LIVORNO-Cuneo 25 aprile 1993

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LIVORNO-Cuneo 25 aprile 1993

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Questa partita è ricordata per un evento accaduto qualche giorno prima, che con lo stadio in senso stretto non c'entra nulla, ma che sconvolse l'intera città di Livorno e di conseguenza anche tutta la tifoseria amaranto.
Il 20 aprile infatti in circostanze incredibili muore Maurizio Tortorici, un ragazzo ventenne, tifoso di curva.
Un pensiero per te Maurizio, Livorno non ti ha mai dimenticato.

INSEGUITO DAGLI AGENTI MUORE A MANI ALZATE
LIVORNO - Forse sarebbe finito tutto con una multa, invece un ragazzo è stato ucciso per sbaglio da un poliziotto dopo un inseguimento lungo una strada di periferia. E la tragedia di un operaio incensurato ha fatto esplodere la rabbia di una città, di un quartiere insorto contro la polizia, i posti di blocco, le mitragliette troppe volte spianate per i controlli. Appena sentito lo sparo la gente è scesa in piazza, infuriata per aggredire l' agente terrorizzato e il collega rimasto in macchina, gridando vendetta in un clima da linciaggio. Il questore di Livorno, dopo un vertice d' emergenza con dirigenti e magistrato, è corso ai ripari per calmare la piazza, ha dovuto chiedere scusa pubblicamente, assicurare che giustizia sarà fatta. La gente del quartiere, i portuali, i camionisti che ci vivono, mescolano rabbia e paura e dicono che non potranno dimenticare più quello che è successo. Poco prima di mezzanotte un centinaio di ragazzi si sono riuniti davanti alla questura scandendo slogan e chiedendo la "verità" sull' accaduto. Il capo della squadra mobile e quello della sezione anticrimine hanno tentato di calmarli ma non sono riusciti a mandarli a casa. Maurizio Tortorici, 22 anni, era uscito presto da casa, dopo pranzo. Alla mamma aveva detto che voleva provare subito la marmitta nuova della moto, una Kawasaki verde 125: gli piaceva correre sui campi, impennare e sognare. Forse l' ha fatto anche ieri pomeriggio, vicino a casa, nella zona nord tra i capannoni industriali dove sfrecciano i camion che vanno al porto. Ma questa volta una pattuglia della polizia stradale lo ha visto, inseguito, gli ha urlato di fermarsi, ma lui niente, via imprudente e veloce, con la sua moto a divorare i chilometri, le curve a gomito, il passaggio a livello. Il ragazzo forse aveva paura che i poliziotti gli sequestrassero la moto per via dell' assicurazione scaduta, così non si è fermato nemmeno quando hanno sparato un colpo in aria. Ma la fuga è finita presto. Altri 300 metri e il giovane è caduto vicino al marciapiede, accanto a un bar. E solo a quel punto si è arreso, alzando le mani per dire "mi arrendo". Ma, secondo le testimonianze, il poliziotto gli avrebbe puntato la pistola e a quel punto è partito un colpo che ha preso in pieno allo stomaco Tortorici. Il ricovero all' ospedale e l' operazione, più di tre ore sotto i ferri, non sono servite a niente. Il giovane è morto poco prima delle sei. Adesso c' è una famiglia a pezzi, un poliziotto in manette e un quartiere popolare in rivolta. Perché il ragazzo non era un delinquente ed è morto in maniera assurda tra la sua gente, i portuali e i camionisti di Livorno, nella zona di San Marco tra i palazzoni grigi e le fabbriche che stanno dietro al porto. Era qui la sua "pista", dicono gli amici, dove faceva vedere che ci sapeva andare sulla moto, anche su una ruota ma senza mai dimenticare il casco. Adesso chiedono giustizia, e non gli importa sapere se il colpo è partito per caso o è stata la bravata di un poliziotto bambino dai nervi fragili. "Hanno ucciso un bravo ragazzo, questa è l' unica tremenda verità", urlano dal bar dove si sono radunati in duecento, e sono giovani, donne, bambini. Dicono che una persona ha visto tutto e che inchioderà il poliziotto: è un pensionato, si è sentito male subito dopo lo sparo ed è stato portato via. Ma stamani andrà dal magistrato per raccontare. A chi l' ha soccorso ha detto solo: "Queste cose le avevo viste solo al cinema". La tensione è esplosa subito dopo, quando alcuni camionisti e due automobilisti hanno tentato di aggredire gli agenti, impietriti, davanti al corpo sanguinante del ragazzo. Ma sono arrivate prima due volanti della polizia, un funzionario della Mobile avrebbe detto ai due poliziotti: "Toglietevi la divisa o qui finisce male". Così li hanno portati via tra due ali di folla inferocita, che gridava "assassini", "fascisti". Sono arrivati i ragazzi della piazzetta, gli amici di Tortorici. Uno di loro Andrea, adesso racconta: "Abbiamo sentito urlare, hanno sparato a Izio, correte correte sta morendo. Mi sembra impossibile: è un ragazzo buono, timido un bamboccione, insomma pensava solo alla sua moto. Precedenti penali? Ma chi Izio, siete impazziti". Sì, era un bravo ragazzo e lo conferma il questore di Livorno, Plantone, che chiede scusa: "In effetti Tortorici era incensurato, abbiamo controllato anche lo zainetto che aveva con sé ed era tutto a posto, collaboreremo con il magistrato, non possiamo fare altro".

Link: https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... lzate.html




Maurizio Tortorici non lo dimentichiamo
Aprile 1993, Livorno è in piena crisi occupazionale. Dalla Borma al Cantiere è cassa integrazione. La politica parla di nuove aree produttive e di porto turistico. I familiari del Moby Prince chiedono ancora verità.
Il Livorno del patron Achilli e Lady Giusy milita nei Dilettanti. Ma è comunque Livornomania: la squadra di Zoratti è in piena corsa promozione. Domenica 18 vince in trasferta a Sanremo e si porta ad un punto dalla capolista Vogherese. Segnano Campistri e Moschetti, doppietta, per la gioia dei mille tifosi al seguito. Tra quei mille c'è anche un giovane meccanico di 22 anni, con la passione per la moto, Maurizio Tortorici. Un ragazzo responsabile e ben voluto.
Lo conoscono un po' tutti, abita nel quartiere San Marco, in via Tranquilli. Una via che gli si addice: per la gente è il classico bravo bimbo. È martedì 20. Da giorni Maurizio sta lavorando ad una moto, una Kawasaki X 250. Verso le 13,15 esce di casa: è ansioso di provarla. Passa da via Solferino, al Bar Danila, dove è solito fermarsi, con lui un amico. Prendono via Salvatore Orlando, l'amico si ferma alle Officine Lami, Maurizio prosegue il suo giro di prova, forse accelera, forse impenna. Su quel tratto è in servizio la Volante della Polizia Stradale comandata dal livornese Flavio Pontanari. Nel weekend i carabinieri hanno ritirato 5 patentini, 10 carte di circolazione e sequestrato 25 ciclomotori. Probabilmente Maurizio lo sa, come sa che la sua moto è senza assicurazione. Probabilmente pensa al padre, che ha problemi di salute: non vuole dargli pensieri, non vuole farlo agitare. Alla sprovvista viene colto da tutti questi pensieri. È un attimo, una scelta istintiva, dá gas. Parte l'inseguimento. Dal finestrino della Volante spunta una pistola. In piazzale Zara vengono esplosi due colpi. Una prima sbandata della moto, poi la svolta in via delle Cateratte. La strada si restringe, un camion gli viene incontro, Maurizio lo evita sterzando bruscamente ma perde il controllo, sbanda violentemente e cade. La moto si va ad incastrare nel guard-rail.
Sono circa le 14. Maurizio è a terra, stordito e sulle ginocchia. Il poliziotto Pontanari, arma in pugno, scende dall'auto. Gli balza davanti, gli punta contro la Beretta ed esplode un colpo che colpisce Maurizio all'addome. Pontanari viene allontanato dal collega, la macchina viene circondata da una folla rabbiosa. Arrivano tre volanti, si fanno strada con pistole e mitragliette. Maurizio nel frattempo viene soccorso da un automobilista che lo porta all'ospedale. L'operazione finisce alle 17.30, così come la sua vita. Per i familiari e i molti amici accorsi è una tragedia immane, ma è tutta la città che si sente ferita.
Nella notte non mancano momenti di tensione davanti alla questura. Il giovedì successivo 5mila studenti scendono in piazza e convergono nuovamente alla questura dove protestano con un sit-in obbligando il Questore a scendere e dare spiegazioni. Allo stadio uno striscione per Maurizio fa il giro del campo. Un altro, Maurizio nel cuore della Nord è steso sopra lo striscione Fedayn. Partano le indagini, si ipotizza l'omicidio volontario. Ma l'arma è difettosa. Passano 10 anni, Pontanari viene condannato per omicidio colposo. Fa circa due anni, poi la pena è sospesa. Torna a lavorare, prima a Viareggio poi alla questura di Lucca come impiegato civile.
Intanto lo Stato vuole da lui i soldi che ha dovuto risarcire alla famiglia Tortorici. Il Tirreno ne racconta il dramma. In una clamorosa intervista il povero omicida accusa la Polizia stessa di mobbing nei suoi confronti. La mattina del 7 febbraio 2006 sale sul tetto del Tribunale di Viareggio e minaccia di buttarsi di sotto. Si dice disperato perché deve pagare allo Stato 125mila euro. Il giorno dopo Stefania Tortorici, sorella di Maurizio, legge la notizia e scrive immediatamente una lettera: altro che soldi, dovrebbe sentirsi disperato per aver ucciso suo fratello. Pontanari dice che da quel giorno la sua vita è diventata un inferno.
Ma è sempre la stessa storia, le solite lacrime di coccodrillo. Le armi in faccia continuano ad essere puntate lo stesso, difettose o meno che siano. Ed un brivido corre sulla schiena a ripensare alle parole, raccolte dai testimoni, che Maurizio, sanguinante, pronunciò sul selciato: «Mi hanno sparato. Non ho fatto niente. Muoio...».


Link: http://www.reti-invisibili.net/retinvis ... 13814.html




Livorno non dimentica Maurizio Tortorici
Il 20 Aprile 1993, a Livorno, muore Maurizio Tortorici, ferito a morte durante un inseguimento con la Polizia Stradale. Nonostante siano passati quasi 30 anni, la città non dimentica.

Livorno, 20 Aprile 1993.

La notizia corre per tutta la città. Un ragazzo di 22 anni “è stato ucciso dalla polizia”.

A distanza di 29 anni non pretendo di fare chiarezza su cosa sia successo, ma soltanto ricordare un ragazzo, appena ventenne, scomparso prematuramente durante una corsa in moto finita in tragedia.

Maurizio Tortorici stava lavorando alla sua moto, una Kawasaki 250. Alcuni testimoni raccontano che era entusiasta all’idea di provarla. Quel maledetto martedì si ferma al bar in via Solferino, da dove parte insieme a un amico. Imboccata via Salvatore Orlando, l’amico si ferma a un’officina; Maurizio invece prosegue nel suo giro di prova e, come riferiscono alcuni testimoni, a velocità molto sostenuta.

In quel frangente incrocia una pattuglia della polizia stradale che, vedendo la moto andare ad alta velocità, si mette all’inseguimento del mezzo. Maurizio è consapevole di non avere l’assicurazione in regola e dà gas senza pensare alle conseguenze, ignaro che potesse finire freddato in strada da un colpo di pistola.

Durante l’inseguimento, dal finestrino della volante, spunta l’arma; all’altezza di piazzale Zara vengono esplosi due colpi. La corsa di Maurizio si conclude in via delle Cateratte, dove cade rovinosamente a terra per schivare un camion che stava procedendo in direzione contraria.

In quel momento scende dalla volante un poliziotto, Flavio Pontanari, che gli punta contro la pistola dalla quale “accidentalmente” parte un colpo che lo ferisce all’addome. Sono circa le 14 e la zona è molto trafficata. Diversi testimoni assistono alla scena: il collega di Pontanari, rimasto leggermente distante, lo allontana dal ragazzo.

Numerose persone accerchiano la volante, tra la rabbia e l’indignazione crescente. Arrivano tre pattuglie in soccorso ai colleghi; l’agente viene così prelevato, caricato su una delle volanti intervenute sul posto e portato via. In tutto questo caos, proprio coloro che dovrebbero aiutare le persone in difficoltà si sono solo preoccupate di portare in salvo il collega, lasciando a terra Maurizio con una ferita sanguinante all’addome.

Come raccontano alcuni dei presenti, un automobilista carica il ragazzo sul proprio mezzo e lo conduce in ospedale, dove muore poche ore dopo. La tragedia ormai è compiuta e Livorno non perdona. Non ha mai perdonato un atto del genere.

Nei giorni successivi alla morte di Maurizio, diverse manifestazioni invadono la città; anche allo stadio viene esposto uno striscione per chiedere giustizia per il giovane ragazzo. Come riportano testate giornalistiche del tempo, diversi esponenti politici sollecitano un’interrogazione parlamentare a Nicola Mancino, allora Ministro degli Interni.

Negli anni a seguire le indagini portano a una condanna per omicidio colposo a carico del poliziotto che ha imbracciato l’arma ma, grazie alla rinomata giustizia italiana, il condannato sconta circa due anni. Poi la pena viene sospesa e Pontanari reintegrato come impiegato civile.

Nel 2006 Flavio Pontanari sale sul tetto del Tribunale di Viareggio, come riporta un articolo del giornale locale, minacciando di volersi buttare di sotto a causa del risarcimento da 125 mila euro che deve versare allo Stato italiano.

Il caso di George Floyd ha suscitato tanto scalpore proprio perché un passante, con uno smartphone, ha ripreso in diretta l’abuso di potere della polizia; negli anni ‘90 eravamo ancora molto lontani da questo mondo tecnologico, ma episodi simili esistevano già. Solamente che lo venivamo a scoprire il giorno dopo, dalla civetta del giornale in edicola.

Livorno non dimentica suo figlio Maurizio.


Link: https://www.fuoricomeva.it/2022/05/09/l ... tortorici/



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UNA FOTO DI QUEL GIORNO ALLO STADIO RIPRESA DAL LIBRO DI MAX:
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Re: LIVORNO-Cuneo 25 aprile 1993

Messaggio da 19=L=15 »

Striscione del godzilla, anche se la partita non è questa
Purtroppo sotto mano di meglio non ne ho, ma in basso si legge "csoa godzilla a Maurizio"
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Grazie per il report, una vita fa...
Anche per il fatto che forse ero nell'età giusta, quel fatto fu uno dei degli spartiacque dall'essere un bimbo a iniziare a diventare grande e vedere il mondo con occhi diversi , per me e penso anche per tanti altri più o meno dell'età mia.
Insomma, una delle cose per cui c'è un prima e un dopo.
"Bandera" amaranto, stretta in fronte, carica di dolor, ma terrà sempre fronte
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Mascalaito
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Re: LIVORNO-Cuneo 25 aprile 1993

Messaggio da Mascalaito »

Che ricordo tristissimo....chi ha vissuto quegli anni lì allo stadio non dimenticherà mai.
Ciao Maurizio!
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Giammai
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Re: LIVORNO-Cuneo 25 aprile 1993

Messaggio da Giammai »

Mascalaito ha scritto: lun 3 ott 2022, 8:31 Che ricordo tristissimo....chi ha vissuto quegli anni lì allo stadio non dimenticherà mai.
Ciao Maurizio!
Come non quotarti, sono passati quasi 30 anni, ma Maurizio è sempre nei nostri cuori.
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piazza
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Re: LIVORNO-Cuneo 25 aprile 1993

Messaggio da piazza »

Sono passati 30 anni, Maurizio sempre nei nostri cuori.

Maurizio Tortorici , 22 anni, alla guida della sua moto viene inseguito da una pattuglia della polizia.
Dal finestrino della volante spunta una pistola. In Piazzale Zara vengono esplosi due colpi.
Una prima sbandata della moto, poi la svolta in Via delle Cateratte, la strada si restringe, un camion gli viene incontro, Maurizio lo evita sterzando bruscamente, perde il controllo, sbanda violentemente e cade.
La moto si va ad incastrare nel guardrail. Maurizio è a terra, stordito.
Il poliziotto Pontanari, arma in pugno, scende imbestialito dall’auto.
Gli balza davanti, gli punta contro la Beretta, parte un colpo che colpisce Maurizio all’addome.
In molti hanno assistito.
La scena è chiara.
Pontanari viene allontanato dal collega, la macchina viene circondata da una folla rabbiosa.
Arrivano tre volanti, si fanno strada con pistole e mitragliette.
L’agente viene portato via tra le grida: “assassini”, “fascisti”
.

https://www.osservatoriorepressione.inf ... 3-livorno/
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Etruria
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Re: LIVORNO-Cuneo 25 aprile 1993

Messaggio da Etruria »

Brividi

Maurizio con noi!
Livorno ovunque giocherai
Noi siamo della Nord e non ti lasceremo mai
E tutti uniti..

Magnozzi Stua Silvestri Merlo Bimbi Lessi Picchi
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Dattero
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Re: LIVORNO-Cuneo 25 aprile 1993

Messaggio da Dattero »

A 30 anni di distanza sale la stessa rabbia.
Allo sceriffo furono dati, dopo 10 anni, 2 anni x omicidio colposo e poi la pena fu sospesa e il tizio riprese servizio.
Questa è la giustizia italiana.
Cianciua ci fai veni' l'antua
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