Omicidio Chimenti

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il clone
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Omicidio Chimenti

Messaggio da il clone »

Era sul Fatto, l'ha fatto vedere al TG3 regionale e probabilmente tra poco a granducato. Dopo 19 anni hanno scoperto gli assassini di Alfredo Chimenti, detto "cacciavite" sin da bambino. Fu ucciso nel 2002 a 47 anni a colpi di pistola in piazza Mazzini. Stava rientrando a casa, uno stabile tra la Stuzzicheria di mare e il bar Sirena, dove abitava sin da bambino.
Non frequentava certo ambienti tranquilli, ma si capiva com'era sin dalla sua adolescenza. Mi trasferii in piazza Mazzini quando ero in terza elementare. In quei tre anni fino alla prima media dopo la scuola mangiavo e scendevo in Piazza. All'epoca si giocava e ci si frequentava così, non facendo gli sport come ora. Il primo giorno lo ricordo sempre: era un pomeriggio, stavo sulla bicicletta e mangiavo un ghiacciolo. A un certo punto un bimbetto viene verso di me. Aveva i capelli crespi, lineamenti marcati. Sembrava il personaggio di "Natale", se lo ricordate, nel film "Mary per sempre". Aveva un anno meno, era più basso e tarchiato al punto giusto Sembrava un torellino. Avrei capito che era forte e prepotente. Non potevi giocare a nulla, a figurini, a tappini, a pallone, perché imbrogliava sempre. Quel giorno, ancora non mi conosceva, si avvicinò e mi disse di dargli il ghiacciolo. Lo guardai stupito: ero un bambino nervoso e prepotente anch'io, ma avevo ricevuto altri principi educativi. Mi misi a ridere. Da quel momento mi prese di mira. Era il capo della banda di ragazzini di piazza Mazzini. Capo riconosciuto da tutti, e ben presto arrivammo a scozzarci. Successe due volte: non ero sicuro di vincere il duello. Non sentivo dentro di me la sua cattiveria e capivo che quella poteva fare la differenza. Ebbi fortuna in entrambi le occasioni: riuscii a stenderlo a terra tenendogli le mani. A quel punto non sapevo cosa fare. Pensavo che fosse sufficiente per terminare il combattimento, la lotta che stavamo facendo. Nella seconda occasione, dopo che mi ero alzato, mi prese alle spalle, ma riuscii, chissà come, a tornare nella situazione di prima. Stavolta appoggiai il ginocchio sul ventre e lui si arrese.
Ho sempre pensato che se fosse riuscito a trovarsi al posto mio mi avrebbe sciagattato senza pietà. Da quel giorno aguzzai la vista: temevo un agguato di tutta la banda e non vivevo bene. Poi, in prima media, trovai amicizie al bar sportivo e lasciai la piazza. Niente più pallone e altri giochi. Cominciava la stagione delle bimbe.
Purtroppo, Alfredo ha proseguito quel modo di essere espresso sin da bambino fino al punto di dar noia a organizzazioni più grandi di lui. Ha fatto una brutta fine, ma oggi hanno almeno trovato gli assassini.
Gli mando un ricordo, anche se tardivo.
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piazza
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Re: Omicidio Chimenti

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il clone ha scritto: lun 13 set 2021, 20:50 Era sul Fatto, l'ha fatto vedere al TG3 regionale e probabilmente tra poco a granducato. Dopo 19 anni hanno scoperto gli assassini di Alfredo Chimenti, detto "cacciavite" sin da bambino. Fu ucciso nel 2002 a 47 anni a colpi di pistola in piazza Mazzini. Stava rientrando a casa, uno stabile tra la Stuzzicheria di mare e il bar Sirena, dove abitava sin da bambino.
Non frequentava certo ambienti tranquilli, ma si capiva com'era sin dalla sua adolescenza. Mi trasferii in piazza Mazzini quando ero in terza elementare. In quei tre anni fino alla prima media dopo la scuola mangiavo e scendevo in Piazza. All'epoca si giocava e ci si frequentava così, non facendo gli sport come ora. Il primo giorno lo ricordo sempre: era un pomeriggio, stavo sulla bicicletta e mangiavo un ghiacciolo. A un certo punto un bimbetto viene verso di me. Aveva i capelli crespi, lineamenti marcati. Sembrava il personaggio di "Natale", se lo ricordate, nel film "Mary per sempre". Aveva un anno meno, era più basso e tarchiato al punto giusto Sembrava un torellino. Avrei capito che era forte e prepotente. Non potevi giocare a nulla, a figurini, a tappini, a pallone, perché imbrogliava sempre. Quel giorno, ancora non mi conosceva, si avvicinò e mi disse di dargli il ghiacciolo. Lo guardai stupito: ero un bambino nervoso e prepotente anch'io, ma avevo ricevuto altri principi educativi. Mi misi a ridere. Da quel momento mi prese di mira. Era il capo della banda di ragazzini di piazza Mazzini. Capo riconosciuto da tutti, e ben presto arrivammo a scozzarci. Successe due volte: non ero sicuro di vincere il duello. Non sentivo dentro di me la sua cattiveria e capivo che quella poteva fare la differenza. Ebbi fortuna in entrambi le occasioni: riuscii a stenderlo a terra tenendogli le mani. A quel punto non sapevo cosa fare. Pensavo che fosse sufficiente per terminare il combattimento, la lotta che stavamo facendo. Nella seconda occasione, dopo che mi ero alzato, mi prese alle spalle, ma riuscii, chissà come, a tornare nella situazione di prima. Stavolta appoggiai il ginocchio sul ventre e lui si arrese.
Ho sempre pensato che se fosse riuscito a trovarsi al posto mio mi avrebbe sciagattato senza pietà. Da quel giorno aguzzai la vista: temevo un agguato di tutta la banda e non vivevo bene. Poi, in prima media, trovai amicizie al bar sportivo e lasciai la piazza. Niente più pallone e altri giochi. Cominciava la stagione delle bimbe.
Purtroppo, Alfredo ha proseguito quel modo di essere espresso sin da bambino fino al punto di dar noia a organizzazioni più grandi di lui. Ha fatto una brutta fine, ma oggi hanno almeno trovato gli assassini.
Gli mando un ricordo, anche se tardivo.
https://www.fanpage.it/attualita/risolt ... di-bische/

Era lo zio di due miei cari amici.
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piazza
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Re: Omicidio Chimenti

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Plinio
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Re: Omicidio Chimenti

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Io c’ho giocato a carte al bar Sirena.
Era uno che un sentiva cazzi e un voleva mosche sul naso.
Per tenerlo bono gli hanno dovuto spara’.
Respect
Quando scenderai
in campo un grido
s' alzera' nel cielo
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