LIVORNO-Sampdoria 26 gennaio 2003

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piazza
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LIVORNO-Sampdoria 26 gennaio 2003

Messaggio da piazza »

Pareggio per 1-1 (Igor replica a Bazzani), incidenti fuori dallo stadio, di seguito la cronaca (che comprende anche la partita successiva col Verona) e qualche foto.
Da ricordare anche che un paio di giorni prima era morto Gianni Agnelli e che fu confezionato lo striscione: "Scusate, le nostre lacrime sono in cassa integrazione; anche i ricchi piangono".
Per non farsi mancare nulla, polemica con la comunità ebraica per lo striscione: "Ricordare l'olocausto per condannare Israele: Palestina libera".

Sotto accusa per gli incidenti al «Picchi» dopo i match con Samp e Verona
24 giugno
LIVORNO. Succede tutto in tre ore. E' il 26 gennaio del 2003, partita di ritorno tra Livorno e Sampdoria. A Marassi, all'andata, c'erano cinquemila livornesi, ma tutto filò liscio.
All'Ardenza arrivano gli ultrà della Samp, carichi di voglia di serie A e trovano il muro degli ultrà amaranto, quelli delle Bal soprattutto: prima della partita, durante e dopo, sono scontri e botte.
Le due tifoserie entrano anche in contatto, all'ospedale finiscono 14 poliziotti, con prognosi tra i tre e i trenta giorni.
La Digos visiona i filmati e in nemmeno una settimana partono le denunce e le prime diffide, i Daspo.
La replica arriva il 9 febbraio. Ci sono i tifosi del Verona, i più odiati, quelli di estrema destra. Succede il finimondo.
Prima della partita un gruppo di ultrà carica i carabinieri, i cancelli vengono sfondati, i poliziotti che proveranno a entrare in curva finiranno all'ospedale.
I tifosi del Verona vengono bloccati all'Interporto, per motivi di sicurezza e soprattutto perché parecchi di loro non hanno il biglietto.
Livorno vive la seconda domenica di guerriglia. Per i due episodi il pubblico ministero Massimo Mannucci ha chiesto adesso il rinvio a giudizio di ventotto persone: 22 ultrà livornesi, sei doriani.
Nel capo d'imputazione c'è di tutto: dalla violenza, alla resistenza aggravata, alla violazione delle leggi speciali per la sicurezza negli stadi, per finire con l'invasione di campo di alcune persone che hanno sempre sostenuto di avere il pass per togliere gli striscioni e dunque di essere state lì in maniera legittima.
Nella richiesta di rinvio a giudizio le accuse vengono scorporate. Per qualcuno ci sono i filmati e le fotografie, altre si basano su testimonianze.
Andiamo al 26 gennaio, big match Livorno-Samp. In ordine di tempo, sul taccuino di un agente della Volante, finisce il nome di un solo ultrà livornese.
Siamo a cinquecento metri dallo stadio e - secondo il capo d'imputazione - il giovane viene visto a un'ora dall'inizio della partita, mentre mena le mani contro quindici persone doriane «non identificate».
L'unica denuncia - rissa - arriva per lui, perché un agente di polizia lo riconoscerebbe e lo segnala alla Digos.
Alle 17,15, partita finita, altri incidenti. Un gruppo di ultrà amaranto, quelli della curva nord, attraversa il piazzale davanti alla gradinata e forza il blocco di polizia e carabinieri che protegge l'ingresso nel settore ospiti.
Ancora scontri, poi i gruppi di persone vengono dispersi. La Digos filma tutto e annota. Molti hanno il passamontagna - altro motivo della denuncia - ma vengono ugualmente identificati.
Il 4 febbraio partono 15 denunce corredate dal Daspo, il divieto a partecipare alle manifestazioni sportive. Alcuni di loro, ancora oggi, ogni volta che il Livorno gioca sono obbligati a presentarsi in questura due volte nell'arco dei 90 minuti per firmare.
9 febbraio, partita con il Verona. A mezzogiorno i primi ultrà sono già sotto la curva Nord. Man mano arrivano gli «amici»: hanno sciarpe del Genoa, della Fiorentina, del Napoli.
Arrivano gruppi da Marsiglia, dal nord Europa, stranieri con le loro valigie. Qualcuno a turno fa la spola con la stazione.
Passa mezz'ora, gli ultrà passeggiano. Si capisce che l'aria non è quella di altre volte: alle due e mezzo arriva un ragazzo in motorino, ha in una busta una ventina di tubi di gomma vuoti, poi ci sono le aste delle bandiere. Si mettono i passamontagna: è il segnale della carica, vengono travolti polizia e carabinieri, altri sfondano i cancelli della curva, dove regnerà l'autogestione, nessun poliziotto riuscirà a entrare. E' un altro bollettino di guerra, poliziotti e carabinieri feriti.
Le indagini porteranno a una denuncia, finita anche quella nel fascicolo del sostituto procuratore Mannucci.
Una volta notificata la richiesta di rinvio a giudizio - questione di giorni - gli imputati avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati. Passato il termine difesa e accusa si confronteranno in aula, a fine settembre, quando è stata fissata l'udienza preliminare.

Link: https://www.tifonet.it/notizie/sotto-ac ... rona-10629


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BALDOeFIERO
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Re: LIVORNO-Sampdoria 26 gennaio 2003

Messaggio da BALDOeFIERO »

Per quanto mi riguarda, in questa occasione, i doriani so stati tra i pochissimi a dire la loro a Livorno.
Li ho visti con i miei occhi uscire dal settore ospiti caricando la polizia, raggrupparsi fuori, ri-caricare la polizia per venì sotto la gradinata dove c'erano già le Bal che stavano facendo la stessa cosa. Ci furono scontri "corpo a corpo" tra le due tifoserie per qualche minuto.

Aneddoto personale: quando i doriani caricarono per venì sotto la gradinata ero praticamente dove è stata scattata l'ultima foto sopra; tirai un accendino verso di loro e NON SO COME l'accendino fece un rimbalzo così strano che cascò più indietro rispetto a dove l'avevo tirato. :lol:
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