L'angolo del clone

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il clone
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POLITICA 1: UN GRANDE STATISTA
Riconosciamolo. Per quasi 30 anni ha dovuto lottare contro i "comunisti" che volevano prendere il potere e collettivizzare tutto, contro la magistratura corrotta che appoggiava quel tentativo facendo fuori un'intera classe politica, contro la gran parte della stampa che, si sa, è tutta di sinistra, contro l'invidia dei poteri forti che ce l'avevano con lui, contro i leader europei gelosi delle sue amicizie con Putin, Bush, Gheddafi, Erdogan. (Veramente notevole un'amicizia con tutte queste grandi personalità!)
Certo che, vista dalla parte opposta, da quella dei suoi nemici, gli ingrati concittadini che giravano come Spirit da tutte le parti in Italia e in Europa con la maglietta "Io non ho votato Berlusconi" scritta in 4 lingue, riscuotendo sorrisi divertiti, talvolta di consenso, ma anche occhiatacce (in particolare da un omaccio tedesco faccia a cattivo che sembrava volesse saltargli addosso) il discorso sembrerebbe diverso. Ha coltivato all'estero rapporti con dittatori, personalità grette, reazionarie tra le peggiori del pianeta, mentre in Italia i suoi migliori rapporti erano con la cosca mafiosa, con compiacienti finanzieri che hanno permesso la nascita del suo potere economico risolvendo una situazione fortemente debitoria. La magistratura... eh mica era tutta quella che lui diceva, viste le sentenze favorevoli per le sue televisioni negli anni 80. Riguardo alla stampa, ha pensato bene di comprarsi un bel po' di giornali. Si vede che è sempre stato uno a cui piaceva leggere.
Comunque si sa, di tutti si può dire bene e male: dipende da quale angolazione si guarda la situazione. Di sicuro, però, quasi tutti noi siamo con lui per due sue grandi passioni: una il calcio, l'altra... la topa. Poi, è chiaro: noi da poveracci prendiamo quello che ci capita (salvo Piazza che ha sempre avuto la possibilità di ampia scelta), e difficilmente ci può capitare addirittura la nipote di Mubarak. Io, a essere sincero, avevo dei dubbi che lo fosse veramente, ma quando lo ha ratificato a maggioranza il parlamento italiano, dico IL PARLAMENTO ITALIANO, ne ho preso atto. Di fronte a tutto il mondo mica potevano andare a raccontare barzellette! Che figura ci avremmo fatto!
Il grande statista ha chiuso la sua carriera politica con un atto degno di lui. Chiamato a gran voce dai parlamentari di tutti gli schieramenti, da quelli interessati alla pittura, in particolare ai quadri, da coloro che nella prossima legislatura staranno a casa, gloriosi di aver servito con tanto zelo la Patria, avendo in mano la maggioranza dei voti per diventare presidente ha pensato che altri, poveretti, ci sarebbero rimasti male. L'invidia è una brutta cosa... Tutti quei sinistrorsi, i grilini. No, non poteva dividere il paese proprio lui che ha speso tutta la sua vita pensando soltanto alla Patria, non a se stesso. Un grande patriota, come lo definisce Giorgia, un'altra statista degna di essere alla sua corte.
No, non poteva farlo e LUI HA RINUNCIATO!!! CHE UOMO!!! CHE STATISTA!!!
Grazie infinite cavalier Berlusconi... DI ESSERTI LEVATO DI ULOO!!!

POLITICA 2: IL TAVOLO A TRE GAMBE
Vogliamo risolvere i problemi dell'Italia? Semplice: basta andare all'Ikea, a Mondo Convenienza, o vedete voi dove, e comprare un tavolo a tre gambe. Non ne occorrono, quattro: bastano tre; con 4, 5 gambe... troppa confusione. E' più possibile che il tavolo zoppichi, come è successo nel passato.
Per risolvere i problemi politici italiani dalla nostra parte della barricata, quella che si oppone ai fascio-populisti, basterebbe uno schieramento con tre gambe: M5S, PD, SINISTRA UNITA.
Analizziamo perché a livello di caratteristiche e di bacini elettorali.

M5S: pesca dappertutto, anche tra i non ideologizzati, anche tra i giovani. Il messaggio ora è più contenuto, più governativo, di prima. Conte, infatti, rappresenta colui che ha governato (molto bene) l'Italia nel periodo più drammatico di questi ultimi 10 anni, ma nella mente di molti elettori è conservato anche il messaggio populista-rivoluzionario delle origini.
Pesca al sud, nelle periferie, nel disagio sociale, in coloro che anni fa cercavano un'immagine diversa della politica e NON SONO non del tutto DISILLUSI dalla realtà che impone a chi governa di mantenere i piedi per terra. Il problema sta nel fatto che a livello parlamentare sta avvenendo una disgregazione di quel gruppo di differenti ideologie all'epoca mantenuto unito da un capo forte e da rigidi regolamenti interni. Caduto quello, caduti certi presupposti ideologici, sta avvenendo una diaspora verso tutte le direzioni, non solo politiche. Se vogliamo essere coerenti e obiettivi, M5S prima maniera può rifondarsi solo con Di Battista che lancia un appello del suo genere e attrae tutti coloro che restano fedeli ai principi fondatori. Credo che questo avverrà e sarà in forte contrasto con l'ala governista del movimento, sia a livello parlamentare che tra la gente. E' un a questione di tempo: se Conte riesce a prendere in mano la situazione, ad avere quel risalto che cerca e che inevitabilmente deve raggiungere per avere seguito, mantenere il credito di fiducia assegnatogli quando era primo ministro, è possibile che M5S conservi parte della sua forza, quel 16-17% di consensi necessari per reggere bene il tavolo. Se Conte fallisce, otterrà percentuali a una cifra e si creerà in parlamento un secondo M5S sotto altro nome che farà opposizione alla destra per conto proprio con il solo effetto di essere una spina populista nel fianco del fronte progressista indebolendolo sempre di più.
Mi auguro che non succeda, ma tutto è nelle mani di Conte e di quelli come Di Maio e altri che spesso giocano sporco nei suoi confronti per problemi di leadership.

PD: purtroppo ormai pesca soprattutto tra gli ideologizzati. Negli ultimi due anni, dopo la scissione dell'intruso, si è sobbarcato tutto il peso del governo senza clamori, ubbidienti a un primo ministro che prima era del M5S, poi Draghi, e senza reclamare meriti. Un partito nascosto, un gregario portatore di acqua, pompiere nelle dispute, che stranamente è stato apprezzato dalla gente portando il consenso dal 15 al 22%. Ora è il primo partito. Gli ultimi due segretari sono in linea con questa immagine: un partito di governo affidabile. Un aspetto che appare indiscutibile è quello relativo alla classe dirigente: ha la migliore classe dirigente a tutti i livelli, in parlamento e nelle amministrazioni locali. Sono passati 30 anni dalla Bolognina, ma gli eredi di quella classe e di quella SCUOLA POLITICA sono loro. Una scuola politica invidiata da tutti, fatta in gran parte di gente preparata. Nelle elezioni riscuoteranno il consenso in un bacino di persone con buon livello culturale, prevalentemente in età adulta, anziana, sperando che, passato il covid, le Sardine attirino i giovani verso di lui e verso la sinistra in generale. Credo che elettoralmente possa valere un 22-24%.

SINISTRA UNITA: porca puttana, è questo il problema: la terza gamba. Manca, cazzo! Non consideriamo Bersani, Speranza la terza gamba. Loro sono PD. Uscito Renzi e tutti i Marcucci renziani loro saranno tutti gli effetti PD anche perché LA GENTE LI CONSIDERA TALI e non li voterebbe. La gente che appartiene a quel bacino erede del vecchio PCI e tanti giovani culturalmente elevati, ma non ideologizzati dal passato, vuole persone diverse, portatori di un messaggio nuovo, anche se magari riconoscono che il Bersani dice sempre cose giuste.
E' questo un mondo variegato dove ogni persona fa storia a sé e spesso è chiuso in un ricordo nostalgico, una sfera massimalista dalla quale non usciranno mai, anche contro l'evidenza dei fatti: sarebbe per loro come rinnegare tutta la propria vita. Credo, però, che una parte di quella gente dopo il covid, l'aiuto dell'UE, il pericolo fascio-populista sempre più reale e tracotante, abbia FINALMENTE compreso che il mondo è cambiato, che OCCORRE GOVERNARE per cambiare le cose, che occorre DIFENDERE I VALORI con tanta fatica guadagnati nel 45 e mantenuti in questi quasi 80 anni dal pericolo destra che mai come ora è stata TANTO A DESTRA. Ha capito anche un'altra cosa: che, purtroppo, la gente se ne frega delle idee, che magari è vero che si scandalizza della mano fascista, ma poi fa la fila per il modello nuovo del cellulare, del PC o di qualche altra cazzata che a livello d'oggi è importante non solo per chi sta bene, ma anche, paradossalmente, per chi sta male e cerca di non restare indietro. Dicevo che questa parte più intellettuale (E MENO MASSIMALISTA) dei non votanti ex PCI forse è recuperabile al voto se ci sarà vuole un partito che, pur al passo con i tempi ABBIA UNA PRECISA IDENTITA' DI SINISTRA, seppur governativa. Altrimenti non voterà e magari non gli interesserà neanche quello che succede intorno.
Come fare? Come costituire questa gamba con tutti questi mini partitini che coltivano il proprio orticello dal quale ricavano quello che gli è sufficiente. Partitini che parlano la stessa lingua, ma con dialetti comunque diversi e inconciliabili tra loro?
E' un casino. E' un casino e senza quel 7-8% non vinci: perdi le elezioni. Eppure ci sono persone di sinistra giovani, che sanno parlare a tutti, che sanno costruire, che hanno un'identità marcata di sinistra. Penso alla Schlein, al suo successo alle regionali in Emilia Romagna, al suo modo di proporsi, alla gente che frequenta. Ecco, se la Schlein riuscisse a dialogare con Fratoianni, con i verdi e con chi ci sta dei partitini (su questi ho i miei dubbi) e riuscisse a convincere una figura del mondo civile, UNA FIGURA ISTITUZIONALE, tipo Zagrebelsky, a fare da rappresentante, sia pure quasi a livello onorario, di questo movimento nuovo che lotta senza massimalismo per i principi, per abbattere le disuguaglianze, che si propone di concorrere insieme agli altri due partiti alla composizione DI UN FRONTE PROGRESSISTA capace di governare senza retorica e populismo, seguendo, nella realtà dei fatti la rotta polare dei principi della sinistra, credo che forse si potrebbe costituire la terza gamba, quella che manca, e battere i fascio populisti che sono molto forti, coesi, potenti economicamente, ma che non hanno la forza delle idee e della ragione a loro favore.
Succederà? Ho più dubbi che speranze, ma qualcosa deve smuoversi. I POLITICI(ma anche, soprattutto, LA GENTE) DEVE CAPIRLO e deve capirlo ora, nei prossimi mesi, non quando è troppo tardi. Ma perché, porca puttana, la sinistra non deve mai essere unita? Quanto narcisismo, quanta presunzione...
Se succedesse, io non posso votare, ma sono convinto che anche Spirit voterebbe per questa terza gamba.
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il clone
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Re: L'angolo del clone

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Non sarò breve, per cui se non vi va, cliccate su un altro topic.
ELEZIONI 1: GLI OBIETTIVI
Centrodestra: ha la maggioranza relativa. Salvini King maker dopo la (forzata) rinuncia del nano che si ritira, sdegnato, nel suo nuovo Aventino (l'ospedale San Raffaele, in previsione dei processi)
Piano A: dopo 30 anni vuole eleggere un suo rappresentante. Se questo succede e di conseguenza si spacca il governo ancora meglio: con il nuovo presidente verrà fatto un governo elettorale e si andrà alle elezioni anticipate che pensano di vincere. Un cappotto e si sa che una volta al comando loro NON FANNO PRIGIONIERI.
Piano B: se sono costretti a un'intesa, ma sempre su un nome della loro area, forse il governo non si spacca, ma Draghi non avrà più le spalle coperte e non potrà più fare il furbo nel tirare avanti ignorando i partiti. La destra salviniana potrà imporre la propria linea mediando tra chi vuole la governabilità, ma senza concedere motivi di vantaggio alla Meloni all'opposizione.
Centrosinistra: ha una cinquantina di voti meno e due leader Conte e Letta alle prese ciascuno con problemi personali di diversa natura.
Piano A: l'input è evitare la caduta del governo e nuove elezioni. Per questo deve evitare la nomina di uno di centrodestra, sia fidelizzato che di area d'appartenenza. Chiede un super partes.
Piano B: se la situazione resta di stallo, il PD vuole Draghi sperando che commissari il governo fino alle elezioni. In questo modo, pensa, meglio avere per le prossime legislature un presidente che non dia bordone ai populisti. Il bicchiere mezzo pieno di eventuali, inevitabili elezioni, è levare di ulo i renziani all'interno. Anche Di Maio vuole Draghi al Colle confidando di mantenere un incarico che gli farà mantenere la posizione di prestigio anche nel movimento. Conte non vuole che il Drago si muova dal governo: teme le elezioni (così sembrerebbe).
Piano C: inconfessabile da parte di tutti: bis di Mattarella dopo un estenuante gioco di posizione e di bruciature dei nomi.
Renzi i Centristi e i M5S gruppo misto: sono decisivi se si spostano in buon numero con il centrodestra. Per far vincere i giallorossi occorre invece che si spostino molti centristi, oltre che Renzi.
Piano A: nessuno vuole la caduta del governo. Casini è il nome dei Renziani e dei centristi, in gran parte democristiani. Buona l'intesa con parte del PD su quel nome che non piace a M5S e alla destra (salvo parte di FI).
Piano B: Renziani e centristi sono per il Mattarella bis.
I fuoriusciti M5S non vogliono né il piano A, né il piano B. Non appoggeranno nessuno cercando solo di dare visibilità al loro gruppo con un nome (poi sarà DI MATTEO) identificativo.
ELEZIONE 2: IL KING MAKER (Ahahah!!! Bella gara!!!)
Dopo la resa di Berlusconi, Salvini prende il timone del comando. Dispone di 212 voti della Lega contro i 63 della Meloni e i 140 di FI. 37 voti sono dei centristi di destra (Toti ecc.). Ha due input: il primo dimostrare che è LUI IL LEADER dello schieramento, il secondo quello di condurre i giochi salvando alle sue condizioni il governo (governatori e governisti Lega non vogliono che cada) e mantenendo comunque unito il centrodestra.
I giallorossi chiedono un confronto (chiudiamoci in una stanza senza uscirne fino all'accordo, dice Letta) per scegliere un super partes. Salvini non rifiuta, ma tesse una tela di rapporti personali con un po' tutti senza fare dichiarazioni. Lo fa anche per seminare dubbi e lusinghe nel fronte opposto. Basta che qualcuno ceda un pacchetto di voti e il gioco è fatto. Il fronte progressista non presenta proposte e nelle prime tre votazioni con il quorum al 67% compare in modo sempre crescente Mattarella che nella terza supera Crosetto che con oltre 100 voti dà soddisfazione alla Meloni. Il King maker ha presentato la rosa dei super partes: Pera, Nordio, Moratti. Chiaramente sono tre personalità non accettabili dagli avversari. Sarebbe una resa.
Meloni spinge alla conta, ma Salvini è prudente e nella 4° prendono una decisione salomonica: non votano. E' un modo per contarsi. Saranno in 441 a non votare. La risposta dei giallorossi è scheda bianca, ma all'ultimo momento Casalino informa che M5S ha lasciato anche libertà di scelta. E' una decisione forzata per non mostrare divisioni all'interno del movimento: tanti M5S, infatti, seguono Di Maio e comunque vogliono dare un'impronta: Mattarella ottiene 166 voti.
Il King Maker vede fratture nel fronte opposto: oltre al forzato annuncio di Casalino che dimostra come non si possa tenere blindato il M5S, è sortito fuori il pacchetto di 50 voti che Fraccaro garantirebbe per l'elezione di Frattini. Fraccaro viene messo sotto accusa dalla dirigenza del M5S e rischia l'espulsione. Alla 5°c'è la prova di forza: viene candidata la Casellati, presidente del senato, 2° carica in assoluto. C'è molta tensione nei giallorossi. Sono corse voci che giorni prima Conte abbia giudicato quella di Casellati una candidatura comunque presentabile (voci che lo stesso smentirà) e non si sa se Renzi, nei numerosi colloqui con il King Maker non abbia promesso appoggio. Di Renzi nessuno si fida (come potrebbe essere il contrario). Letta è categorico: se viene eletta la Casellati cadrà il governo. E' una sorta di appello rivolto a chi non vuole perdere il posto in parlamento, ma è un bluff: le elezioni non sarebbero automatiche. Caduto il governo, il nuovo presidente ne formerebbe uno di emergenza per andare alle elezioni. I peones sparsi lo appoggerebbero per potersi garantire la pensione. I giallorossi decidono di uscire dall'aula: in questo modo evitano che qualcuno di loro, nel segreto dell'urna, appoggi la Casellati. Saranno 382 voti rispetto ai 452 teorici: una waterloo. Tra l'altro spuntano 46 voti per Mattarella anche da quel fronte. I traditori sono in prevalenza in FI, forse per ordine di Berlusconi, che non vuole quel nome dopo la bocciatura del suo, forse perché tanti non vogliono le elezioni ottenute con la vittoria di Salvini e Meloni. Una disfatta: il King maker è disteso nella polvere e nel centrodestra inizia la polemica accusando chi aveva voluto tentare quel blitz. Aver bruciato la seconda carica istituzionale, l'asso nella manica, mette il King maker del cazzo nella condizione di confrontarsi con i giallorossi che nel frattempo stanno votando nella 6° (dove il centrodestra non partecipa) lasciando libertà di scelta tra bianche e la possibilità di esprimersi. Sono ben 336 voti per Mattarella, un boom. Senza che fosse loro chiesto i peones hanno lanciato un messaggio fortissimo: vogliono la continuità. A quel punto il King maker gira come un pazzo per la città (dice lui) per incontrare professionisti di ogni genere tra cui scegliere la persona super partes giusta. Incontra anche Draghi in Via Veneto e questo sembra un segnale per proporre il premier. Dopo il blitz ora deve dimostrare alla nazione che lui coopera per eleggere il presidente e pone fine al teatrino che l'ha visto protagonista. Alla fine chiede l'incontro con i giallorossi per un confronto. Come quando Enrico IV andò a Canossa.
ELEZIONI 3: L'INCONTRO A TRE
In serata si incontrano Salvini, Letta e Conte. Viene confrontata la rosa dei nomi presentata dal centrodestra e dai giallorossi. Da parte del centrodestra oltre ai 3 già fatti in precedenza, Nordio ecc, bocciati, compaiono Frattini e Cartabia. Sono in ballo anche Belloni e Cassese nominati a sorpresa prima del blitz sulla Casellati dalla Meloni. I giallorossi presentano Severino, Belloni, Casini, Amato, Riccardi, Draghi e Mattarella, come ultima ratio). Il nome comune è la Belloni che allargherebbe l'adesione anche a FDI. Nominare una donna è anche un bel colpo d'immagine della politica nei confronti dei cittadini. I tre chiudono l'incontro concordando di informare i propri gruppi parlamentari e gli altri partiti della coalizione (Italia viva non è presente) sulla rosa dei nomi e di rivedersi più tardi per un nuovo confronto che a quel punto dovrebbe essere risolutivo. Esce per primo Letta e viene fermato da LA 7. E' contenuto come sempre, ma ottimista. Ipotizza per l'indomani l'elezione di un "presidente uomo o donna" ALL'ALTEZZA DI MATTARELLA. Quest'ultima affermazione gli sfugge e tutti capiscono che si va verso un nome, senza rifugiarsi in corner dall'ex presidente. L'unica critica a Salvini è quella che l'incontro poteva esser fatto giorni prima, senza i tentativi delle spallate.
Dopo 10 minuti esce il King maker. E' palesemente su di giri. Inizia lo spettacolo raccomandandosi per la sicurezza dei presenti, poi afferma che per colpa degli avversari si è perso tempo, che si sono opposti a tutto, anche alla seconda carica dello stato, oltretutto donna, ma che lui aveva comunque continuato a operare al meglio per il bene del paese e che l'indomani l'Italia avrebbe avuto... UN PRESIDENTE DONNA. E' una notizia bomba e lui appare l'artefice di tutto. Pensa che gli avversari non potranno più dire no alla novità di una donna. In pratica ha DECISO LUI L'ELEZIONE FORZANDO ARBITRARIAMETE LA SITUAZIONE, oltretutto salvando l'unità a destra con la Meloni.
Un capolavoro!!! Dalla polvere all'altare, come diceva il Manzoni per Napoleone.
Le reazioni tra i media sono eclatanti. Esce subito il nome della Belloni, ricordando che era stato fatto da M5S e PD, oltre che dalla Meloni. Insomma, tutti i big erano d'accordo. Appare quello il nome concordato. Dopo altri 10 minuti esce Conte e cerca di recuperare almeno una parte del merito e del clamore dell'annuncio di Salvini, ripetendo la notizia che sarà fatto un presidente donna. A parer mio, Casalino glielo ha imposto. E' molto sensibile e attento a tutti gli aspetti della macchina di propaganda e quella era un'occasione che stava andando tutta a vantaggio del leghista. Poteva almeno condividerla. Conte ci casca. Ha necessità di affermare il suo ruolo che Di Maio da qualche settimana gli sta proditoriamente usurpando, dimostrando di avere più truppa e influenza di lui tra gli elettori M5S in parlamento. Ci casca, senza comprendere che quest'affermazione impropria è una pugnalata al PD dichiarando una scelta che non è stata minimamente decisa nell'incontro e un tradimento al proprio gruppo parlamentare, Di Maio in primis, che aspettavano il resoconto dell'incontro per poter poi decidere in comune assise. Non pensa Conte (o non gli interessa?) che facendo intesa con la Lega (e con FDI) di fatto avrebbe buttato giù quel governo che lui stesso ha sempre dichiarato di VOLER PRESERVARE. Insomma una mossa stupida, incauta, da tutti i punti di vista.
Il PD barcolla, incerto, come un pugile scosso: un altro MATTEO ha detto LETTA STAI SERENO e lui c'è cascato. Dopo Renzi, anche Matteo Salvini. Peggio ancora il fatto che gliel'abbia detto anche GIUSEPPI'. Non può opporsi al nome della Belloni che, seppur nessuno dei leader ha fatto, ormai è quello scelto dai media. All'interno i Renziani che erano per Casini si incazzano con lui, idem i seguaci di Franceschini che non volevano la sua linea propensa, in prima battuta, per Draghi. Chi s'incazza di brutto e in modo palese sono però Renzi, con la lunga, per certi aspetti ipocrita, spiegazione sull'impossibilità di salire al Colle del capo dei servizi segreti, tutti i centristi dentro al centrodestra e fuori che vogliono Casini e Forza Italia che non ha delegato a Salvini la scelta, ma soltanto la rosa dei nomi. In questo modo FI si trova di fronte a uno stato di fatto che Berlusconi non può accettare. Rompe i ponti e dice che non si sente più rappresentata da Salvini. Il CENTRDESTRA è ROTTO. Chi fa capire che la soluzione trovata non andrà in porto è però Di Maio che approfitta di un altro genio dello spettacolo, Grillo, che ha voluto salire sul carro dei vincitori: con un twitter ha fatto ufficialmente quel nome che ormai era stato diffuso dai media. Di Maio fa un comunicato fortissimo dove critica il comportamento di Conte che ha FINITO PER BRUCIARE un ottimo nome. Queste parole sono il colpo di grazia. M5S non darà l'OK all'unanimità e a questo punto non c'è maggioranza né la volontà di provarci che palesemente romperebbe il governo. La marcia indietro è inevitabile e il confronto tra PD e M5S, ma soprattutto nell'ambito dei M5S, va avanti tutta la notte. Alla fine viene data la colpa della marcia indietro al fatto che la coalizione di governo, a destra e a sinistra, non è concorde. Imputato soprattutto Renzi, che era quello che più di tutti aveva reagito con forza.
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dopo l'intervallo, viene la seconda parte.
ELEZIONI 4: LA BELLONI (di nome e di fatto)
Bella mi Belloni. Devo dare atto a Spirit che sin dal primo giorno, quando è comparsa nella rosa dei nomi dei giallorossi insieme a Riccardi, ha tifato per lei in modo calcistico, tanto da scrivere con entusiasmo "è fatta" dopo l'annuncio del King Makers (prima di quello di Conte), pur essendo incazzato per lo spettacolo arbitrariamente procuratosi dal porcellino.
BELLONI FOR PRESIDENT. Una DONNA (grande novità questa) una persona integerrima, veramente super partes che non avrebbe concesso favori alla destra (se vincente elettoralmente) nelle tre legislature del suo mandato presidenziale, riuscendo in tal modo a preservare anche Draghi e l'operato IN LIBERTA' del suo governo (con le spalle coperte anche senza Mattarella) in quest'anno così particolare.
Chi, se non lei? L'incubo di un presidente di centrodestra che potesse condizionare la politica dei prossimi 10 anni era sempre possibile e le figure più equidistanti come Casini e Amato davano l'immagine della vecchia politica. Chi meglio di lei? Nessuno. L'unica ancora di salvezza a quel punto poteva essere solo Mattarella. Lui non era "il vecchio usato", ma l'ottimo presidente che tutti rimpiangevano.
In realtà, anche senza le cazzate del King Maker e di Conte/Grillo la Belloni non aveva possibilità di essere eletta: contrari FI, Renzi, i centristi, i dubbi di parte del PD, avrebbe anche avuto i voti in parlamento, ma con la partecipazione della Meloni e senza due pezzi della coalizione di governo, la compagine governativa non sarebbe più esistita.
No, la Belloni non ce l'avrebbe mai fatta. Purtroppo.
ELEZIONI 5: GIORGIA, STAI SERENA
Subita la rottura da parte di FI, viste le reazioni di Renzi, dei centristi, il silenzio ostile del PD nei suoi confronti, la notte dei lunghi coltelli in casa M5S, il Porcellino una volta di più ha capito che è bravissimo nello spettacolo, anche nella comunicazione, ma che la politica non fa per lui. Immagino l'ala governista della Lega, i governatori, cosa gli abbiano detto. Senza Forza Italia, senza quell'appoggio da lei garantito in Europa del quale non è possibile fare a meno chi vuol governare gli industriali del nord si sono subito preoccupati tanto che Giorgetti aveva fatto presente la volontà di dimettersi dal governo. Notte agitata nel PD, faida in M5S, ma sicuramente la notte è stata lunga e travagliata anche in casa leghista. Alla fine, comprendendo di aver perso su tutti i fronti, l'imperatore ha cercato di segnare almeno il punto della bandiera: il presidente non sarebbe stato una donna, ma il lasciapassare l'avrebbe comunque dato lui: OK a Mattarella. Su quello nessuno avrebbe detto di no. Salvo il governo, salvo il fronte di centrodestra lato berlusconiano. Un sospiro di sollievo...
No! macché sollievo. E a Giorgia chi glielo diceva? Meglio comunque dire a Giorgia stai serena e poi pugnalarla, chiedendo a Mattarella il bis, meglio perdere l'unità del centrodestra a destra che perdere tutto, forse anche la leadership nel suo stesso partito. Dopo aver pensato di conquistare l'Europa il Napoleone leghista doveva pensare anche a restare premier nella sua Francia.
ELEZIONI 6: MATTARELLA
Prima delle elezioni era il politico più gradito in Italia. Presumo che ora lo sarà ancora di più. Applaudito a scena aperta dovunque andasse, gli è stato richiesto il bis da politici, da persone della società civile e da semplici cittadini. Perché? A prima vista si storcerebbe la bocca. Oltretutto è un democristiano, anche se di sinistra, anche se ligio ai doveri del suo incarico interpretati con il massimo zelo.
Confesso che quando fu eletto non feci salti di gioia. Di lui sapevo del fratello, ucciso dalla mafia per le sue idee che non erano state tenute nascoste, e che aveva patrocinato il sistema elettorale maggioritario (quando c'era ancora il proporzionale) sia pur con qualche contrappeso (il famoso mattarellum). Poi, nei primi anni di mandato, quel modo di essere così anonimo, schivo, quasi timido. Un immagine di debolezza che contrasta con quello che noi chiediamo al nostro rappresentante nel mondo. Crozza, infatti, ironizzava su queste caratteristiche nelle sue parodie. Poi il governo gialloverde, nel pieno entusiasmo e incoscienza dei suoi primi passi, promuove Savona come ministro dell'economia. Savona! Ci mancava solo che proponessero Borghi!
Mattarella non approva e senza il suo placet non si diventa ministri: lo dice la Costituzione. Di Maio propone l'impeachment, Salvini nel 2015 aveva sparato fuoco e fiamme su di lui dicendo: "non lo riconosco come il mio presidente. Mattarella tiene duro e alla fine costringe a presentargli un ministro non antieuro: accetta Tria. Lo spread, già salito impetuosamente, torna a scendere. Ha tenuto duro: sembrava un morbido.
In piena pandemia, il premier inglese Jonshon che con il covid ne aveva combinate di cotte e di crude, responsabile, coscientemente, con il suo operato nelle prime settimane, di migliaia di morti, nell'estate 2020, rispondendo a critiche che mettevano in evidenza la differenza tra l'ottima situazione dei contagi in Italia e quella pessima nel proprio paese, aveva detto che "gli inglesi, rispetto agli italiani, amano la libertà".
Faccia come il culo, oltre che faccia A culo.
Mattarella rispose con queste parole: "Anche noi italiani amiamo la libertà, ma anche la serietà" che mi fecero sentire, in quel momento, fiero di essere rappresentato in quel modo.
Boia deh, chiamatele frecciate, mantenendo comunque il dovuto aplomb imposto dal ruolo. Nella vicenda Conte 2/3 qualcuno potrà criticare la scelta. Lo feci anch'io, sperando disperatamente un nuovo rinvio al senato che comunque sarebbe stato inutile. Non volevo rassegnarmi. Poi capii che Draghi avrebbe fatto il Drago e che in quel momento per il Recovery occorreva la sua energia, professionalità e prestigio in Europa. Comunque la si veda, anche in quell'occasione Mattarella fu un presidente forte, capace di scegliere, di assumersi le responsabilità nell'ottica dell'interesse nazionale.
Difficile, in questo panorama politico fatto di palcoscenici, di comici o di professionisti della propaganda, vedere chi opera SOLO IN NOME DELL'INTERESSE NAZIONALE e non di QUELLO PERSONALE. Io sono con Mattarella.
ELEZIONI 7: IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE
Ahahah!!! Più che nell'acqua lo spingi in basso, e più che il pallone non affonda e schizza fuori. E' dovuto al principio di Archimede, come tutti sanno, ma è adattabile anche alla politica. Se volevano affondarli, riducendo il numero dei parlamentari (perciò la possibilità di essere rieletti), e di eleggere un presidente non concordato dalla compagine governativa che potesse comportare elezioni anticipate, facendo perciò perdere a tanti un bel po' di previlegi, avevano fatto male i loro conti. I peones avevano le idee chiare e le hanno manifestate sin dalla prima votazione. All'inizio in punta di piedi, poi scalpitando con sempre più forza, soprattutto nei M5S. Il numero di voti non richiesti per Mattarella è cresciuto spontaneamente (e trasversalmente: alcuni anche a destra) finendo per essere quasi esponenziale. E' stato un messaggio forte, inequivocabile di questo genere: voi dite e fate quello che cazzo vi pare, ma noi vogliamo il bis di Mattarella, vogliamo la stabilità della legislatura.
E' un messaggio apprezzabile perché viola la rigidità degli schemi imposti dai partiti, perché è una spinta spontanea dal basso, o deprecabile, per il contenuto egoista e qualunquista che contiene? Io propendo per questa seconda risposta.
ELEZIONI 8: E ORA?
Vediamo, caso per caso:
CENTRODESTRA: la frattura è ufficiale. Meloni è incazzata... nera (ahahah!!! Le dovrebbe piacere il colore!) e farà un'opposizione ancor più dura di prima al governo e all'alleato leghista che fa parte dello stesso bacino elettorale. Guadagnerà consensi? Forse, ma isolata all'angolo sarà sempre più ghettizzata. Senza la Lega e una veste (anche mimetica) di europeismo, corre il rischio di fare la fine della Le Pen in Francia: partito forte, ma solo e senza prospettive. (Oh, è colpa dei MISOGINI!!! Sono entrambe donne).
"Donna, madre, italiana: mi chiamo Giorgia e ora sono una vedova inconsolabile".
Il Porcellino è nel casino più profondo. Nei salotti degli industriali del nord rideranno alle sue spalle. Giorgetti ha detto che si voleva dimettere, ma il porcellino ha dato la colpa a Orlando, Patuanelli, che lo ostacolano, come se nessuno sapesse del contrasto di merito tra le due personalità leghiste. I governatori lo snobbano e tutti lo sopportano soltanto perché hanno timore che senza di lui quel 18-19% di consensi possa tornare al 4-5% di anni fa. Meglio cercare di gestirlo in modo più intelligente dell'attuale, penseranno. Credo che il porcellino mediti subito la rivincita con un'azione più incisiva contro Draghi, una volontà di condizionarne le scelte che nell'ultimi due mesi era in effetti riuscita, almeno in parte. Un anno di campagna elettorale per il campione della fuffa. Non ha capito che il 4 febbraio finisce il semestre bianco, che Draghi ora ha ben chiara la sua posizione, che ha le spalle coperte nel modo migliore e che tornerà a fare il Drago più di prima. Ora c'è da scegliere e non si può più temporeggiare. (Almeno così io mi auguro per tutti noi e le generazioni dopo di noi).
Forza Italia è in movimento. E' un partito che sente di perdere giorno dopo giorno il suo fondatore e dopo il mancato blitz del nano/presidente cercherà collegamenti al centro in quel gruppo che comprende Toti, altri vecchi DC, e trasformisti come Calenda e Renzi che, sia pure con parabole di diversa direzione (ascendente il primo, discendente il secondo) comprendono che solo l'unione fa la forza. La strategia opportunistica di Renzi che teorizza di essere quel peso che, seppur leggero, può far prevalere il piatto della bilancia voluto potrebbe essere adottata da questa estesa nuova DC che in parlamento si barcamenerà tra il polo di destra e quello progressista dettando sempre legge. Questo se la Lega non cambia politica e cerca di trattenere Forza Italia vicino a sé, decidendo anche di entrare nel partito popolare europeo. Tutto da vedere. In ogni caso, qualsiasi eventualità mi fa una gran paura.
FRONTE PROGRESSISTA: il PD esce vincitore, ma non può cantar vittoria. L'aplomb del suo leader è stato sicuramente un atteggiamento migliore del teatrino di Conte, per non parlare di quello dall'altra parte, ma il partito conta troppi renziani e troppe correnti. Storicamente, da 30 anni nell'erede del PCI ci sono troppi galli nel pollaio e sono galli che non stanno zitti e buoni, ma vogliono essere protagonisti beccandosi un giorni sì e un giorno sì lo stesso. Il partito appoggerà il governo mantenendo l'immagine di affidabilità che gli ha consentito di assorbire le emorragie di consensi dovuti alle scissioni.
M5S è un gran rebus. Può succedere di tutto. Notoriamente le elezioni presidenziali acuiscono sempre le agitazioni interne, ma questa volta la lotta è aperta e appare senza quartiere. E' anche poco interpretabile. Di Maio è stato un forte sostenitore di Conte nell'acceso scontro con Grillo contribuendo poi alla (formale) riappacificazione. Da settimane, però, sembra operare per una vera lotta di potere. Perché? La linea politica sembrava segnata e vedeva il consenso di entrambi: appoggio al governo e appartenenza al fronte progressista (addirittura si parlava di adesione al gruppo socialista in Europa). Ma i sondaggi, settimana dopo settimana, parlano a sfavore e l'investimento su Conte non sembra più produttivo come doveva essere. Conte non è più quello che aveva l'enormità dei consensi tra gli italiani, addirittura sorpassato nell'ultimo sondaggio di una settimana fa da Letta. Oltre a ciò l'ombra di Di Battista è lì, sempre presente, appoggiata da una figura come Travaglio che ha un forte ascendente su tutto il movimento. Travaglio appoggia Conte come figura e osteggia Draghi con tutto il suo governo. Scrive contro Berlusconi, Salvini, ma in ugual misura contro il PD. Per sapere cosa sta succedendo nel M5S bisognerebbe prima sapere dove vuole andare a parare Travaglio.
Mancherà un'altra gamba al tavolo a tre gambe del fronte progressista, oltre a quella della sinistra della quale non si vede che l'indistinto, debole, brusio dei partitini più o meno di governo, più o meno massimalisti?
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il clone
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Re: L'angolo del clone

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POLITICA 1: IL DISCORSO DEL PRESIDENTE
Costretto in casa dal covid di Spirit (un c'aveva una sega, ma ipocondriaco com'è scianguinava dalla paura) nho seguito tutto il discorso: bello, molto bello e significativo. Senza la solita facile retorica e i luoghi comuni che quasi per prassi vengono enunciati, ha svariato su tutti gli argomenti, facendolo anche nel rispetto super partes del suo ruolo, in particolare quando ha denunciato l'abuso dei decreti legge e delle richieste di fiducia che non hanno permesso al parlamento di esprimere pienamente la propria funzione. I 55 applausi e le standing ovation sono indubbiamente una manifestazione di facile, comoda ipocrisia, ma alcuni passaggi li meritavano veramente. Oltre ai temi dell'immigrazione, ha poi corredato con 12(15?) enunciazioni di DIGNITA tutta la serie di diritti che il potere legislativo ed esecutivo a cui si rivolgeva dovrebbero provvedere a far rispettare. Se li valutiamo uno per uno si comprende che tutti appartengono a una visione progressista della società. E' stata veramente l'indicazione di un percorso da seguire e mi auguro che chi di dovere ne tenga conto. Non riuscendo l'operazione rinnovamento, l'usato a cui il parlamento si è rivolto è certamente un usato sicuro.

POLITICA 2: IL GRANDE CENTRO
Le elezioni presidenziali hanno sconvolto il quadro politico rompendo i fragili equilibri che esistevano all'interno delle coalizioni e nell'ambito degli stessi partiti. La guerra armata e quella di posizione occuperà il palcoscenico per gran parte del tempo che ci separa dalle elezioni politiche, con un primo anticipo nelle amministrative di primavera. Quello che appare in questi primi giorni di decantazione è la volontà di creare una coalizione di centro con tutte le caratteristiche di una nuova DC. Protagonista di questa strategia non poteva che essere colui capace di far valere 10 volte di più l'insignificante consenso elettorale di cui dispone: il Rignanese. L'alleanza con Toti e company appare il primo passo di quella che potrebbe allargarsi da una parte alla Bonino e a Calenda (a loro volta federati insieme) e dall'altra a Forza Italia, qualora il nano decidesse di mollare la destra popul-fascista, dove risulta fortemente minoritario (anche se con in mano il pallino di rappresentare l'immagine più accettabile da parte della UE) e di rifondare con tutta la baracca una coalizione che sarebbe minoritaria, ma decisiva nel contesto parlamentare. La nuova DC, in linea con lo stile doroteo dei suoi padri fondatori, si riserverebbe sempre il potere decisionale condizionando con il suo appoggio chi sta a sinistra (D-LEU-verdie M5S) o a destra (Lega-FDI). Il Rignanese e il nano insieme sarebbero una coppia micidiale per ogni speranza di BUONA POLITICA. Purtroppo, le cose possono andare proprio in questo senso dal momento che nei giallorossi i dubbi e le tensioni sono aumentate esponenzialmente (così come le fratture che si sono create a destra, ma si sa che da quelle parti le fratture si saldano sempre nel momento della necessità: non possiamo confidare in esse). TUTTO DIPENDE DALLA LEGGE ELETTORALE. Appare chiaro che, dopo l'avvenuta riduzione dei parlamentari, il Rosatellum necessita, anche per motivi tecnici, di un adeguamento che, pur promesso da M5S, non è mai stato varato. Come sarà, se ci sarà? Tutto il centro vuole il proporzionale, ma anche i giallorossi finiranno per orientarsi in quella direzione. Con il proporzionale, M5S sarà libero dall'abbraccio forzato con il PD, che può risultare per lui elettoralmente fatale, e aprirsi a una platea più trasversale come negli anni passati, delegando l'appoggio in parlamento a questione per questione, a seconda di come si concili con il proprio credo. Un ritorno alle origini, alla propria identità, che si sposerebbe con quanto sostenuto da Dibba e da Travaglio. Il PD potrebbe rifugiarsi nel proporzionale proprio in ragione della impossibilità di creare un fronte coeso giallorosso. In quelle condizioni, il Rosatellum potrebbe consegnare il paese alle destre. Con il proporzionale tutto potrebbe succedere e comunque sarebbe una difesa più forte. A destra vorrebbero restare così, ma se il parlamento vuole, la legge si fa.
In ogni caso, se non ci sarà più lo schieramento giallorosso, saranno cazzi acidi. Prepariamoci a veder vincere i verde-nero o la nuova piccola, ma infida balena bianca.
E pensare che il pericolo di morire democristiani sembrava ormai lontano.

POLITICA 3: L'ERETICO
Sono rimasto basito: le affermazioni del Gaucho davanti a una vasta platea (oltre il 25% dello share) sono state sorprendenti. Ha iniziato con luoghi comuni (sempre comunque bene che siano ribaditi) quali la difesa dell'immigrazione, senza porre veli sulla tragedia che colpisce questa gente nel percorso prima di affrontare il mare (perciò anche nei campi di raccolta libici) e sulle responsabilità della UE nello scaricare il peso dell'accoglienza solo sui paesi di prossimità, ma poi ha definito il Clericalismo "criminale". Una bomba gettata addosso a quella parte della struttura e dei fedeli reazionaria e ostile alla politica di rinnovamento che sta perseguendo. Poco dopo, riferito alla sofferenza dei bambini, argomento che ha tirato in ballo lui, ha cancellato un dogma teologico, quello dell'Onnipotenza di Dio. Ha detto che non è possibile, non è accettabile, che i bambini soffrano. Loro non hanno nessuna colpa. "Ciò succede perché Dio è Onnipotente solo nel bene, mentre nel male interviene l'altra forza che HA IL POTERE DI CONTRASTARLO E anche di VINCERLO. Il concetto di Onnipotenza, per definizione stessa, viene perciò abbattuto, confinandolo, come buttando la palla in fallo laterale, soltanto al bene. Eretico: un concetto eretico che meglio si adatta alla realtà della vita terrena. Insomma, una rivoluzione. Rispondendo a una domanda di Fazio sull'amicizia ha detto con un velo di ironia (a parer mio) che, a differenza dei pontefici che lo hanno preceduto, lui non è santo come sono stati fatti loro e perciò ha amici in terra; pochi ma buoni. Alla domanda su cosa sognava da piccolo ha risposto che voleva fare il macellaio. Nel silenzio stupito di Fazio e dello studio, ha spiegato che vedeva il macellaio da cui si servivano i genitori riporre tanti soldi nella busta che portava in vita. Lui sognava di fare il macellaio per diventare ricco.
Il gaucho non è uno stupido ed è consapevole che con queste affermazioni aumenta ancor di più il solco con la struttura a lui ostile della Chiesa e della platea di fedeli reazionaria e bigotta, Lo fa abbattendo l'ipocrisia dei luoghi comuni, dell'immagine di un pontefice che sta a mezza strada tra l'entità divina e gli esseri umani. Lo fa consapevolmente: vuole accostarsi alla gente, al loro livello.
Le reazioni dei media di destra diranno qualcosa di più su questo tentativo. Da quanto sarà bocciato, accusato, SCOMUNICATO, da parte di chi mantiene la visione ORTODOSSA della Chiesa, sovrastruttura lontana dal mondo vissuto della gente normale, si comprenderà il successo del suo tentativo che sicuramente avvicina di più a una visione progressista tanta gente della società civile impegnata in modo religioso al sostegno della povera gente. Il messaggio di Cristo non era di destra: la Chiesa dei potenti nel corso dei secoli l'ha fatto diventare.
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il clone
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Re: L'angolo del clone

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CALCIO: LA RIPARTENZA
Pronti e via, finalmente dopo 55 giorni. La squadra si è rinforzata nel settore più nevralgico, quel centrocampo che spesso aveva difettato di capacità filtrante e di schemi propulsivi. Luci è Luci: una garanzia come giocatore e come uomo. E' però chiaro che si gioca sempre 11 contro 11 e che per vincere è necessario sbloccare il risultato. La vittoria non viene assegnata in automatico perché ci chiamiamo Livorno e giochiamo contro un Fucecchio qualsiasi. Va sudata sempre e comunque. Ne usciamo delusi sia per il risultato che per il NON gioco. E' una delusione legittima, ma vanno considerate le attenuanti che qui non ripeto, tanto le conosciamo tutti, e forse anche un eccesso di entusiasmo che ora si sente tradito.
Vedremo domenica se abbiamo perso condizione fisica (ma forse perché è stato deciso di procedere con un ritocco di preparazione che ci farà essere pimpanti in primavera, nel momento decisivo) o se è stato soltanto un incidente di percorso. Fiducia nella società, prima di tutto e di tutti.
POLITICA 1: IL DRAGO RUGGISCE (si può dire così?)
Chissà se veramente voleva salire al Quirinale, se non gli interessava, se non gli interesserà tra un anno, se effettivamente il NIET al proseguimento a Palazzo Chigi è un vero rifiuto o alla... Mattarella, anche se quest'affermazione è ingenerosa nei confronti del presidente. In ogni caso, ora, finito il semestre bianco, non è più ricattabile e può imporre la propria politica: chi non l'accetta sa che facendo cadere il governo pagherebbe un dazio elettorale troppo pesante. L'ultima conferenza stampa fa presagire la volontà del Drago di perseguire su questa strada e aver posto in modo così plateale l'accento sulle conseguenze di decisioni superficiali (mancanza di adeguati vincoli per l'accesso ai vari superbonus), sulla condotta di politiche che cerchino il consenso, senza restituire al paese un reale beneficio, sembra quasi voler dimostrare ai partiti l'inadeguatezza del loro contesto politico.
Risolto il problema della vaccinazione di massa, superata la fase più critica della pandemia, il governo si trova ora di fronte a ostacoli comunque terribili che accompagnano il lungo percorso necessario per ottenere i vaini del Recovery found. Mettere in atto tutte le guide linea delle leggi necessarie richieste dal protocollo europeo è molto più difficile che farne accettare il principio, così come è successo nell'anno scorso. La crisi energetica ci coglie più impreparati e privi di difesa rispetto alle altre grandi nazioni, essendo il nostro un paese privo di abbondanza di materie prime (oltre che esser un paese che ha rifiutato il nucleare e ostacolato una politica di ricerca e di sviluppo, vedi TAP). La crisi Ucraina può rendere fuori controllo lo spread e questo, unitamente alla crisi energetica, all'aumento vertiginoso dell'inflazione possono ripercuotersi sullo sviluppo, minando il trend positivo. Ora come mai occorre una politica decisa, oculata, una politica programmatica di larghe vedute.
La possono sviluppare i partiti? Questi partiti? E' necessario che scriva la risposta? Solo il Drago, facendo il drago, può farlo.
POLITICA 2: STELLE CADENTI
Grillo, Di Maio, Di Battista che si defila, ma spuntano le stelline Raggi e Appendino, precedendo l'apparire della stella Conte che diventa sempre più fulgida. Il covid l'ha messo alla frusta, ma in quell'occasione ha dato il meglio di se stesso: diamone atto. A braccetto con lui, culo e camicia l'ex bibitaro diventato prima vice premier poi ministro degli esteri (non sapeva del Cile di Allende e non conosceva l'inglese, ma diamo atto anche a lui che ha studiato come un pazzo fino a raggiungere una sufficiente credibilità). La caduta del Conte 2 e l'avvento del Drago ha rotto il movimento, creando uscite in varie direzioni. La disputa con Casaleggio ha comportato, suo malgrado, un ruolo di protagonista a quel Crimi che aveva trattato di merda Bersani. Altri tempi? Sì, ma la mancanza di luce del personaggio resta costante. Poi Grillo ha litigato con Conte, Di Maio ha fatto da paciere tra i due e tutto sembrava risolto, pur con un rapporto di forza all'interno del movimento diviso tra il leader della lotta alla pandemia e all'ex bibitaro. Le elezioni hanno fatto precipitare il labile equilibrio tra i due e ora sono tutti contro tutti. Di Maio si vede con la Raggi e Appendino, Grillo mantiene Conte, Crimi ritorna provvisoriamente al suo ruolo, mentre Dibba si fa sentire pensando di riaggregare i fuoriusciti (e tanti altri) intorno a lui.
Cosa succederà? Comunque vada non sarà un successo per il movimento, per i suoi sostenitori e per lo sperato fronte progressista di cui è un componente fondamentale.
Stelle cadenti. Speriamo che ritrovino la luce per brillare magari in un modo meno qualunquista di prima, rinforzando le istanze di quel fronte che lotterà contro l'armata popul-fascista.
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il clone
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Re: L'angolo del clone

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CALCIO: LUCI... NEL BUIO
Smentite le previsioni di quasi tutti noi (siamo sinceri) che ci aspettavamo una grande prestazione, una prestazione in linea con l'organico di lusso che abbiamo. Le premesse c'erano tutte: campo largo e in PERFETTO stato (veramente bello anche a vedere; che tristezza pensare in quale categoria si gioca con un campo simile). Vento quasi assente, utile per rinfrescare un po' il clima evitando un caldo di anticipo primavera, e un avversario che gioca, lasciando giocare. Squadra al completo e imbarazzo della scelta per l'allenatore. Rientra Apolloni, schierato mezzala a sinistra, e Frati dietro al Toro e a Ferretti (ma i tre spesso variano posizione per cercare spazi e corridoi). Per finire un TIFO INCESSANTE dal primo all'ultimo minuto. Complimenti alla curva.
Insomma, tutti i fattori giusti per fare bene, ma... Se si guarda il risultato (che poi è la cosa che conta) tutto bene: si è vinto. Un lancio al volo illuminante di Luci nel corridoio per Vantaggiato che, pur non essendo svelto come i difensori del Picchi, è riuscito a toccare di punta quel tanto per far passare la palla sotto le gambe (?) del portiere in uscita. Il passaggio di Luci un vero lampo in un grigiore generale; un grigiore tendente al buio. Luci è stato sicuramente il meglio in campo e non solo per l'assist, ma anche per la nota capacità di recuperare i palloni e cercare nello stesso tempo l'impostazione. Un vero baluardo che ha stentato a trovare la posizione nel primo quarto d'ora (e i compagni a trovare lui), andando poi sempre in crescendo. Ma allora, cos'è che è mancato? Perché non riusciamo a fare gioco con tutti i nomi che abbiamo?
Cerco di fare l'avvocato del diavolo: la linea difensiva del Picchi ha una grande capacità di gioco: gli esterni e i due centrali hanno capacità tecniche invidiabili, da centrocampisti. Portano avanti la palla, si liberano dell'uomo con finte o con scatti di incredibile agilità e servono alla perfezione i centrocampisti o l'uomo libero sulle fasce. Il N°8 di loro è tanta roba: simile al nostro Apolloni, come lui anche svelto e inesauribile. Pungenti anche il 7 e l'11, deludente, abulico il 10, Neri, il più bravo e pericoloso, oggi quasi assente (per fortuna). Scrivo questo non perché devo fare l'analisi del Picchi, anziché quella del Livorno, ma perché voglio ribadire che è inutile confrontare i nomi. Sul campo ci sono sconosciuti abili quanto i nostri e in certi casi anche più. Tutta la linea difensiva del Picchi è migliore di quella nostra. Magari è più leggera, forse più perforabile in certe occasioni, ma permette di far partire l'azione e di tenere palla come a noi non riesce. E questo è UN MOTIVO FONDAMENTALE della nostra povertà di gioco. Mettiamoci poi un altro fattore che non riesco a spiegare: noi siamo professionisti a tutti gli effetti, coccolati, verificati nei rendimenti con tutte le migliori attrezzature negli allenamenti, mentre gli altri sono quasi (scrivo quasi per non esagerare) dopolavoristi, PERO' LORO CORRONO COME MATTI TUTTA LA PARTITA E HANNO UN'AGILITA' CHE CI SOGNIAMO. Vale per il Picchi, così come per il Fucecchio. Non è casuale.
Vorrei che qualcuno spiegasse il perché, ma senza buttarla lì, tanto per dire qualcosa. Comunque, a parte questi fattori che sono fondamentali, una cosa è sicura: Luci illumina, è un baluardo, ma deve avere intorno altri centrocampisti che CREINO SINERGIA, SIANO COMPLEMENTARI alle sue caratteristiche. Io lo sapevo che Apolloni (un cocchino mio e di Spirit) non rende come mezzala. Lo capisce anche lui che poi comincia a vagare nel campo cercando una posizione più congeniale (da sinistra è poi andato a destra, tornato a sinistra e, nel secondo tempo, talvolta è partito addirittura da dietro.
NO!!! Apolloni deve giocare trequartista DIETRO LE DUE PUNTE. E' il migliore in quel ruolo e deve essere schierato lì. Punto!!! A fianco di Luci ci vuole Gargiulo e un altro che non abbiamo. Per il gioco delle quote va bene Pecchia (o Nunzi se vogliamo essere più offensivi).
Le punte oggi non sono giudicabili perché hanno ricevuto solo palloni sporchi. Credo che dobbiamo schierare uno rapido (Frati o Torromino) e uno di peso (Ferretti o Vantaggiato)

PS oggi in curva c'era metà consiglio d'amministrazione del forum. Mi sono incontrato con loro conoscendo uno degli irriducibili avversari di Spirit, quel Dattero che lo fa sempre "travagliare". A me Dattero è sembrato una persona di morto in gamba, giudizio che spesso non spendo per "l'originale" di cui sono copia. Comunque tanto furbo un deve essere neanche lui, al pari di Piazza e Baldo (che già conoscevano Spirit) perché mi hanno scambiato per SPIRIT. Come si fa a scambiare un CLONE per un ESSERE UMANO!
Un saranno scemi, ma quelli furbi son diversi...

Non ho più batteria. I messaggi politici a domani.
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Re: L'angolo del clone

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Ciao clone. Dinne a Spirit che mi ha fatto piacere conoscere un altro fratello amaranto. La politica resterà campo di confronto ma di sicuro il Livorno non ci dividerà mai.
Cianciua ci fai veni' l'antua
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piazza
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Re: L'angolo del clone

Messaggio da piazza »

Boia Maria De Filippi ci fa una sega…😂
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zanardi
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Re: L'angolo del clone

Messaggio da zanardi »

la prossima volta mi faccio vedè più spesso al bar, capace vi trovo tutti lì :D
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Dattero
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Re: L'angolo del clone

Messaggio da Dattero »

zanardi ha scritto: lun 21 feb 2022, 6:59 la prossima volta mi faccio vedè più spesso al bar, capace vi trovo tutti lì :D
Vieni pure tanto offre Spirit
Cianciua ci fai veni' l'antua
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