Lazio-LIVORNO 10 marzo 1968

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piazza
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Lazio-LIVORNO 10 marzo 1968

Messaggio da piazza »

Una tifoseria si giudica anche dalla sua storia e tante volte si guarda al passato non per vivere di ricordi, ma per essere consapevoli che c'è una tradizione da onorare e un nome da far rispettare.
E questa partita è emblematica...

10 marzo 1968 - Campionato di Serie B 1967/68 - XXVII^ Giornata

LAZIO: Di Vincenzo (89' Cei), Zanetti, Adorni, Ronzon, Soldo, Governato, Mari, Massa, Morrone, Dolso, Fortunato. All. Lovati.

LIVORNO: Bellinelli, Vergassola, Calvani, Depetrini, Caleffi, Azzali, Gualtieri, Lombardo, Santon, Garzelli, Nastasio. A disp. 12° Gori. All. Remondini.

Arbitro: Barbaresco (Cormons).

Marcatori: (54' Santon).

Note: dopo una mattinata di pioggia, sole poco prima dell'inizio della partita, terreno in discrete condizioni. Espulsi: Dolso per fallo di reazione e Adorni per un colpo violento ad un avversario. Ammoniti: Nastasio, Depetrini, Di Vincenzo. Il pubblico della curva Nord ha tentato in tre occasioni nella ripresa d'invadere il campo di gioco venendo respinto al termine di violente colluttazioni. Sostenuto lancio in campo di oggetti vari tra cui numerosi ombrelli e tre palloni sequestrati dai tifosi sempre nella ripresa. Presenti circa 7.000 tifosi livornesi giunti a Roma con quattro treni speciali e altri mezzi.

Spettatori: 25.000 con 16.200 paganti per un incasso di £. 21.511.000.

Un clima elettrico caratterizza la vigilia di questa partita che in tutto l'ambiente laziale viene considerata come l'ultima occasione per rilanciare le ambizioni di promozione nella massima serie. In settimana è esploso il "caso Morrone" trovato positivo all'esame antidoping per aver ingerito il Preludin, un preparato farmaceutico per dimagrire che contiene anfetamine. La scandalosa sentenza della C.A.F. che ha ribaltato il verdetto iniziale con la vittoria a tavolino nella partita di Lecco non è stata ancora digerita dalla Società e neppure dai tifosi. L'arrivo del Livorno, accompagnato a Roma da migliaia di tifosi, che occupano una curva per intero, aumenta il nervosismo, ripensando alla ruggine della partita di andata. Gli ospiti, partiti alla grande a inizio campionato, hanno conosciuto poi una flessione dovuta a una lunga squalifica dell'Ardenza per gravissimi incidenti, accaduti nella partita interna con il Monza del 19 novembre, dove l'arbitro Antonio Sbardella era stato aggredito. L'incontro ha un inizio vibrante. I labronici si spingono in avanti e Nastasio viene subito colpito da un'arancia: è la prima avvisaglia di quello che sarà un pomeriggio infernale. Al 4' Adorni in mischia mette dentro il pallone, ma Barbaresco vede un fallo di un laziale e annulla. Zanetti sbroglia con un'acrobatica rovesciata una situazione pericolosa e poi Di Vincenzo con un bel volo respinge un insidioso pallone degli attaccanti toscani. Al 16' l'arbitro concede un rigore per un fallo di mano di Caleffi su un cross di Morrone. Fortunato va alla battuta: tiro forte ma centrale e Bellinelli, partito in netto anticipo, respinge il pallone che Depetrini poi s'incarica di allontanare. L'episodio negativo aumenta il nervosismo tra i biancocelesti e Dolso, dopo qualche calcetto provocatorio di Depetrini, si fa giustizia da solo falciando duramente il rivale. Per il mancino scatta l'inevitabile cartellino rosso. Lazio in dieci, ma che si getta furiosa in avanti.

Alla mezz'ora Mari, tutto solo davanti a Bellinelli, manca il bersaglio poi Massa imita il compagno sbagliando l'angolo di tiro. Tocca poi a Fortunato farsi anticipare di un soffio dal portiere amaranto e sul finire del tempo Morrone prima si allunga troppo il pallone e poi riesce a segnare, ma così come all'inizio Barbaresco ravvede un'irregolarità e annulla. Vola in campo un ombrello e i tifosi schiumano rabbia si che il rientro negli spogliatoi per la terna arbitrale è molto complicato. Al riprendere del gioco i ragazzi di Lovati insistono ma è il Livorno a passare al 54'. Fallo di Zanetti su Nastasio e conseguente punizione calciata da Caleffi. Difesa biancoceleste immobile e Santon in tuffo incorna un pallone che risulta fuori dalla portata di Di Vincenzo. Il Flaminio s'infiamma tra l'entusiasmo dei tifosi livornesi e la rabbia dei padroni di casa. Uno scambio di colpi tra Di Vincenzo e Nastasio, che ha un atteggiamento provocatorio, scatena un putiferio. Bottigliette, agrumi, monete e diversi ombrelli finiscono sul terreno di gioco; un pallone viene sequestrato dagli spalti mentre dalla curva una decina di spettatori tenta l'invasione. La forza pubblica riesce a contenere gli scalmanati. Il Livorno con furbizia rallenta il gioco, ma la Lazio non ci sta a perdere e le prova tutte. Bellinelli al 69' deve superarsi su un velenoso pallone calciato a parabola da Massa e poi con un'uscita a terra sradica la sfera a un Morrone arrembante. Tocca poi al portiere laziale mettersi in mostra su due insidiosi tentativi dello sgusciante Nastasio. All'80' ancora un fattaccio. Bellinelli in uscita alta abbranca il pallone e Mari sullo slancio gli finisce addosso. Il portiere reagisce con un calcio e poi si abbatte dolorante al suolo. Scoppia una rissa e Adorni assesta nel trambusto un destro violento al volto di Gualtieri. Anche per il terzino scatta il cartellino rosso, ma l'arbitro non punisce in alcun modo il fallo di reazione di Bellinelli. La situazione precipita: aste di bandiera, bottiglie e numerosi ombrelli volano sul rettangolo di gioco mentre due palloni vengono trattenuti sugli spalti. La curva si agita e tenta una seconda invasione che viene fermata a stento dai Carabinieri. La partita prosegue in un clima da guerriglia.

Una spettacolare rovesciata di Massa lambisce la traversa e dopo un'occasionissima sciupata da Nastasio, la Lazio, a due dal termine, potrebbe recuperare il risultato. Massa, il migliore dei suoi, serve Fortunato che scatta sul filo del fuorigioco. L'ex milanista si presenta solo dinanzi a Bellinelli che riesce con un'uscita disperata a far allargare l'ala verso destra. Il tiro della speranza si spegne sull'esterno della rete toscana. Tutto avviene mentre trenta tifosi laziali tentano ancora di penetrare in campo. La tempestosa partita si chiude con una sconfitta che sancisce l'abbandono da parte della Lazio di ogni residua ambizione. La rabbia è tanta e i tifosi proseguono le intemperanze riversandosi fuori dagli spogliatoi. Malgrado il massiccio impiego delle Forze dell'ordine, un centinaio di tifosi insegue l'arbitro e un guardalinee che riescono, dopo una corsa a gambe levate, a salire a bordo di un'autovettura che si allontana a tutto gas dall'impianto di Viale Tiziano.

Il Giudice Sportivo assegnerà il 13 marzo, a seguito del referto dell'arbitro Barbaresco, la vittoria a tavolino a favore del Livorno. Il campo della Lazio subisce una squalifica di tre giornate, penalizzazione che sarà ridotta dalla Commissione Disciplinare a due turni e infine il 5 aprile la C.A.F. (Commissione d'Appello Federale) concederà un ulteriore sconto alla Società biancoceleste.


Link: https://www.laziowiki.org/wiki/Domenica ... _del_G.S.)


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parque libano
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Re: Lazio-LIVORNO 10 marzo 1968

Messaggio da parque libano »

No vabbè. FAVOLOSO. Gli articoli sono fantastici. Che partita. Il mio babbo, classe 30, romano e laziale era allo stadio quel giorno e se la ricorda benissimo, mi dice sempre che per arrivare allo stadio sentiva questi vocioni, questa parlata con le bocche spalancate pensando "madonna che ignoranza "
:D ..poi venne a Livorno e ci rimase. Menomale.
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MaxLabro
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Re: Lazio-LIVORNO 10 marzo 1968

Messaggio da MaxLabro »

parque libano ha scritto: gio 6 ott 2022, 22:25 No vabbè. FAVOLOSO. Gli articoli sono fantastici. Che partita. Il mio babbo, classe 30, romano e laziale era allo stadio quel giorno e se la ricorda benissimo, mi dice sempre che per arrivare allo stadio sentiva questi vocioni, questa parlata con le bocche spalancate pensando "madonna che ignoranza "
:D ..poi venne a Livorno e ci rimase. Menomale.
Bella storia! ;)
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19=L=15
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Re: Lazio-LIVORNO 10 marzo 1968

Messaggio da 19=L=15 »

Grazie per il materiale, veramente tanta roba.
Di questa ne ho sempre sentito parlare ma di "ciccia" non avevo mai visto nulla...esagerato.
Vado con una digressione su una considerazione che mi è venuta leggendo. I primissimi tempi che mi ero appassionato di curva e di Livorno sentivo parlà a volte di questa, come di altre, e mi sembrava si parlasse di roba degli etruschi o dei romani.
Ora mi sono accorto che è passato più tempo da oggi a qualcuna che ho visto dal vivo e commentato anche qui, che tra quelle dei primi tempi che andavo in curva e questa qui.
A parte sentissi un po' vecchiotto, quello che mi è venuto in mente e che mi piace è che ci possa essere qualche giovane che legge e vede oggi le cose dei '90 come noi si vedeva nei '90 quelle dei 60' o '70, e che magari fra 20 o 30 anni si trovino loro dall'altra parte a raccontare o ricordare per chi oggi magari nemmeno è nato.
Questo fa appartenenza a mio modo di vedere, e senza appartenenza il pallone x me è sinceramente poca cosa...
"Bandera" amaranto, stretta in fronte, carica di dolor, ma terrà sempre fronte
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Mascalaito
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Re: Lazio-LIVORNO 10 marzo 1968

Messaggio da Mascalaito »

Bellissima testimonianza, anch'io avevo sempre sentito parlare di questa partita ma non avevo mai visto niente.
Grazie.
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piazza
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Re: Lazio-LIVORNO 10 marzo 1968

Messaggio da piazza »

Ho recuperato anche l'articolo del giorno della partita, cliccate per ingrandire:

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Dattero
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Re: Lazio-LIVORNO 10 marzo 1968

Messaggio da Dattero »

Questa me l'avrà raccontata cento volte il mio babbo.
Quando ne parla è come se mi mettessi davanti al televisore e vedessi tutto, spalti, partita, goal.
È una di quelle partite che per quella generazione ha segnato un'epoca.
Cianciua ci fai veni' l'antua
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BALDOeFIERO
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Re: Lazio-LIVORNO 10 marzo 1968

Messaggio da BALDOeFIERO »

In queste immagini di vecchi giornali vedi macchine d’epoca, calciatori immortalati con divise e movenze da documentario, l’anno 1968. Poi leggi parole come “invasione”, “treno speciale” e ti rendi conto che ir mondo cambia ma “noi” tifosi amaranto siamo sempre qui ed è da 50 anni che vivi una passione come se si fosse una metropoli da milioni d’abitanti.

In culo a chi diceva der basket e a quelli che vanno in Sardegna con l’aereo.
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