsa. E' scomparsa perché il 1989 è ormai LONTANO, perché il tipo di LAVORO E' DIVERSO, perché questo APPARENTE BENESSERE ci ha reso schiavi della sua essenza di essere. Siamo schiavi e disperati se non possiamo permetterci il cellulare più moderno, se non abbiamo i soldi per mandare i nostri figli in piscina, o a danza, se non possiamo permetterci quel viaggio all'estero di cui parla il vicino, o il ristorante nel fine settimana con gli amici (amiche). Peggio ancora se siamo separati e siamo costretti a convivere con i genitori.
Questo APPARENTE BENESSERE è il frutto del CONSUMISMO che è l'USO DEL FUTILE, di ciò che NON E' INDISPENSABILE, ma è diventato un segno di distinzione DI CHI NON E' POVERO.
Essere poveri non è mai piaciuto a nessuno, ma a noi livornesi non sono mai garbati i ricchi e in generale prima NON CI VERGOGNAVAMO del nostro stato sociale. LO VIVEVAMO CON DIGNITA'.
Oggi se uno ha una condizione ECONOMICA MODESTA (non dico che sia povero e privo di necessità elementari) SI SENTE UNA NULLITA'.
Il problema è che la GLOBALIZZAZIONE ha arricchito molti, ma reso più poveri altri. E' chiaro che c'è stata una perdita dei diritti dei lavoratori: per forza, nel terzo mondo sono ancor più sfruttati e le merci (prodotte con la tecnologia che abbiamo esportato) costano di meno. In Occidente c'è una corsa al RIBASSO DEI DIRITTI E DEL SALARIO. tutto ciò MENTRE INVECE LE ESIGENZE DELLA SOCIETA' IMPONGONO DI ESIBIRE UNA CONDIZIONE ECONOMICA MIGLIORE. Le due cose non vanno d'accordo. E sarà sempre peggio, QUESTO E' L'ASPETTO PEGGORE. Tante altre nazioni del terzo mondo stanno bussando alla porta e vogliono sedersi a quella tavola imbandita di cui, fino a ora, hanno raccolto solo le briciole cadute in terra.
Sarà sempre peggio e dovremmo capire CHE E' NECESSARIO RINUNCIARE AL FUTILE, non esserne schiavi, se non fosse che questo ragionamento non risolve il problema perché RINUNCIANDO AL CONSUSISMO, SI RIDUCE LO SVILUPPO e si crea disoccupazione. Purtroppo è il gatto che si morde la coda.
In conclusione, stiamo vivendo un periodo storico di discesa della parabola, una discesa che più diventerà ripida più porterà al malcontento già esistente nella gente che si sente privata di quel benessere che ha solo in parte e che vorrebbe completo, figuriamoci se lo vede perdere completamente. Quello che avverti tu nella mancanza di un movimento VERO E DURATURO, qualcosa che rifletta un ideale, NON C'E' perché manca proprio la spinta ideale. Non ci POSSIAMO PREFIGURARE un modello ALTERNATIVO di sviluppo e abbiamo soltanto RABBIA, MALCONTENTO, PER QUEL BENESSERE CHE SENTIAMO PERDERE (o non avere).
Siamo diventati PREDA DEL FACILE POPULISMO e questo non fa altro che PEGGIORARE LA NOSTRA SITUAZIONE ECONOMICA.
L'unica cosa che possiamo fare e QUELLA DI RITARDARE, ATTENUARE LA DECADENZA e questo può avvenire SOLTANTO RIDISTRIBUENDO LA RICCHEZZA togliendo il maltolto a chi fino a oggi se ne è approfittato.
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