Ah, meno male. Credo di essere tra i pochi ad avere una grande stima di Bersani che tra l'altro incontrai a una festa dell'unità quando governava Berlusconi. Eravamo depressi dall'esito elettorale e dalle nefandezze del nano. Gli chiesi cosa si poteva fare e lui, molto onestamente, disse che anche se a noi non pareva loro stavano facendo il massimo per contrastare le decisioni del governo di destra, ma contro cento e passa parlamentari di maggioranza non c'era partita. Ricordo queste parole che rispecchiavano una realtà tale da non dar luogo ad altri commenti da parte mia.
Vedi, Dattero, quando la destra ha governato ha avuto sempre maggioranze ampie, mentre quando l'ha avute il centrosinistra erano appese a un pugno di voti tra l'altro con schieramenti talmente larghi che andavano da Mastella a SEL, a Diliberto, a Turigliatto. Anni dopo con Alfano e Lupi, poi con Verdini, non avendo mai avuto quella mano libera possibile per poter incidere in misura superiore a quella che hanno fatto.
Colpa del centrosinistra? Vallo a domandare a Bersani che ha fatto sempre parte di questi schieramenti cercando, con il suo buon senso di ricucire sempre tra sensibilità diverse, quando non contrastanti. Con Renzi poi no, quando apparì chiaro che stava facendo fuori la corrente di sinistra mettendo fuori tutti i suoi lui, Speranza ecc. uscirono.
Non sarebbe stato meglio che nel 2006 anziché aver vinto con 24.000 voti di vantaggio ci fossero stati a sostegno anche tutti i voti di quelli di sinistra che giudicavano Prodi uguale a Berlusconi, permettendogli in tal modo di governare. Non sono chiacchiere, è storia. Non viene da pensare a costoro che HANNO SBAGLIATO o forse per loro è solo importante stare sempre all'opposizione per poter criticare quello che NON viene fatto?
Che ora tu accusi il PD che governa con Lega e Forza Italia fa cascare le braccia. Non vuoi un confronto: basta guardare un TG di qualsiasi rete per capire cosa sta succedendo nell'ambito del governo.
Tra l'altro, su questo argomento oltretutto ti contraddici perché Bersani e il suo partito FA PARTE DI QUESTA MAGGIORANZA, menomale, e giustamente se ne vanta. E' la presenza dello schieramento giallorosso che sta bloccando la strada alle armate neroverdi.
Ma devo ribadire questo? Che senso ha? E' sotto gli occhi di tutti.
Partigiani per sempre
Re: Partigiani per sempre
Non insisto sulla differenza fra bersani e letta perché so che hai capito quello che voglio dire. Mi dispiace farti cascare le braccia, purtroppo non siamo tutti professori come te e neanche abbiamo la Verità in tasca. Daltra parte per te letta incarna i valori partigiani per me quelli di una braciola lessa. Sorvolo sul fatto che su renzi la palla l'hai buttata fuori dallo stadio 
e ti auguro una buona giornata.
P.s. ti lascio campo libero. Scrivi pure una delle tue lectio magistralis che mi ritiro nel silenzio a prendere appunti.
e ti auguro una buona giornata.P.s. ti lascio campo libero. Scrivi pure una delle tue lectio magistralis che mi ritiro nel silenzio a prendere appunti.
Cianciua ci fai veni' l'antua
Re: Partigiani per sempre
Stai tranquillo, non ci accomuna nulla nel modo di messaggiare, sia nella ricerca di confronto, di affrontare gli argomenti senza evaderli che nel fare delle chiusure che, consentimi, sembrano da radicale chic.
Tu sai che io sono del PD, io non so per chi sei te ora. Prima eri del PD, visto che Bersani era in quel partito. Questo è un fatto.
Dopo mezz'ora ti accorgi che il miglior politico è lui. Prima non sapevi chi dire, ma sapevi come criticare.
Riguardo a Renzi, non so quando tu sia entrato nel forum perché io ho sempre espresso il mio pensiero nei messaggi (ribadisco che io lo faccio sempre. Pochi altri mi imitano). Alle due primarie a cui ha partecipato ho votato sempre contro, per motivi diversi. Alla prima pro Bersani, alla seconda pro Civati. Ho invece sostenuto il referendum perché ero convinto che servisse per rendere più governabile l'Italia. Il proporzionale ha ricreato, come nella prima repubblica, i partitini, tra i quali ora Italia viva, che detengono il vero potere.
Ho scritto più volte che Renzi è molto intelligente: un'intelligenza sprecata per la mancanza di ideali e per il suo narcisismo.
Tutto il contrario di Letta che si spoglia da ogni protagonismo e guarda a un qualcosa di superiore e collettivo.
Il giudizio che dai tu di quest'ultimo però piacerebbe molto a Salvini e Meloni. Perché non mandi loro un Twitter?
Tu sai che io sono del PD, io non so per chi sei te ora. Prima eri del PD, visto che Bersani era in quel partito. Questo è un fatto.
Dopo mezz'ora ti accorgi che il miglior politico è lui. Prima non sapevi chi dire, ma sapevi come criticare.
Riguardo a Renzi, non so quando tu sia entrato nel forum perché io ho sempre espresso il mio pensiero nei messaggi (ribadisco che io lo faccio sempre. Pochi altri mi imitano). Alle due primarie a cui ha partecipato ho votato sempre contro, per motivi diversi. Alla prima pro Bersani, alla seconda pro Civati. Ho invece sostenuto il referendum perché ero convinto che servisse per rendere più governabile l'Italia. Il proporzionale ha ricreato, come nella prima repubblica, i partitini, tra i quali ora Italia viva, che detengono il vero potere.
Ho scritto più volte che Renzi è molto intelligente: un'intelligenza sprecata per la mancanza di ideali e per il suo narcisismo.
Tutto il contrario di Letta che si spoglia da ogni protagonismo e guarda a un qualcosa di superiore e collettivo.
Il giudizio che dai tu di quest'ultimo però piacerebbe molto a Salvini e Meloni. Perché non mandi loro un Twitter?
Re: Partigiani per sempre
Comunque tornando a bomba, non credo che Letta fosse in imbarazzo per le parole della Vergalli, anche perchè poco prima comunque aveva sostenuto le stesse ragioni contro Sallusti, che invece indicava il comunismo al pari del fascismo.
la differenza a prima vista è semplicemente nell'approccio, visto che Teresa dice pane al pane e Letta da politico è invece più col freno a mano tirato.
se poi ci si pensa bene però, non dovrebbe sfuggire ai più che Letta è un ex democristiano, che sta al comunismo come il papa alla topa.
oltre che esse pisano.
qui però cerchiamo di parlà di queste persone che sono le sopravvissute alla guerra e che rappresentano anche i milioni di persone che invece hanno dato la vita per darci un futuro a noi.
su Letta c'è il su' topic apposito.
la differenza a prima vista è semplicemente nell'approccio, visto che Teresa dice pane al pane e Letta da politico è invece più col freno a mano tirato.
se poi ci si pensa bene però, non dovrebbe sfuggire ai più che Letta è un ex democristiano, che sta al comunismo come il papa alla topa.
oltre che esse pisano.
qui però cerchiamo di parlà di queste persone che sono le sopravvissute alla guerra e che rappresentano anche i milioni di persone che invece hanno dato la vita per darci un futuro a noi.
su Letta c'è il su' topic apposito.
Re: Partigiani per sempre
Hai ragione. Tra l'altro un off topic da un admin è grave. Comunque su letta ho speso anche troppe parole. Basta la foto x dire tutto. 
Cianciua ci fai veni' l'antua
Re: Partigiani per sempre
Che sia pisano è vero: nessuno è perfetto.
Forse è questo il motivo dell'avversione. Che coglione sono: non ci avevo pensato.
Forse, allora, qualcuno tempo fa tifava per Altero Matteoli, livornese di nascita, diventato addirittura ministro.
Lo incontrai una ventina d'anni fa in treno, mentre tornavo dal lavoro. Ero tentato di mettermi a sedere nel suo scompartimento (a dir la verità in seconda classe) e iniziare a discutere di politica. Questa gente parla nei talk show perché sa che può buttare i palloni in fallo e far scorrere il tempo, ma nel dialogo testa a testa è in difficoltà con chi è informato e magari non parla usando luoghi comuni. Sono convinto che l'avrei messo in difficoltà e la cosa non gli sarebbe piaciuta di fronte agli altri passeggeri. Poi lasciai perdere: non mi riesce fare il provocatore.
Forse è questo il motivo dell'avversione. Che coglione sono: non ci avevo pensato.
Forse, allora, qualcuno tempo fa tifava per Altero Matteoli, livornese di nascita, diventato addirittura ministro.
Lo incontrai una ventina d'anni fa in treno, mentre tornavo dal lavoro. Ero tentato di mettermi a sedere nel suo scompartimento (a dir la verità in seconda classe) e iniziare a discutere di politica. Questa gente parla nei talk show perché sa che può buttare i palloni in fallo e far scorrere il tempo, ma nel dialogo testa a testa è in difficoltà con chi è informato e magari non parla usando luoghi comuni. Sono convinto che l'avrei messo in difficoltà e la cosa non gli sarebbe piaciuta di fronte agli altri passeggeri. Poi lasciai perdere: non mi riesce fare il provocatore.
Re: Partigiani per sempre
Questa non la sapevo...condivido, articolo di due anni e mezzo fa:
Di lei, mito hollywoodiano e icona di stile che ha imposto il tubino nero, oggi un evergreen, pensavamo di sapere un po’ tutto: le indimenticabili interpretazioni di film cult come “Sabrina”, “Vacanze romane” e “Colazione da Tiffany”, i due Oscar, la stella nella Walk of fame, l’impegno umanitario per l’Unicef e anche il lungo periodo romano. Quando, dal ’68 all’inizio degli anni Novanta Audrey Hepburn visse a Roma, per l’esattezza ai Parioli, lontana dalla scene, con il secondo marito, lo psichiatra Andrea Dotti, il loro figlio Luca e una privacy iperprotetta da tutto il quartiere.
Il figlio, oggi 49enne è decisivo in questa nuova storia. Perché dopo aver scritto quattro anni fa “Audrey, mia madre” (Mondadori Electa), adesso ha vergato la prefazione di “La guerra di Audrey” (titolo originale “Dutch girl: Audrey Hepburn and World war II”), il libro del giornalista e scrittore americano Robert Matzen, già autore di parecchie biografie hollywoodiane. Uscirà in Italia il 4 giugno per Piemme e rivela una clamorosa e inedita pagina della biografia della star scomparsa nel ’93, raccontando il suo ruolo (vero e non da set) da staffetta partigiana ed eroina della resistenza olandese durante la seconda guerra mondiale.
La Hepburn non aveva mai fatto parola durante la sua vita della sua fase eroica, quasi cinematografica. Tant’è che Dotti, dopo averla raccontata a Matzen, sta per inserirla ampiamente nel soggetto, scritto con Luigi Spinola, della serie tv su Audrey Hepburn che la Wildside di Mario Gianani e Lorenzo Mieli (quella di “The young Pope” e “L’amica geniale”) sta realizzando.
L’inizio della produzione è previsto per il 2020, Wildside attualmente sta scegliendo gli sceneggiatori e il nome del regista, come quello, attesissimo dell’attrice che impersonerà l’eterea Audrey in versione glamour e bellica, deve ancora essere designato. Intanto però, su tutta la stampa internazionale, a cominciare dal Times, si parla dell’eroismo dell’attrice britannica, nata a Bruxelles da un conte inglese e da una baronessa olandese e vissuta in Olanda tra il ’43 il ’45, sotto l’occupazione nazista.
A soli 14 anni Audrey decise di impegnarsi in prima linea contro i tedeschi dopo la morte di suo zio, ucciso dai nazisti. Studiava danza quando la sua famiglia si accordò con la resistenza olandese per nascondere in casa un paracadutista britannico, disperso nel corso di una battaglia.
Oltre a mantenere il silenzio sulla presenza di quel delicato ospite, la giovane Hepburn partecipò a raccolte di fondi per finanziare la Resistenza e prestò servizio come crocerossina, assistendo i soldati alleati, tra cui un giovane Terence Young, che in seguito, perché il destino fa strani scherzi, la dirigerà in “Gli occhi della notte”.
Non solo: a un certo punto, e questo è il cuore del libro, si lancia come staffetta per portare messaggi alla formazioni partigiane e cibo agli alleati nascosti. Dotti, che ha aiutato Matzen anche con i diari dello zio, nella prefazione scrive che la rivelazione sul passato partigiano della Hepburn gli arrivò proprio dalla mamma. Glielo raccontò un giorno, con grande nonchalance: “Era rischioso e capiva che sarebbero stati tutti fucilati se fosse stata scoperta, ma lo fece lo stesso”.
Link: https://www.agi.it/estero/audrey_hepbur ... 019-04-21/
Di lei, mito hollywoodiano e icona di stile che ha imposto il tubino nero, oggi un evergreen, pensavamo di sapere un po’ tutto: le indimenticabili interpretazioni di film cult come “Sabrina”, “Vacanze romane” e “Colazione da Tiffany”, i due Oscar, la stella nella Walk of fame, l’impegno umanitario per l’Unicef e anche il lungo periodo romano. Quando, dal ’68 all’inizio degli anni Novanta Audrey Hepburn visse a Roma, per l’esattezza ai Parioli, lontana dalla scene, con il secondo marito, lo psichiatra Andrea Dotti, il loro figlio Luca e una privacy iperprotetta da tutto il quartiere.
Il figlio, oggi 49enne è decisivo in questa nuova storia. Perché dopo aver scritto quattro anni fa “Audrey, mia madre” (Mondadori Electa), adesso ha vergato la prefazione di “La guerra di Audrey” (titolo originale “Dutch girl: Audrey Hepburn and World war II”), il libro del giornalista e scrittore americano Robert Matzen, già autore di parecchie biografie hollywoodiane. Uscirà in Italia il 4 giugno per Piemme e rivela una clamorosa e inedita pagina della biografia della star scomparsa nel ’93, raccontando il suo ruolo (vero e non da set) da staffetta partigiana ed eroina della resistenza olandese durante la seconda guerra mondiale.
La Hepburn non aveva mai fatto parola durante la sua vita della sua fase eroica, quasi cinematografica. Tant’è che Dotti, dopo averla raccontata a Matzen, sta per inserirla ampiamente nel soggetto, scritto con Luigi Spinola, della serie tv su Audrey Hepburn che la Wildside di Mario Gianani e Lorenzo Mieli (quella di “The young Pope” e “L’amica geniale”) sta realizzando.
L’inizio della produzione è previsto per il 2020, Wildside attualmente sta scegliendo gli sceneggiatori e il nome del regista, come quello, attesissimo dell’attrice che impersonerà l’eterea Audrey in versione glamour e bellica, deve ancora essere designato. Intanto però, su tutta la stampa internazionale, a cominciare dal Times, si parla dell’eroismo dell’attrice britannica, nata a Bruxelles da un conte inglese e da una baronessa olandese e vissuta in Olanda tra il ’43 il ’45, sotto l’occupazione nazista.
A soli 14 anni Audrey decise di impegnarsi in prima linea contro i tedeschi dopo la morte di suo zio, ucciso dai nazisti. Studiava danza quando la sua famiglia si accordò con la resistenza olandese per nascondere in casa un paracadutista britannico, disperso nel corso di una battaglia.
Oltre a mantenere il silenzio sulla presenza di quel delicato ospite, la giovane Hepburn partecipò a raccolte di fondi per finanziare la Resistenza e prestò servizio come crocerossina, assistendo i soldati alleati, tra cui un giovane Terence Young, che in seguito, perché il destino fa strani scherzi, la dirigerà in “Gli occhi della notte”.
Non solo: a un certo punto, e questo è il cuore del libro, si lancia come staffetta per portare messaggi alla formazioni partigiane e cibo agli alleati nascosti. Dotti, che ha aiutato Matzen anche con i diari dello zio, nella prefazione scrive che la rivelazione sul passato partigiano della Hepburn gli arrivò proprio dalla mamma. Glielo raccontò un giorno, con grande nonchalance: “Era rischioso e capiva che sarebbero stati tutti fucilati se fosse stata scoperta, ma lo fece lo stesso”.
Link: https://www.agi.it/estero/audrey_hepbur ... 019-04-21/
Re: Partigiani per sempre
Non lo avrei mai detto. Proprio vero che le apparenze ingannano