Re: Cristiano Lucarelli
Inviato: mar 10 ago 2021, 11:35
da "Repubblica" ed. Firenze di oggi:
Lucarelli “Ho trovato la persona giusta per salvare il Livorno”
Lucarelli e il Livorno. Come Antognoni e la Fiorentina. Totti e la Roma. Maldini e il Milan. Lucarelli e il Livorno, quello del “Tenetevi il miliardo”, del logo del club tatuato sull'avambraccio sinistro. Quello di mille sfide vinte. Del titolo di capocannoniere nel 2005, del ritorno in A dopo 55 anni, dell'esperienza di Uefa. Quello che oggi è impegnato per dare un futuro al suo passato dopo la mancata iscrizione del Livorno alla Serie D. Lucarelli, che effetto fa vedere il Livorno ridotto così?
«Dispiace perché quella maglia, quel marchio, che oltretutto ho anche tatuato addosso, fanno parte di me. Neppure il più pessimista poteva immaginare una fine così». Però era già qualche anno che la situazione stava precipitando. «È vero, la società aveva preso una strada che si sapeva poteva portare a questo. Ma uno spera sempre che ci sia una via d'uscita. Invece…». Di chi è la colpa? «È fin troppo facile dirlo. Al di là dei soliti teatrini la realtà è sotto gli occhi di tutti. Non serve nemmeno fare nomi e cognomi, non per mancanza di coraggio, ma perché è superfluo». Lo facciamo noi un nome e un cognome: Aldo Spinelli «Per me finora in questi ventidue anni di gestione Spinelli il bicchiere era mezzo pieno, ma con questo finale il bicchiere si è svuotato. E forse anche lui meritava un'uscita diversa. Poteva finire in bellezza, essere ricordato come il miglior presidente di sempre, invece ha scelto il modo peggiore per chiudere la sua esperienza a Livorno». E ora è tutto nelle mani del sindaco Salvetti. Cosa crede che succederà? «In questi giorni mi hanno chiamato in tanti e mi hanno chiesto di dare una mano, e io l'ho fatto. Ho presentato una persona che credo possa essere la soluzione giusta per i tifosi. È un esperto di calcio e fa calcio da sempre, secondo me è un'ottima opportunità, ma non posso dire altro. Sarà la commissione a decidere». Ma se l'operazione dovesse andare in porto e questa persona la chiamasse per tornare in panchina, lei accetterebbe? «Io adesso faccio solo il tifoso, come allenatore ho già dato. Forse arrivai nel momento sbagliato, ma andava fatto e non ho rimpianti. Però adesso va bene così». Se la ricorda la Coppa Uefa con il Livorno? «Mi ricordo tutto del Livorno, sia da tifoso che da calciatore e poi da allenatore. Ricordo anche i momenti brutti. Ma se ripenso che sette anni fa ha disputato il suo ultimo campionato di Serie A e oggi è in questa situazione, mi chiedo come sia stato possibile arrivare fino a questo punto. Io credo che una fine così repentina sia un record nel calcio italiano. E la cosa più difficile da accettare è che non si sia fatto niente, in questi ultimi anni, per evitare che andasse così. C'è stata una sorta di rassegnazione». Certo voltandosi indietro e pensando a tutti i calciatori che sono passati da Livorno, alla Uefa e al suo titolo di capocannoniere, un po' di tristezza viene… «Ed è proprio per questo che dispiace che sia andata finire così. Anche per Spinelli». Un ricordo, uno solo, dei suoi anni a Livorno. «Il gol di Auxerre in Coppa Uefa che ci permise di passare il girone e di arrivare ai sedicesimi di finale. Quello è stato il punto più alto nella storia del Livorno». Il Livorno dovrebbe ripartire dalla Terza categoria, cosa si aspetta dalla Figc? «Ho grande stima del presidente Gravina, e sono sicuro che farà la scelta migliore. Spero che dia a questa città e a questa tifoseria la punizione meno severa. I tifosi sono solo vittime e dopo il danno non meritano anche la beffa. E poi c'è anche una questione di ordine pubblico da considerare. In questo momento i tifosi del Livorno sono arrabbiati e mandarli a giocare tra i dilettanti in giro per la Toscana può essere rischioso. Ma sono sicuro che Gravina terrà conto anche di questo aspetto, oltre che della storia del Livorno, quando prenderà la sua decisione».
Lucarelli “Ho trovato la persona giusta per salvare il Livorno”
Lucarelli e il Livorno. Come Antognoni e la Fiorentina. Totti e la Roma. Maldini e il Milan. Lucarelli e il Livorno, quello del “Tenetevi il miliardo”, del logo del club tatuato sull'avambraccio sinistro. Quello di mille sfide vinte. Del titolo di capocannoniere nel 2005, del ritorno in A dopo 55 anni, dell'esperienza di Uefa. Quello che oggi è impegnato per dare un futuro al suo passato dopo la mancata iscrizione del Livorno alla Serie D. Lucarelli, che effetto fa vedere il Livorno ridotto così?
«Dispiace perché quella maglia, quel marchio, che oltretutto ho anche tatuato addosso, fanno parte di me. Neppure il più pessimista poteva immaginare una fine così». Però era già qualche anno che la situazione stava precipitando. «È vero, la società aveva preso una strada che si sapeva poteva portare a questo. Ma uno spera sempre che ci sia una via d'uscita. Invece…». Di chi è la colpa? «È fin troppo facile dirlo. Al di là dei soliti teatrini la realtà è sotto gli occhi di tutti. Non serve nemmeno fare nomi e cognomi, non per mancanza di coraggio, ma perché è superfluo». Lo facciamo noi un nome e un cognome: Aldo Spinelli «Per me finora in questi ventidue anni di gestione Spinelli il bicchiere era mezzo pieno, ma con questo finale il bicchiere si è svuotato. E forse anche lui meritava un'uscita diversa. Poteva finire in bellezza, essere ricordato come il miglior presidente di sempre, invece ha scelto il modo peggiore per chiudere la sua esperienza a Livorno». E ora è tutto nelle mani del sindaco Salvetti. Cosa crede che succederà? «In questi giorni mi hanno chiamato in tanti e mi hanno chiesto di dare una mano, e io l'ho fatto. Ho presentato una persona che credo possa essere la soluzione giusta per i tifosi. È un esperto di calcio e fa calcio da sempre, secondo me è un'ottima opportunità, ma non posso dire altro. Sarà la commissione a decidere». Ma se l'operazione dovesse andare in porto e questa persona la chiamasse per tornare in panchina, lei accetterebbe? «Io adesso faccio solo il tifoso, come allenatore ho già dato. Forse arrivai nel momento sbagliato, ma andava fatto e non ho rimpianti. Però adesso va bene così». Se la ricorda la Coppa Uefa con il Livorno? «Mi ricordo tutto del Livorno, sia da tifoso che da calciatore e poi da allenatore. Ricordo anche i momenti brutti. Ma se ripenso che sette anni fa ha disputato il suo ultimo campionato di Serie A e oggi è in questa situazione, mi chiedo come sia stato possibile arrivare fino a questo punto. Io credo che una fine così repentina sia un record nel calcio italiano. E la cosa più difficile da accettare è che non si sia fatto niente, in questi ultimi anni, per evitare che andasse così. C'è stata una sorta di rassegnazione». Certo voltandosi indietro e pensando a tutti i calciatori che sono passati da Livorno, alla Uefa e al suo titolo di capocannoniere, un po' di tristezza viene… «Ed è proprio per questo che dispiace che sia andata finire così. Anche per Spinelli». Un ricordo, uno solo, dei suoi anni a Livorno. «Il gol di Auxerre in Coppa Uefa che ci permise di passare il girone e di arrivare ai sedicesimi di finale. Quello è stato il punto più alto nella storia del Livorno». Il Livorno dovrebbe ripartire dalla Terza categoria, cosa si aspetta dalla Figc? «Ho grande stima del presidente Gravina, e sono sicuro che farà la scelta migliore. Spero che dia a questa città e a questa tifoseria la punizione meno severa. I tifosi sono solo vittime e dopo il danno non meritano anche la beffa. E poi c'è anche una questione di ordine pubblico da considerare. In questo momento i tifosi del Livorno sono arrabbiati e mandarli a giocare tra i dilettanti in giro per la Toscana può essere rischioso. Ma sono sicuro che Gravina terrà conto anche di questo aspetto, oltre che della storia del Livorno, quando prenderà la sua decisione».