Consumismo
Inviato: ven 22 gen 2021, 11:09
Questo scrive oggi Michele Serra nell'AMACA, la sua rubrica quotidiana su Repubblica.
La ressa di giovani consumatori per accaparrarsi un nuovo modello di scarpe è uno spettacolo penoso già in tempi normali. Sotto pandemia lo è molto di più, per ragioni così ovvie che non vale neppure la pena ripeterle. È una specie di autocertificazione che l'estinzione della specie umana non è un'ipotesi, ma una certezza.
Spesso prevale, nella valutazione di questi fenomeni, una specie di pasolinismo minore, eh poveracci, è il degrado delle periferie, che devono fare, nessuno li pensa, nessuno si batte per loro. Dimenticando che Pasolini, per quel popolo servo, e traditore di se stesso, ebbe parole furiose; che molti di questi apparenti figli di nessuno, e vale anche per gli ultras di calcio, hanno invece mamma e babbo, la pancia piena, e sono piccolo-borghesi con dei soldi in tasca, non proletari. Infine, dimenticando che anche a Scampia, e nelle periferie più disgraziate, e nel fondo del fondo della società, ci sono librerie, e prodigiosi insegnanti, e volontari ammirevoli, e accoglienza. Un margine di scelta, tra essere servi e avere dignità, già esiste, per chi voglia notarlo.
Dunque mi chiedo quanto valga, quanto serva, politicamente parlando, pedagogicamente ragionando, compiangere queste comparse del sistema, piuttosto che dire loro: siete degli idioti, siete dei burattini, siete i funzionari minimi della dittatura consumista. Non è in nome del nostro senso estetico, che vi chiediamo di smetterla. È nel nome del vostro ultimo barlume di speranza.
Io il clone l'ho avvezzato bene. Niente consumismo: regime spartano. E alla fine lui, brontolando un po', si è abituato.
La ressa di giovani consumatori per accaparrarsi un nuovo modello di scarpe è uno spettacolo penoso già in tempi normali. Sotto pandemia lo è molto di più, per ragioni così ovvie che non vale neppure la pena ripeterle. È una specie di autocertificazione che l'estinzione della specie umana non è un'ipotesi, ma una certezza.
Spesso prevale, nella valutazione di questi fenomeni, una specie di pasolinismo minore, eh poveracci, è il degrado delle periferie, che devono fare, nessuno li pensa, nessuno si batte per loro. Dimenticando che Pasolini, per quel popolo servo, e traditore di se stesso, ebbe parole furiose; che molti di questi apparenti figli di nessuno, e vale anche per gli ultras di calcio, hanno invece mamma e babbo, la pancia piena, e sono piccolo-borghesi con dei soldi in tasca, non proletari. Infine, dimenticando che anche a Scampia, e nelle periferie più disgraziate, e nel fondo del fondo della società, ci sono librerie, e prodigiosi insegnanti, e volontari ammirevoli, e accoglienza. Un margine di scelta, tra essere servi e avere dignità, già esiste, per chi voglia notarlo.
Dunque mi chiedo quanto valga, quanto serva, politicamente parlando, pedagogicamente ragionando, compiangere queste comparse del sistema, piuttosto che dire loro: siete degli idioti, siete dei burattini, siete i funzionari minimi della dittatura consumista. Non è in nome del nostro senso estetico, che vi chiediamo di smetterla. È nel nome del vostro ultimo barlume di speranza.
Io il clone l'ho avvezzato bene. Niente consumismo: regime spartano. E alla fine lui, brontolando un po', si è abituato.