Guerrieri Amaranto

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Plinio
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da Plinio »

A proposito di chi un saltava mai l’omo …
TANO SALVI
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Ah bene de, entrava e ti divertivi.
Penso di non avergli mai visto fa un passaggio indietro.
No meglio il calcio da caarelli di ora
Quando scenderai
in campo un grido
s' alzera' nel cielo
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diego#22
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da diego#22 »

Secondo me Lambrughi rientra a pieno titolo nella categoria guerrieri Amaranto. A mio parere sottovalutato anche dalla nostra piazza. Un grande.
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piazza
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Re: Guerrieri Amaranto

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diego#22 ha scritto: dom 11 dic 2022, 14:00 Secondo me Lambrughi rientra a pieno titolo nella categoria guerrieri Amaranto. A mio parere sottovalutato anche dalla nostra piazza. Un grande.
Ma infatti a pagina 5 c’è.
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diego#22
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da diego#22 »

piazza ha scritto: dom 11 dic 2022, 14:04
diego#22 ha scritto: dom 11 dic 2022, 14:00 Secondo me Lambrughi rientra a pieno titolo nella categoria guerrieri Amaranto. A mio parere sottovalutato anche dalla nostra piazza. Un grande.
Ma infatti a pagina 5 c’è.
Grosso
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lasse
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da lasse »

Plinio ha scritto: gio 8 apr 2021, 14:37 Aggiungo:

GIGI CAPPELLETTI
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Ricordo nel derby coi pisesi che vincemmo 2 1 in casa e ci espulsero il portiere terminando con Vernacchia in porta, che al calcio d'inizio battuto dal pisa rivogò un pedatone a Baldoni con la palla non ancora uscita dal cerchio del centrocampo. Ammonito al 10 secondo un Mito!
Tanto per far capire chi comanda.
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piazza
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Re: Guerrieri Amaranto

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PIETRO DEGANO
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Nel 1942 viene acquistato dal Livorno: con la formazione amaranto sfiora la conquista dello scudetto, alle spalle del Grande Torino, nel campionato 1942-1943.
Degano è l'ala sinistra titolare, e realizza 6 reti in 27 partite, tra cui il gol decisivo per la vittoria ottenuta proprio sul campo del Torino, l'11 ottobre 1942


Terminata la guerra fa rientro al Livorno, con il quale partecipa al campionato di Divisione Nazionale 1945-1946.
La formazione labronica, inquadrata nel girone centro-meridionale, approda alle finali nazionali, e Degano contribuisce con 25 presenze e 4 reti. Viene riconfermato anche per il successivo campionato, tornato a girone unico


87 presenze totali, 14 gol.
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piazza
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Re: Guerrieri Amaranto

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GUIDO TIEGHI
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A Livorno per 3 stagioni (1947-48, 1950-51, 1952-53), 67 presenze totali, 18 gol segnati.
Nella stagione 1947-48 fu miglior marcatore amaranto in serie A con 14 gol e segnò una tripletta all'Inter.
Ho trovato questo articolo che ne spiega l'esistenza travagliata.

Tieghi: dal Grande Torino al carcere
Il compagno Guido Tieghi era stato un buon partigiano e stava diventando un ottimo attaccante quando il destino gli tagliò la strada. A pochi giorni dal Natale del 1948 era un 23enne realizzato. Si era sposato da poco più di un anno con Gisella Musso, figlia di un grosso commerciante di pellami, e la sua carriera di calciatore stava decollando, tanto da essere considerato uno dei cinque migliori centravanti della Serie A. Era cresciuto nella Pro Vercelli ed era approdato poco più che ventenne al Torino, nell’estate del 1946, per un milione e mezzo di lire. Togliere il posto a fuoriclasse del calibro di Gabetto, Ossola e Mazzola era impossibile, ma Tieghi giocò comunque tre partite e segnò due gol (a Bari e Modena). Quanto bastava per prendersi qualche merito per quello scudetto. Il Livorno lo pagò 14 milioni e furono soldi ben spesi (14 gol, 3 contro l’Inter). Il Novara di milioni avrebbe dovuto sborsarne 22, ma quando ne aveva versati soltanto 2, Tieghi finì in prigione.

UN DELITTO MISTERIOSO E L'ACCUSA INFAMANTE—
Alle 11 del mattino del 22 dicembre 1948, dopo essere uscito dal parrucchiere, sul corso principale di Vercelli, un agente in borghese lo prese sotto braccio e gli disse: "Prego, mi segua". Tieghi fu caricato su una 1100 e portato in Questura. Cinque ore dopo venne fermato alla fabbrica Chatillon anche l’operaio Ugo Rosso, suo compagno d’infanzia. Tieghi, dopo aver svolto il servizio militare come aviere ad Asti durante la Repubblica di Salò, era entrato nella 182a brigata Garibaldi con la carica di commissario politico. Per questo motivo era tenuto sott’occhio e ogni tanto interrogato. Anche la madre era un’accesa comunista, mentre il padre aveva fatto il ferroviere e per un certo periodo il portiere alla Manifattura Lane di Vercelli. Tieghi e Rosso furono accusati di aver partecipato con altri ex partigiani all’omicidio di quattro persone a Borgo Isola a Vercelli, nella notte tra il 6 e 7 maggio 1945: le sorelle Elsa e Laura Scalfi, Luigi Bonzanino, ex fattorino della federazione fascista, e l’anziana paralitica Luigia Meroni, freddata perché aveva visto in faccia gli assassini in fuga. I cadaveri furono poi gettati nel fiume Sesia. La tecnica del massacro aveva le caratteristiche tipiche delle azioni compiute in Italia nei giorni successivi alla liberazione. Tra l’altro furono gli stessi compagni partigiani a passare per le armi, in maniera sbrigativa, il presunto autore degli omicidi, Felice Starda, detto Bugia, colpevole di avere ucciso per rancori personali (forse una delle sorelle lo aveva respinto). Tieghi, per colpa di falsi indizi e indagini superficiali, fu accusato di aver fatto parte del commando e venne rinchiuso prima nel carcere di Vercelli e poi a Genova, neanche a farlo apposta a due passi dallo stadio, da dove ogni domenica poteva ascoltare le urla dei tifosi. Nel dicembre 1949 Renzo Bidone, corrispondente della Stampa, riuscì a raccogliere le sue parole. Il giornalista lo descrisse tranquillo e in ottima salute. In cella poteva leggere i giornali e studiare il francese, che aveva abbandonato ai tempi della scuola. Tieghi aveva studiato all’Istituto tecnico inferiore al Collegio Dal Pozzo senza però mai diventare ragioniere. Secondo i professori non era una cima, era solo un povero diavolo tutto casa e pallone. Dopo il matrimonio era andato ad abitare con la moglie nell’appartamento della suocera, rimasta vedova, e la aiutava a mandare avanti il negozio di famiglia. "Conosco assai bene l’animo di Guido ed è impossibile che lui abbia fatto una cosa del genere. Sono tranquilla perché la verità verrà fuori e mio marito uscirà da questa situazione senza la più piccola macchia", disse la moglie ai giornalisti.

I GOL DELLO STADIO ACCANTO E UNA PREZIOSA FOTOGRAFIA
"L’essere vicino a un campo di gioco mi fa soffrire – raccontò Tieghi –. Ogni domenica sento lo svolgimento delle partite e questo mi dà un senso di nostalgia e di tormento. Ma sono certo che questo affare cesserà e che potrò tornare allo sport". Il Torino era rimasto nel suo cuore e la notizia dello schianto di Superga la apprese in cella: "La notizia di tanta sciagura mi atterrì. Non potevo pensare che Mazzola, Maroso, Ballarin, Castigliano e tutti gli altri miei ex compagni fossero scomparsi così tragicamente. La mia emozione raggiunse il diapason quando tre giorni dopo lo spaventoso fatto ricevetti una cartolina illustrata da Lisbona. Erano i giocatori del Torino che si erano ricordati di me. In tale occasione ho scritto al Torino, che mi ha risposto e mi ha mandato un distintivo della società e una bella fotografia della squadra".

LA LIBERAZIONE NEL 1950 E LA MORTE PREMATURA—
Il calvario durò fino al 7 aprile 1950 quando Tieghi fu assolto dalla Sezione Istruttoria della Corte d’Appello di Torino per non aver commesso il fatto e per amnistia per il reato di occultamento di cadavere. Il giovane tornò a rifarsi una vita, rallegrata nel 1953 dalla nascita del figlio Dario. Aldo Bardelli, presidente della Commissione tecnica della Figc, scrisse che "senza l’improvvida interruzione della sua carriera di calciatore, Tieghi sarebbe certamente oggi tra gli atleti più in vista del calcio italiano", in grado di ambire a una convocazione per i Mondiali brasiliani. Ma se non dovesse tornare ai livelli di un tempo, si chiese, chi lo compenserebbe "dei sacrifici ingiustamente sopportati e del mancato successo? Il nostro cuore e la nostra mente si ribellano ad una così mostruosa realtà".Tieghi giocò ancora qualche anno con le maglie di Livorno, Reggiana, Vigevano e Aosta, ma era ormai un altro giocatore. Un altro uomo. È difficile pensare che i 17 mesi passati in carcere ingiustamente non abbiano minato il suo fisico. Morì di cancro il 14 ottobre 1973. Aveva soltanto 48 anni.



Link: https://www.gazzetta.it/fuorigioco/01-0 ... refresh_ce
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Dattero
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da Dattero »

Il fatto che fosse stato un partigiano evidentemente non era tollerabile a certi livelli.
Che siano maledetti i fascisti di ogni epoca, compresi quelli sotto terra e i loro discendenti.
Cianciua ci fai veni' l'antua
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Fabio
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da Fabio »

pottineamorte ha scritto: sab 19 mar 2022, 16:08 Per me non è da escludere, magari non in D, ma in un'eventuale C sì, anche tra un paio d'anni. Se va in A con l'Ascoli è un altro discorso, ma ha trentacinque anni e non gli manca tantissimo a smettere, la scelta di cuore ci starebbe alla grande.


Comunque, come preannunciato, cito un altro guerriero:

FRANCESCO VALIANI
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Arrivato silenziosamente nel gennaio del 2017, durante la sfortunata (e a mio parere sottovalutata) stagione di Foscarini, si è imposto subito come titolare, diventando poi uno dei trascinatori durante l'annata successiva, culminata con la promozione in B, nonché in quella ancora dopo, chiusa con una salvezza ai limiti del miracoloso. Di lui mi rimarrà sempre impressa, oltre alla sublime intelligenza calcistica, la capacità di correre ininterrottamente per tutti i novanta minuti, senza mai perdere lucidità e nonostante avesse raggiunto un'età in cui tanti smettono o vanno a svernare.
Altro suo grande punto di forza (correggetemi se sbaglio, ma non ricordo nessun episodio negativo) è sempre stato la serietà: mai una parola fuori posto, mai una polemica, testa bassa e pedalare, grande professionalità (a differenza di certa altra gente). Del resto, quando uno fa il titolare fisso ovunque vada, dalla A alla C, da Bologna a Bari, passando per Parma, Livorno, ecc. e con duecento allenatori, un motivo ci sarà.
Sarebbe bello se il Grande Calcio assomigliasse un po' a lui. Estate 2008 , è la prima di campionato con San Siro in fermento perchè il Milan quel giorno battezza la squadra dei tre Palloni d’Oro: Sheva, Kakà e Ronaldinho. Ma al minuto 78, il neopromosso Bologna è ancora in piedi : 1-1. Lui arriva correndo dalla provincia, lo sconosciuto. A ridosso della trequarti, chiede triangolo a Di Vaio, lo ottiene, mentre gli altri arrancano. Poi carica il destro e la incastona nel sette. Nel terzo anello di San Siro, i tifosi del Bologna sono in estasi: Milan - Bologna 1-2. Pazzesco.
La sera, le televisioni parlano quasi solo del suo gol. L'esordiente : “E’ stato il sogno di una vita. Ma il gol mio preferito è un altro”. Ne segna intanto uno per tutte le squadre, diventando testimonial della Federazione Nazionale Diabete Giovanile . E’ ancora San Siro, altra partita di campionato impossibile : Inter - Siena, lui ovviamente col Siena. Cassano, Sneijder, Milito , è un assalto. Il Siena resiste. Lui entra al minuto 78 e la incorna quattordici minuti dopo , Inter-Siena 0-2 . Pazzesco.
Segue onoratissima carriera, svolgendo 6-7 ruoli differenti, portiere escluso e vincendo altri campionati . La predilezione è per la fascia, ma il cervello calcistico è raffinato e consente di rifuggire dal pendolarismo spicciolo . Un giorno a Bari sono in tanti, anzi tantissimi . Lui è al vertice sinistro dell’area. Se la porta sul destro : “E’ il gol che mi ha emozionato di più, una parabola perfetta , il giro giusto . Si vive a Bari per la Bari (così si chiama) e mai l’avrei pensato. Ho giocato al San Nicola con 40 mila persone e segnare contro il Lanciano è stata una botta di adrenalina pazzesca”. Vince un campionato anche a Livorno avvicinandosi a casa. Non si ferma e a 39 anni torna alla Pistoiese , dove è cresciuto: “Voglio giocare ancora tanto”. A quarantun anni sgambetta allegramente sui campi della serie C : 5 gol in 28 presenze in maglia arancione.
Cosa sta facendo adesso ? Ascolta, col volume giusto, un cd dei Pearl Jam e sogna la burrata barese.
E anche la focaccia.
Ha lasciato il calcio Francesco Valiani , alla sua maniera. Senza fare troppo rumore e col sorriso.


Fonte: Il Calcio Latino https://www.facebook.com/ilcalciolatino
= There is always hope =
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BALDOeFIERO
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Re: Guerrieri Amaranto

Messaggio da BALDOeFIERO »

Per me Valiani è uno dei migliori uomini e giocatori che è passato da Livorno negli ultimi 20 anni.
Un era Maradona ma era una buona espressione dello spirito di sacrificio che chiediamo tutti a quelli che indossano la maglia amaranto.
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