Pagina 10 di 17

Re: L'angolo del clone

Inviato: lun 21 feb 2022, 11:23
da il clone
Zanardi
Un ci casca. È una trappola! Ti fanno ordina per tutti, tanto paga Spirit... Ma lui è tirchio.
E poi ti tocca paga a te. Sono amministratori, la conosci la razza, no.
Sono furbi più del diavolo; un ti fida.

Re: L'angolo del clone

Inviato: lun 21 feb 2022, 19:01
da il clone
Ora sono di nuovo in casa e la batteria è bella carica. SARA' UN ROMANZO... a PUNTATE

POLITICA: 30° ANNIVERSARIO DI MANI PULITE E UN PO' DELLA STORIA ITALIANA FINO AL 1996.
30 anni dopo... C'è chi dice (spesso a ragione) che gli anziani non sono obiettivi perché paragonano sempre il presente con il passato e nel paragone ci mettono il carico della nostalgia di quando erano più giovani. È anche vero, ma ripensando a Mani pulite, a quegli anni dal 92 al 96, come si può obiettivamente non rimpiangere le speranze che nacquero. Speranze miste a delusioni, a situazioni drammatiche (le stragi mafiose) al travaglio (un c'entra nulla con Marco) del quadro politico che venne completamente stravolto facendo prima intravedere la possibilità di un mondo diverso, e poi il terribile pericolo di una Restaurazione ancora più pericolosa del dominio democristiano del passato con la dittatura Berlusconiana che, di fatto, metteva a rischio la democrazia.
Ma andiamo con ordine.

1992: INIZIA MANI PULITE
Uno sconosciuto o quasi PM, Antonio Di Pietro, nel febbraio del 92 pesca con le mani nel sacco Mario Chiesa, importante dirigente del PSI milanese, mentre intasca una tangente. Stanco dei continui balzelli, un imprenditore del territorio l’aveva denunciato. Sembrava un episodio di relativa importanza, anche se colpiva un esponente di primo piano del PSI, ma Di Pietro mise in condizione Chiesa, chiuso in carcere, di rivelare tutto quello che sapeva, tutti i retroscena che l’avevano portato alle richieste di tangenti. Venne così scoperto un diffuso giro di malaffare, una tassa sugli appalti richiesta da ogni partito, in particolare da quelli di governo. Tutto ciò successe in piena campagna elettorale di quelle che sarebbero state le ULTIME ELEZIONI POLITICHE della prima Repubblica, le ultime con il sistema proporzionale. Per evitare facili speculazioni denigratorie nei confronti del suo operato, Di Pietro rivelò quanto confessato da Chiesa dopo l’esito elettorale.
Quelle elezioni del 92 videro per la prima volta dal dopoguerra una netta sconfitta dei partiti tradizionali (in particolare la DC e l’ex PCI, dopo la Bolognina scisso in PDS e Rifondazione) e l’affermazione di un PARTITO ANTISISTEMA come la Lega Nord di Bossi. Al sud un altro partito fuori dagli schemi come La Rete di Orlando ottenne un buon successo. Fu comunque costituito il governo con il quadripartito (rispetto al classico schema del pentapartito restò fuori il PRI) che aveva una debole maggioranza.

1992: L’ATTENTATO A FALCONE – L’ELEZIONE DI SCALFARO
In questo contesto di diffusa corruzione, di crisi economica, con la crescente inflazione e l’enorme debito pubblico accumulato in poco tempo negli anni 80, nel contesto di incertezza caratterizzata anche dalla crescente pressione sull’opinione pubblica di un partito come la Lega Nord, fuori dagli schemi classici anche nel modo di condurre la competizione politica, il 23 maggio avvenne la strage di Capaci. L’attentato mafioso colpì un simbolo della nazione, colui che contro tutto (e tutti!) aveva messo in gioco la sua vita per combattere la piaga mafiosa che condizionava gran parte del gioco politico ed economico del sud, limitandone anche lo sviluppo culturale. Aveva combattuto quel gigantesco cancro che minava il tessuto della nazione e ne deturpava l’immagine rendendola all’estero troppo spesso assimilata all’illegalità.
Lo sconcerto fu enorme e non solo nell’ambito politico. La maggioranza dei cittadini italiani si sentì colpita dalla tragedia: oltre che a una diffusa insicurezza, aumentò in molti il senso di sfiducia nelle istituzioni, incapaci di difendere coloro che si adoperavano per la giustizia. In quel contesto, il parlamento cessò la lunga guerra di posizione dei partiti che aveva portato nei giorni precedenti a 15 fumate grigie per l’elezione del presidente della repubblica ed elesse, alla sedicesima, a grande maggioranza Scalfaro. Solo la Lega nord mantenne un candidato di bandiera (Miglio) per evidenziare che comunque restava fuori dall’accordo di quei partiti, destra e sinistra, che contrastava.
Il primo provvedimento di Scalfaro fu eclatante: appena eletto, il presidente doveva affidare l’incarico governativo in relazione all’esito delle elezioni che erano avvenute nei giorni precedenti. Negli accordi di alternanza tra DC e PSI stipulati a suo tempo, sarebbe toccato stavolta al PSI di occupare la carica di primo ministro. Dopo il risultato elettorale, Craxi ambiva perciò a tornare, dopo 5 anni, alla guida del quadripartito, ma Scalfaro affermò che avrebbe affidato l’incarico a una persona che non fosse vicina agli inquisiti di Mani pulite. Seppure nel momento Craxi non avesse ricevuto nessuna accusa, il legame con Chiesa nell’ambito milanese era forte e il ruolo di capo del governo non appariva opportuno. Scalfaro affidò il compito ad Amato.

1992: L’ATTENTATO A BORSELLINO – LA CRISI ECONOMICA – IL FINANZIAMENTO ILLECITO AI PARTITI
L’estate del 92 fu veramente drammatica: basta ricordare l’attentato di Falcone, quello di Borsellino, il 19 luglio, preceduto, il 10 luglio, dal prelievo forzoso dai conti correnti e dall’aumento delle tasse sui beni patrimoniali deciso da Amato dopo neanche due settimane dal suo insediamento. Con il secondo attentato verso i più importanti magistrati dell’epoca in meno di due mesi, lo sconcerto e lo sdegno raggiusero il limite massimo. Lo stato ottenne un parziale successo soltanto sei mesi dopo con l’arresto di Reina.
Il 2 settembre, dopo altri suicidi di indagati scoperti di aver partecipato al giro delle tangenti, il socialista Moroni, molto legato a Craxi, si suicidò dopo aver confessato la propria colpevolezza. Nella confessione rivelò che la frode non era dovuta a interesse personale, ma all’illecito finanziamento dei partiti. Il pentolone veniva così scoperchiato e l’accenno che tutte le formazioni erano coinvolte nella corruzione diventava un micidiale colpo del ko per la politica del momento.
Come se non bastasse ad aggravare la situazione, la crisi economica raggiunse il culmine. La riunificazione delle due Germanie aveva comportato nella nuova nazione l’aumento dei tassi d’interesse per contrastare la spinta inflazionistica. I tassi tedeschi erano diventati i più appetibili per la speculazione europea e mondiale. Avvennero fughe di capitali diretti all’acquisti di bond tedeschi un po' da tutta Europa e diverse nazioni andarono in crisi con la moneta che, svalutata, non rientrava più nelle fluttuazioni concesse dallo SME, il sistema economico che allora regolava il valore delle varie monete nazionali nell’ambito dell’Unione europea. Avendo un debito enorme rispetto agli altri paesi, la situazione per l’Italia risultava drammatica: le aste dei buoni del tesoro per ripagare il debito andavano deserte e l’aumento dei tassi per renderle competitive sarebbe stato insostenibile. In questo contesto, a fine luglio il governo trovò un accordo con le forze sindacali per sopprimere la scala mobile, ma non bastò. Comprendendo che difendere la lira bruciando le riserve auree sarebbe stata comunque una battaglia persa, e preparandosi a un’inevitabile svalutazione che avrebbe comportato l’uscita dallo SME, ad agosto Amato propose al PDS e ai repubblicani di entrare nel governo. Era una trappola per coinvolgerli e gli ex PCI lo compresero rifiutando, rifiutando anche la prospettiva avanzata poco dopo della formazione di un polo liberal socialista che avrebbe posto all’opposizione la DC. Il 4 settembre, due giorni dopo il suicidio di Moroni e la confessione delle tangenti per l’illecito finanziamento dei partiti, Amato dichiarò, attraverso la Rai, al Paese intero la gravità della situazione economica. Il 13 annunciò la svalutazione della lira. L’avevano già fatto in precedenza la Spagna e la Finlandia, l’avrebbe fatto anche il Regno Unito. Il mercoledì 16 fu il giorno nero della lira: colpita anche dalla speculazione operata da Soros, l’Italia fu costretta a uscire dallo SME.
Il 30 settembre venne varata una finanziaria di 93.000 miliardi di lire, una cifra imponente, gigantesca, per ridurre il deficit pubblico. Furono colpiti un po’ tutti i settori, ma in particolare l’assistenza sanitaria, il pensionamento dei dipendenti pubblici. Fu deciso il blocco dei contratti dei lavoratori dipendenti e instaurata una tassa minima su quelli autonomi. Il paese reagì al provvedimento con uno sciopero generale che vide anche violenti scontri, mentre nelle elezioni amministrative DC e PSI avevano visto il dimezzarsi (!!!) dei voti a favore e nel nord la Lega era diventata in molti centri il primo partito. Anche PDS+ Rifondazione avevano perso molti dei consensi dell’ex PCI.

1992-93: LE DIMISSIONI DI CRAXI – SCALFARO DICE NO - I REFERENDUM – LA CADUTA DI AMATO
Con il procedere delle indagini del Pool di Mani Pulite iniziarono le manovre per delegittimare Di Pietro. Sarebbero proseguite negli anni successivi, soprattutto con Berlusconi al governo, ma già in quel primo periodo ci provarono e furono operazioni maldestre che rafforzarono l’immagine della compagine che stava cercando di scovare il marcio. Pur in epoca dove i social non esistevano, la voce del popolo si manifestò in scritte, slogan, manifestazione anche argute: leggo che vennero distribuiti “Saponi Mani Pulite” e orologi “Ora legale”, con la popolarità del Pool che raggiunse l’80%, quella che viene chiamata la soglia dell’eroe.
Giorno dopo giorno gli indagati aumentavano raggiungendo anche esponenti di spicco della politica: il 27 novembre l’indagine colpì il ministro della Sanità De Lorenzo, e il 15 dicembre Craxi ricevette un avviso di garanzia. Per la prima volta si parlò non solo di finanziamento illecito dei partiti, ma anche di tornaconto personale, di conti correnti a proprio nome rimpinguati dai proventi delle tangenti. Nei mesi successivi fu un’escalation: il socialista Larini confessò accusando Martelli e Craxi, i destinatari del Conto protezione. Il 10 febbraio Martelli, il braccio destro di Craxi, l’enfant prodige del PSI, allora Ministro DELLA GIUSTIZIA, ricevette l’avviso di garanzia. Il giorno dopo Craxi si dimise, dopo 17anni, da segretario del suo partito. Fu la fine di un’epoca: nei 4 anni del suo governo, dal 1983 all’87, il debito pubblico aumentò del 150% (!!!), il rapporto debito/PIL dal 69 al 92%. Fu, forse, il primo politico del dopoguerra a precorrere quello che sarebbe successo nella seconda repubblica, dopo lo sfascio dei partiti: l’attrazione dei CONSENSI dovuti al PERSONAGGIO, non alle idee sostenute, impresa in quei tempi più difficile perché ancora c’era la guerra fredda e la contrapposizione ideale tra il comunismo e il capitalismo polarizzava l’elettorato.
Dopo Martelli fu la volta del ministro delle finanze Goria a dimettersi per voci che lo riguardavano, mentre il 26 febbraio fu la volta di Ugo La Malfa, dopo i numerosi procedimenti contro il tesoriere DC Citaristi. Il 5 marzo ci fu il tentativo di blitz di Amato. Il ministro Conso, colui che aveva sostituito Martelli, varò il decreto denominato “IL COLPO DI SPUGNA” che DEPENALIZZAVA IL FINANZIAMENTO ILLEGITTIMO DEI PARTITI. Scalfaro si rifiutò di firmarlo. Era la prima volta nella storia repubblicana che un presidente negava la firma per autorizzare un decreto legge. Era la vittoria del Pool, della legalità.
Erano tempi bui per mille aspetti: illegalità, stragi mafiose, crisi economica, ma Mani Pulite dava speranza di un’Italia diversa e la partecipazione del 77% (!!!), la vittoria degli 8 quesiti referendari del 18 aprile, tra i quali L’ABROGAZIONE DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI, LA PENA PER LA DETENZIONE DI MODICHE QUANTITA’ DI STUPEFACENTI PER USO PERSONALE, E LA RIFORMA ELETTORALE DEL SENATO (che spingeva verso il maggioritario) facevano presagire un’epoca nuova.
Ricordo i dibattiti politici dell’epoca, i media di sinistra che parlavano di rinnovamento. Per la prima volta, dopo quasi 50 anni, sembrava possibile NON MORIRE DA DEMOCRISTIANI. Era un bel fervore, provato personalmente sono negli anni dell’adolescenza in quel 68 che aveva fallito il tentativo di cambiare l’assetto politico dell’epoca, ma era riuscito a farlo in quello culturale. Uno straordinario fenomeno che negli anni a seguire non avrebbe interessato il solo mondo occidentale. Molti, però, ancora non l’hanno capito.
Tornando a bomba, in seguito all’esito del referendum, Amato si dimise e per la prima volta nella storia repubblicana, in una situazione di gravità come mai c’era stata per la crisi dei partiti, delle istituzioni e dell’economia, fu nominato presidente del consiglio un TECNICO, anziché un politico. Era un illustre livornese, già ministro del Tesoro: CARLO AZEGLIO CIAMPI.

Fine della prima puntata e se qualcuno l’ha giudicata lunga, noiosa o in altro modo, cazzi sua. Credo che sia interessante ripercorrere con la memoria quegli anni che avrebbero potuto decidere, indirizzare in un certo modo la storia della nazione e il nostro vivere. Che il finale sia amaro, considerato tutto quello che è successo da quegli anni a oggi, non deve esimerci a cercare di comprendere il perché.
Errare è umano. Perseverare è diabolico.

Re: L'angolo del clone

Inviato: lun 21 feb 2022, 20:20
da Jobbe
Mi duole segnalare che giovedi 24 su FOCUS canale 35 (ovviamente una rete mediaset) sarà trasmesso il film su bottino craxi.
Seguira in studio un dibattito condotto da paolo liguori ove parteciperanno nostradamus-fassino, rotondi e martelli.
Penso che sarà la sagra del revisionismo storico, la beatificazione di san bottino e la condanna della magistratura.

E' un mesetto che lo stanno pubblicizzando con molta frequenza e già questa fa capire il clima di santificazione...
Mi vien da rigozzare già da adesso. :evil:

Non avrò commenti da farci perchè non intendo vederlo. Sbaglierò ma soffro se rigozzo.

Re: L'angolo del clone

Inviato: lun 21 feb 2022, 22:04
da Dattero
Bottino Craxi.

Re: L'angolo del clone

Inviato: mar 22 feb 2022, 1:28
da spiritual
io non ho problemi: delle reti di mediaset vedo solo qualche film su Iris (poche volte perché girano sempre gli stessi). Gli altri loro canali potrebbero anche non esistere. Della RAI potrebbero eliminare il 1 (dove però vedo l'Amica geniale: bellissimo!!!) e il 2 (mai cliccato).
Un commento su Liguori, un altro alla corte del nano. Ora è condirettore del Riformista di Sansonetti. Ecco lui proprio non lo digerisco: dal Manifesto è passato dall'altra parte (già diversi anni fa). Com'è possibile? Almeno l'altro è sempre stato servo dichiarato.

Re: L'angolo del clone

Inviato: mar 22 feb 2022, 10:53
da Jobbe
spiritual ha scritto: mar 22 feb 2022, 1:28 io non ho problemi: delle reti di mediaset vedo solo qualche film su Iris (poche volte perché girano sempre gli stessi). Gli altri loro canali potrebbero anche non esistere. Della RAI potrebbero eliminare il 1 (dove però vedo l'Amica geniale: bellissimo!!!) e il 2 (mai cliccato).
Un commento su Liguori, un altro alla corte del nano. Ora è condirettore del Riformista di Sansonetti. Ecco lui proprio non lo digerisco: dal Manifesto è passato dall'altra parte (già diversi anni fa). Com'è possibile? Almeno l'altro è sempre stato servo dichiarato.
E' sufficiente non avere principi nè ideali ma essere solo materialista.
Ti vendi al miglior offerente.

Re: L'angolo del clone

Inviato: lun 28 feb 2022, 19:48
da il clone
La guerra in Ucraina toglie spazio alla 2° puntata dedicata al 30° anniversario di mani pulite e alla storia della società italiana che slitta alla settimana successiva (forse… boh, chissà!)

CALCIO: OCCORRE UNA SVOLTA
Dopo la prestazione di ieri, occorre veramente più di quell’attenta riflessione che avevo sollecitato settimane e mesi fa. Occorre una svolta. Dopo anni di merda addosso incredibile (ma quasi tutta la nostra storia ci ha visto più piangere che gioire negli ultimi minuti delle partite. Altro che zona Cesarini per noi!) quest’anno la buona sorte ci ha spesso aiutato permettendoci di portare in porto vittorie o pareggi negli ultimi istanti di gioco con circostanze fortuite o prodezze balistiche come quella del Toro di ieri. Siamo primi COME DOVEVA ESSERE e abbiamo anche un punticino in più, ma questo non deve bastarci. E’ proprio in questi momenti che dobbiamo pensare a migliorarci, a cambiare certe situazioni che non vanno, non quando le cose vanno male e la polemica diventa forte e stringente. Tra l’altro, se è più che probabile che si vinca il torneo, non è altrettanto scontato che ci vada bene nei play off. E questo non può succedere. Mi spiego meglio: per i pellai, quelli di Altopascio e di Figline, la eventuale mancata promozione è qualcosa che fa male, ma non rappresenta certo una QUESTIONE VITALE come per noi. Il LIVORNO il prossimo anno DEVE ESSERE in D (come minimo).
PUNTO.
NON CI SONO ALTERNATIVE!!! NON POSSIAMO CORRERE IL MINIMO RISCHIO!!!
Questa è l’ENORME DIFFERENZA tra noi e gli altri.
Se la squadra non gioca, nonostante (sulla carta) un organico di lusso, occorre fare in modo di sfruttare comunque al massimo la potenzialità per trovare quell’assetto che dia più garanzie di vittoria. Giocare con un 4231 solo perché così si possono schierare più big e ci sono meno polemiche nello spogliatoio non porta lontano. In questa categoria il primo comandamento è la grinta, l’agonismo, accompagnata dal passo veloce (guarda caso nel 1° tempo i migliori sono stati Frati e Pecchia). Gli avversari corrono in 11 e avere troppi elementi con caratteristiche dinamiche inferiori significa trovarsi già in difficoltà prima di scendere in campo.
Il modulo in questione, il 4231, richiede inoltre baricentro alto, squadra corta e perciò terzini che sappiano fare (e bene) le due fasi. Con Sottil, quando eravamo al completo e in forma s’era primi, quando cominciarono le defezioni e la squadra risultava lunga si perdeva e s’era da mezza classifica, se non più giù. Metter un centrale come Palmiero sulla fascia significa non riuscire a salire (infatti è stato il peggiore in campo). Contro 11 che corrono, tenere un centrocampo con due sole persone significa giocare a tamburello e in quel gioco la tecnica non vale più, il divario che c’è sulla carta scompare: prevale la dinamicità. Non occorre essere andati a Coverciano per capirlo.
Comprare Luci e non metterlo in condizione di poter esprimere quello che sa fare (perché LO SA FARE!) è da masochisti. Dovrebbe essere quello che dà ordine al gioco e imposta l’azione, invece NESSUNO gli passa il pallone ed è assistito da un altro centrocampista, Gargiulo, con passo e movimenti troppo lenti. Quasi sempre il ragazzo, proprio per le sue caratteristiche, è facilmente aggredito per cui perde il pallone o lo rilancia a caso. Con Luci, centrale e perno del gioco, oltre a Pecchia, ottimo incontrista che deve essere tenuto sulla linea a 3 di centrocampo, occorre un altro incontrista dall’altra parte (Gelsi?) Davanti a Luci, occorre invece un trequartista mobile, bravo e con capacità di sacrificio come Apolloni, che serva le due punte (uno grosso e uno rapido. Ne abbiamo in abbondanza e tutti bravi). Credo che la miglior partita del Livorno sia stato il primo tempo di coppa con il Cenaia, dove Apolloni fu stratosferico. Eravamo soltanto in 13 e alla fine la stanchezza permise agli avversari di pareggiare, ma il gioco ci fu e veramente brillante.
Chissà perché quando mancavano i giocatori e Apolloni era la fonte del gioco si vinceva talvolta anche convincendo, comunque convincendo più di ora. Al completo e con gli acquisti facciamo piangere e Apolloni fa tanta panchina o viene schierato fuori ruolo.
La dirigenza provveda, provveda in qualche modo, anche senza cambiare allenatore che potrebbe essere destabilizzante. Lo faccia come meglio crede (noi la stimiamo e confidiamo in lei) MA PROVVEDA.
Quando arriveremo alla vigilia dei play off la squadra DEVE AVERE UN’IDENTITA’ DI GIOCO. E’ un fattore fondamentale che dà sicurezza, tranquillità anche ai giocatori, aumentando esponenzialmente le probabilità di vittoria.


POLITICA: LA GUERRA IN EUROPA
Spesso si sentono tanti bla bla detti con un tono che si capisce precede poco dopo un “ma”. Ecco, basta cancellare dalla mente tutti quei bla bla che servono per creare confusione, far credere a un giudizio ponderato, quando invece l’interesse è soltanto mettere in campo tutto ciò che segue il “ma”.
Nel commentare la guerra in corso succede questo a gente come Salvini, legata a filo doppio alla Russia da interessi economici, e a tanti di estrema sinistra che sono rimasti all’epoca dell’URSS e che per motivo si sentono psicologicamente vicini alla Russia di Putin. Vauro a Piazza Pulita l’ha reso talmente evidente da farmi cascare le braccia. In quel caso il bla bla precedente il “ma” erano i gruppi neonazisti ucraini.
Premesso che tutti (o quasi) i paesi dell’est sono diventati conservatori e spesso fortemente reazionari, vedi Ungheria e Polonia, in Ucraina sta governando un governo di stampo conservatore, ma nettamente filoeuropeo. Lo era anche il precedente, quello arancione che ha fatto la rivoluzione proprio per quel motivo.. E’ ovvio: cercano di uscire dalla morsa russa; la gente agogna quel consumismo che è mancato nel passato e negli ultimi anni acquisito solo in parte.
L’UE è la miglior prospettiva. Se entrassero, farebbero razza con i popolari, ma non avrebbero nulla a che vedere con i movimenti come vox, Lega, quello brexit di Farage ecc. E neanche a livello dei governi reazionari come il polacco e l’ungherese. I battaglioni armati con insegne neonaziste esistono: hanno fatto sfoggio della loro indegna ideologia nella guerra di secessione combattuta nel Donbass. Era l’occasione perfetta per il loro credo e per mettersi in evidenza. Ma sono piccole realtà che non hanno nulla a che vedere con il potere centrale, né tanto meno con il popolo. Se la guerra di secessione fosse avvenuta da noi avremmo sicuramente visto gruppi armati di Casapound e Forza Nuova combattere in nome del nazionalismo. E’ quello che cercano.
MA QUESTO COSA CI COMBINA CON ETICHETTARE UN POPOLO E UN GOVERNO (eletto con libere elezioni, quelle ottenute con fatica anni prima con la rivoluzione arancione) come NEONAZISTA e prendere le parti di Putin?
Che le ragioni della situazione in corso non siano tutte da una parte è vero, ma valutiamole senza condizionamenti ideologici. Se andate a pag. 8 di questo topic vedrete che in data 10 Gennaio, perciò in epoca dove la guerra non era vicina, né preventivabile, ho scritto che accerchiare la Russia non era né giusto né furbo. Quando è crollata l’URSS gli accordi non erano tali. La NATO, zitta zitta si è allargata e il primo e secondo (mandato) Putin non ha fatto neppure obiezioni. Sinceramente, dopo un mese e mezzo, dopo l’avvenuta invasione, il mio modo di cercare equilibrio e verità mi fa rettificare parzialmente il tiro di quanto ho scritto allora. Sì, è vero: non è giusta una cintura NATO intorno alla Russia, ma non è neanche giusto che le grandi nazioni decidano il destino di quelle più piccole a loro insaputa e senza il loro volere. A Yalta, nel 43, Stalin, Roosevelt e Churchill hanno diviso il mondo in sfere d’influenza. Va bene, era una condizione di eccezionale gravità: c’era quella drammatica guerra ecc.; tutto vero, tutto giusto, ma il mondo si è poi trovato come è stato deciso da altri. Prendiamo il nostro caso: abbiamo subito per decenni il peso di quella decisione che ha condizionato l’indirizzo politico. Chissà cosa sarebbe successo se avessimo avuto veramente la libertà di scelta, senza i condizionamenti americani, palesi e occulti…
Idem dopo il 91. Dire che stati baltici, Ucraina, Bielorussia ecc non potevano entrare nella NATO e nella UE significa aver condizionato la vita di decine di milioni di persone. Dovrebbero essere sempre i popoli a poter fare la libera scelta del loro destino.
Noi persone con sentimento di sinistra non possiamo esimerci da questo concetto che è fondamentale.
Detto questo, ho una convinzione che non sento espressa dai media nella carta stampata e nei numerosi dibattiti di questi giorni: credo che Putin non abbia una gran paura di avere una cintura NATO alla vita, quanto meno in chiave difensiva. La Nato non attaccherà la Russia, tutti lo sanno, e non perché da questa parte ci siano i buoni e dall’altra i cattivi, ma semplicemente perché in OCCIDENTE LA GENTE VUOLE STARE BENE E NON AVERE PROBLEMI. Figurati se vuole fare una guerra offensiva. Probabilmente, succedesse un’invasione, noi non faremmo come gli ucraini: troppo sacrificio. Ci arrenderemmo al nemico e subito dopo la resa gli diremmo: via ora lasciaci vivere come stavamo facendo. Comanda te, ma un ci rompe i coglioni.
No, credo che Putin abbia paura di un’altra cosa, di un pericolo che la vicenda Ucraina può riflettersi sul sentimento della gente del suo popolo. Nell’89 il comunismo è caduto senza una guerra. E’ caduto perché non ha saputo riformarsi. Il discorso si fa lungo, e il messaggio chilometrico. Non voglio rifare la storia dell’URSS, ma dobbiamo dire che dopo il 17 il nuovo sistema politico è stato assediato dall’esterno, ma anche combattuto dall’interno. Solo una guida forte, autoritaria poteva in quegli anni e nei decenni successivi mantenere il potere e cercare, imponendo un certo modello di società, di FAR MATURARE NELLA GENTE LA COSCIENZA DEI VALORI CHE VENIVANO PORTATI AVANTI. Quello era il passaggio necessario per arrivare alla fine a una società “SOCIALISTA E LIBERA”. Ma è stato aggredito dal nazismo e poi c’è stata la guerra fredda, lo sviluppo economico che in occidente ha portato disuguaglianze, ma anche benessere. Il termine di paragone con il livello di vita occidentale poteva risultare perdente perché si sa com’è la gente e la coscienza dei valori spesso viene messa da parte da quello che è il volere della pancia. Da noi Berlinguer l’aveva capito e avrebbe voluto quella “famosa terza via” per la quale, se fossi umano, mi verrebbero i brividi pensando a quanto sarebbe stato bello se avesse avuto la possibilità di realizzarla. In Russia, però, c’era Breznev, non Berlinguer, e quando è salito al potere Gorbaciov la frittata era ormai fatta: il popolo di oltrecortina voleva ormai affossare un sistema che risultava oppressivo e offriva meno piaceri alla pancia. Il comunismo è crollato da tutte le parti PERCHE’ IL POPOLO NON LO VOLEVA PIU’.
Quelli stessi popoli ora hanno cellulari, vanno a ristorante e cominciano a viaggiare, MA TANTA GENTE E’ PIU’ POVERA E DISPERATA DI PRIMA E MAGARI NON VA NEPPURE A VOTARE, PUR POTENDOLO FARE.
NON ERA SBAGLIATO IL PRINCIPIO DI QUEI REGIMI, ma L’APPLICAZIONE. I partiti comunisti dell’est al governo non l’hanno capito, non hanno voluto cercare un adeguamento con i tempi, e appena la stretta è stata allentata il popolo ha scelto di andare a Occidente.
Il mondo, la storia, ha perso un’occasione. Vorrei che si ricreasse la possibilità in Occidente, trovando qui qualcosa che assomigli a quella famosa terza via.
Tornando a bomba, Putin ha paura che non solo in Ucraina scelgano la Ue, ma la scelgano in Bielorussia (dove gli imbrogli e la forza hanno impedito la caduta del regime) e soprattutto la scelgano in casa sua. La vera paura di Putin è questa: di veder crollare il suo regime come l’URSS nell’89-91, sapendo che se si solleva il popolo non lo fermi più. Il popolo è una massa grigia, informe, si muove solo in certe condizioni particolari.
La differenza enorme tra ora e il 91 è che prima, bene o male, pur senza libertà e senza consumismo tutti avevano una casa, un lavoro, tutti avevano istruzione e sanità gratuiti. I burocrati godevano di qualche previlegio in più, ma non certo quelli degli oligarchi che oggi si spartiscono tra loro il potere e l’immensa ricchezza delle materie prime. La sanità è scesa al 72° posto nel mondo e il Covid ha massacrato la popolazione. L’istruzione non è più quella di prima, così come l’edilizia. La povertà è diffusa e, cosa peggiore, contrasta con il benessere di persone che sfoggiano il peggior consumismo. Una nazione così immensa, ricca, ha il PIL della Spagna. Non è stata sviluppata un’industria di trasformazione che avrebbe portato sviluppo, progresso, maggior benessere. La gran parte delle risorse sono indirizzate alla macchina bellica.
Le materie prime vengono commercializzate allo stato naturale da quei pochi oligarchi che se ne sono appropriati. In queste condizioni di fronte al sogno europeo, occidentale, del consumismo, livello di vita di quel mondo, cade l’Ucraina, cade la Bielorussia… e poi cade anche la Russia.
Questo pensa Putin, cercando disperatamente di mantenere il suo potere personale e quello dei pochi che lo condividono. Fino a quale punto è disposto ad andare? Fino a quello di mettere paura usando la forza con lo sgancio di una bomba atomica in un paese dell’est (Moldavia, Romania o giù di lì) per convincere il pasciuto Occidente di lasciarlo fare, almeno con i suoi vicini? “Poi mi fermo e non rompo più i coglioni” dice Putin tra le righe del suo ermetismo.
Metterlo alle corde in effetti è pericoloso, ma è pericoloso per noi, per la nostra vita politica che gente come Vauro, Rizzo e chissà quanti altri massimalisti di sinistra, forse anche del forum, non capiscano che la Russia è uno stato che non ha niente a che vedere con l’ex URSS e che è molto più vicina al fascismo di tante altre nazioni.

Re: L'angolo del clone

Inviato: sab 5 mar 2022, 19:24
da il clone
Troppi avvenimenti tra guerra, Livorno ecc. non posso proseguire con la 2° puntata dedicata al 30° anniversario di Mani Pulite e alla storia della società italiana che slitta alla settimana successiva. Non interesserà a nessuno, ma a me sì, perché non mi piace lasciare le cose a mezzo.
Ma veniamo al dunque e sono tutte note dolenti.
CALCIO: E' IL MOMENTO DELLE RISPOSTE (E DELLE SCELTE)
L'ABBIAMO DETTO già dopo qualche partita: non giochiamo, non abbiamo nessuno schema, a differenza degli altri. Magari vinciamo per delle giocate individuali, ma non giochiamo. Era doveroso già all'inizio, perché la verità va sempre detta (anche se nel modo giusto e cercando sempre di costruire). NON L'ABBIAMO RIBADITO nel momento difficile, quando tra squalifiche e infortuni erano rimasti due gatti a giocare, due gatti che hanno fatto quadrato e per fortuna realizzato un bel filotto di risultati. NON L'ABBIAMO RIBADITO anche perché il nostro uomo di fiducia, il grande Igor (dire GRANDE Igor fa pensare all'aspetto fisico del Nencioni, ma si sa che non è lui) ci ha detto di confidare perché squadra e allenatore stavano facendo un gran lavoro. L'ABBIAMO APPENA ACCENNATO alla ripresa del campionato, dopo Fucecchio, perché tra buche, vento e altro le attenuanti c'erano, ma ora, dopo queste altre tre partite, DOBBIAMO DIRLO CON FORZA e la famosa riflessione che avevo a suo tempo sollecitato ORA DEVE AVVENIRE. In particolare deve essere RISPOSTO alla seguente DOMANDA: perché giochiamo SEMPRE peggio degli altri e a differenza di loro NON ABBIAMO UNO SCHEMA DI GIOCO? Perché gli altri, in gran parte DOPOLAVORISTI, corrono e HANNO UNA RAPIDITA' nettamente superiore a BUONA PARTE dei nostri PROFESSIONISTI?
A parer mio ci sono solo due possibili risposte:
1) IL PROBLEMA E' STRUTTURALE: abbiamo troppi GIOCATORI strutturalmente LENTI e con caratteristiche che NON sono COMPLEMENTARI, SOPRATTUTTO A CENTROCAMPO.
Possiamo variare uomini e schemi, ma non si otterrà qualcosa troppo diverso da quello che abbiamo visto. E' COSI' E DOBBIAMO perciò CONFIDARE SULLE INDIVIDUALITA'.
2) C'E' in parte ANCHE IL PROBLEMA STRUTTURALE di cui sopra, ma SI POTREBBE COMUNQUE FARE MEGLIO. L'allenatore NON RIESCE A GESTIRE i giocatori e NON HA LE CAPACITA' di creare quegli schemi che in campo procurano poi situazioni che con la qualità degli attaccanti che abbiamo produrrebbero gol.

QUALE DELLE DUE RISPOSTE E' QUELLA GIUSTA?
Se è la prima non c'è che da fare quadrato anche noi tifoseria pretendendo comunque dai giocatori che escano dal campo con la bava alla bocca. TUTTI, NON QUALCUNO SI e QUALCUNO NO.
TUTTI!!! Indipendentemente dal nome che hanno. C'importa una sega del nome. E prima di tutto dovrebbero pretenderlo la società che si fruga per pagarli e che quest'anno sta decidendo gran parte del suo futuro. IL CAMBIO DELL?ALLENATORE SAREBBE in questo caso DESTABILIZZANTE.

Se è la seconda, il CAMBIO DELL'ALLENATORE E' DOVEROSO, INDISPENSABILE, anche se SIAMO IN FORTE RITARDO e i TEMPI SONO STRETTISSIMI (come farlo con le partite, tra l'altro decisive, ogni tre giorni?). Infatti NON VERRA' COMUNQUE FATTO proprio per mancanza di tempo, rischiando però di rimpiangere l'inerzia dei tempi passati.

UN GRAN BEL CASINO. UNA SCELTA DIFFICILE.

Re: L'angolo del clone

Inviato: sab 5 mar 2022, 20:12
da il clone
Riprendo con la politica.
POLITICA 1: PREPARIAMO LE CERBOTTANE
il problema ce l'ha anche Spirit in famiglia e lo fa incazzare a bestia. Questa identificazione URSS=RUSSIA, le scuse dei gruppi nazisti ucraini, ignorando TUTTE LE NEFANDEZZE ALL'INTERNO (repressione, omicidi oppositori, capitalismo sfrenato in mano a un gruppo di ricchi e arroganti, industria inesistente, sanità e istruzione lontane parenti di quelle dell'epoca comunista) e ALL'ESTERO (finanziamenti a tutti i partiti di estrema destra europea, pienamente fascisti o un po' meno, come la Lega, politica imperialista con massacri in Cecenia, occupazione delle province della Georgia, della Crimea, azioni per favorire il separatismo del Donbass) porta a dire con UN'IPOCRISIA effettivamente INSOPPORTABILE: SIAMO PER LA PACE.
SI' alla PACE e perciò udite bene... NIENTE ARMI DALL'OCCIDENTE AI RESISTENTI UCRAINI.
Questo è il concetto di pace. Il secondo esercito più forte del mondo che ha COLONNE DI MEZZI MILITARI lunghe 60 Km, che ha razzi lanciati da centinaia di Km, anche dalla Bielorussia, che spara e distrugge palazzi di tutte le città senza curarsi di nulla, dopo avere DISTRUTTO GRAN PARTE DELLE DIFESE UCRAINE, l'esercito russo, insomma, che PUO' SPARARE. VA TUTTONBENE!!!
Quei civili che difendono integrità e identità del loro paese, che non fuggono, che addirittura rientrano anche dall'estero, che fabbricano bombe molotov che avranno poi il coraggio di lanciare addosso ai carri armati, sfidandoli il loro fuoco, ecco, quei civili non devono ricevere armi da quell'occidente con il quale si identificano, che sognano e per il quale sono invasi. Devono morire come topi quando, finito il flusso dei civili nei corridoi umanitari, ci sarà l'attacco finale per la presa delle città.
Questo è il pensiero della sinistra massimalista. Ma come puoi cambiare le cose? Come puoi combattere le destre in occidente e creare un capitalismo MENO INGIUSTO DI QUELLLO CHE C'E' ORA se il PENSIERO PROGRESSISTA SI PORTA DIETRO QUESTI ASSURDI RETAGGI DI UN PASSATO che oltretutto non c'entra niente con la realtà russa attuale.
NO, NON DIAMO LE ARMI AGLI UCRAINI: DIAMO LORO LE CERBOTTANE con la carta per fare i pirulini da mettere dentro e soffiare addosso agli avversari, COME SI FACEVA DA BAMBINI IN PIAZZA MAZZINI.
Con le CERBOTTANE, CONTRO I CARRI ARMATI.
Ma levatevi di ulo.

POLITICA 2: BEL MI MATTARELLA
Come nell'altro mandato, Mattarella ha rifiutato tutti i benefici economici dell'elezione presidenziale, oltre ai vitalizi come parlamentare. Durante anche questo mandato riscuoterà l'equivalente di quanto maturato con LA PENSIONE DI PROFESSORE UNIVERSITARIO, così come succederà quando non sarà più presidente.
Certo, la sua pensione non sono due lire, ma è il frutto del suo lavoro un'onesta professione, sicuramente inferiore, per fare un esempio, ai guadagni di tanti buffoni dello sport e dello spettacolo. E comunque non sono tanti i benestanti che rifiutano guadagni più ampi. Anzi, trovano il modo per accumularne di più.
Bel mi Mattarella, fossero tutti onesti e con il senso dello stato che hai tu. Purtroppo, intorno a te, in parlamento, non tutti, ma tanti sono solo BUFFONI.

POLITICA 3: CON L'EVASIONE FISCALE NON SI SCHERZA
Finché si ruzza, si ruzza e Draghi può stare anche lì. In fin dei conti fa comodo a tutti un Drago riconosciuto dall'Europa per avere i vaini del PNNR. Ma se il Drago cerca di STANARE GLI EVASORI, se cerca di sanare qualcuna DELLE TANTE, TROPPE, INGIUSTIZIE, allora no, allora non si scherza più: Draghi si levi di ulo e vada a casa, come ha minacciato di fare (è l'unica arma che ha). Vada a casa anche se siamo nella più drammatica e pericolosa guerra in Europa dal 45. Chi se ne frega anche della guerra: gli interessi delle FORZE CONSERVATRICI, DEI GRUPPI DI POTERE che da sempre giocano sulla pelle della povera gente sono troppo importanti. La RIFORMA DEL CATASTO E' UNA PIETRA MILIARE per comprendere chi dichiara poco, ma ha invece grandi patrimoni. E' il primo tassello per scoprire i veri poveri, separandoli dai falsi poveri. Se riuscisse questa differenziazione, potrebbero essere varate vere leggi a difesa dei primi e altre a penalizzare i secondi. La RESISTENZA E' ENORME e i giallorossi si sono salvati in commissione per il voto di un ex forzaitaliota, LUPI, che ha affermato la giustizia della riforma. Quasi un'assurdità: tra loro c'è anche qualche persona come si deve.
Il percorso è però lungo e pieno di ostacoli. Forza DRAGO, non deflettere. Forza giallorossi, uniti, coesi per i bene della parte migliore dell'Italia.

Re: L'angolo del clone

Inviato: dom 6 mar 2022, 17:40
da mastacchi
il clone ha scritto: sab 5 mar 2022, 20:12
Questo è il pensiero della sinistra massimalista. Ma come puoi cambiare le cose? Come puoi combattere le destre in occidente e creare un capitalismo MENO INGIUSTO DI QUELLLO CHE C'E' ORA se il PENSIERO PROGRESSISTA SI PORTA DIETRO QUESTI ASSURDI RETAGGI DI UN PASSATO che oltretutto non c'entra niente con la realtà russa attuale.
NO, NON DIAMO LE ARMI AGLI UCRAINI: DIAMO LORO LE CERBOTTANE con la carta per fare i pirulini da mettere dentro e soffiare addosso agli avversari, COME SI FACEVA DA BAMBINI IN PIAZZA MAZZINI.
Con le CERBOTTANE, CONTRO I CARRI ARMATI.
Ma levatevi di ulo.
un m'aspettavo questa presa di posizione dar clone, la vedevo più da spirit!

siccome ieri ero a manifestare, come sempre quando si tratta di pace, si parli iraq, afganistan, ex-jugoslavia, palestina, siria, yemen, libia, kurdistan, mi sento di dire du' parole, senza pretesa di convince' nessuno.

boia, mi son detto pio!

in ognuna delle guerre asimmetriche dell'urtimi trent'anni, fornire armi ai resistenti un era mai stato all'ordine del giorno delle manifestazioni per la pace, nemmeno quando l'aggressore (nel 90% dei casi) si chiamava usa o nato.

aldilà del problema etico, c'è un problema militare alla base di questo atteggiamento: fornendo un mitra stai semplicemente condannando a morte un resistente, perché la sproporzione fra le forze è talmente smisurata che il confronto militare non ha senso.

si è sempre preferito l'azione diplomatica, direttamente dal basso e spingendo quella dall'alto: a belgrado i pacifisti erano sui ponti, in iraq siamo sempre rimasti sul territorio (anche quando ci rapivano), anche durante la guerra. queste sono le azioni dei pacifisti: non s'è mai fatto le collette per fa' arriva' i kalashnikov in iraq, più che artro s'è provato a denunciare i crimini di guerra (fatemi ricordare vik arrigoni a gaza) e a finanziare ospedali (qui ricordo un altro bischero che preferiva il bisturi al carrarmato, gino strada), cibo, medicinali, indumenti, scuole.

le azioni politiche sono anche le uniche che storicamente nei conflitti asimmetrici hanno funzionato: in sudafrica un c'è voluto i carrarmati per ammazzare l'apartheid, e perfino in Vietnam c'è voluta la sconfitta politica, in casa e nel mondo, per arrivare alla fuga da saigon dell'ameriani.

a cosa porta l'invio di armi, invece, te lo spiega bene la storia: gli usa un sono intervenuti direttamente in afganistan, dopo l'invasione russa. hanno però finanziato diverse fazioni antirusse per farli diventare dei veri e propri eserciti. a oltre 40 anni di distanza sono ancora lì che si combattono, si sono internazionalizzati e hanno fatto e fanno danni in tutto il mondo.
in ex jugoslavia le grandi potenze un hanno partecipato alla guerra: hanno soffiato sul fuoco dell'indipendentismo-quando-mi-pare-a-me e fornito tutto l'armamentario possibile, e la conseguenza sono stati anni di guerra e di stragi, e la frammentazione politica che ha distrutto un grande stato, fautore del movimento dei paesi non allineati in piena guerra fredda, e formato tanti piccoli micro stati, connotati etnicamente o dalla religione (islamici, cattolici, ortodossi), e destinati alla dipendenza da questa o quella potenza. ho parlato ieri con una compagna serba, contenta perché si stanno riallacciando i rapporti con i croati e i macedoni: ma sono passati quasi trent'anni.
bella anche l'azione diretta franco americana in libia, anche lì hanno ammazzato un capo di stato che un gli garbava, ma hanno fatto un favore alla pace? e la popolazione sta meglio oggi o prima dell'intervento? e anche lì ora diamo le armi, a una delle due fazioni che ancora oggi sono in lotta per il potere, a seconda delle nostre alleanze e convenienze: alcuni armano uno, altri l'altro, così s'ammazzano meglio fra di loro.
dell'iraq non parlo, se non per dire che chi c'ha messo le mani e l'ha ridotto com'è ora, dovrebbe essere al bando della comunità internazionale: altro che sanzioni! ah, già, ma invece sono nostri amici, e ora danno l'armi all'ucraini, quindi son boni e cari.

il movimento pacifista esiste da anni, ha fatto mille lotte, mille discussioni e mille autocritiche, ha avuto alti e bassi, ha mille anime, ma di principio "ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali": chiunque coinvolgano, e per questo merita se non altro ascolto e rispetto.

far diventare il conflitto tra russia e ucraina (in cui la mia simpatia va in maniera netta per gli ucraini, ma la mia speranza è che finisca al più presto!!!!) un altro pantano di guerra (sarà un caso che tutte le guerre imperialiste portano a situazioni che si trascinano nel dolore e nella sofferenza per decenni?) in cui le grandi potenze si misurano una direttamente e altre in via indiretta, ma certamente non alleviando le sofferenze delle popolazioni, un ci sembra una soluzione.

perché invece draghi macron e scholz non si fanno portare in bielorussia all'incontro tra i belligeranti e un ni danno du' nocchini dati bene?
forse perché è troppo vicino al teatro di guerra, e la guerra è meglio farla fare ai poveracci, ai resistenti ucraini e ai militi di leva russi. si fa una bella figura e un si rischia una sega. obbravi, battiamoni anche le mani, e bacchettiamo i pacifisti. come succede sempre, all'alba di ogni guerra: viva i leader, abbasso i disertori.