A guidare la società c'è Joel Esciua, broker di origini brasiliane, che in estate ha rilevato la società da Paolo Toccafondi, patron protagonista della rinascita dopo le tristi vicende legate alla disastrosa gestione della famiglia Spinelli.
L'estate è trascorsa scandita dalle roboanti promesse del manager carioca ma giunti all'inizio del campionato resta più di una perplessità e le promesse si sono perse nel vento senza essersi concretizzate in atti ufficiali.
La squadra è stata allestita con colpevole ritardo dal redivivo DS Pinzani, tornato all'ovile dopo il disastro combinato da queste parti due anni prima ma nella serie inferiore. L'allenatore è l'ormai datato e spompato Favarin, tecnico vecchio stile con il meglio della carriera ormai abbondantemente alle spalle.
La compagine amaranto, a giudizio di molti, manca di una spina dorsale forte e definita, del bomber di categoria superiore con tanti goal nei piedi non si vede neanche l'ombra ma nonostante tutto il popolo labronico invade la cittadina senese esaurendo il settore.
C'è molta curiosità e voglia di riscatto dopo due annate sportive prive di soddisfazioni e l'occasione sembra ghiotta in quanto, il girone in cui è stato inserito il Livorno, non sembra presentare ai nastri di partenza corazzate imbattibili. C'è il Grosseto, che si è mosso molto bene in sede di mercato ed altre possibili protagoniste come Pianese e Follonica, ma niente che faccia tremare le vene ai polsi.
La gara è divertente ed il Livorno fa un figurone.
Segna 4 reti subendone 1 ma soprattutto appare come una squadra votata all'attacco, esuberante da un punto di vista fisico e con un Cesarini (unica vera perla del mercato estivo) protagonista con colpi di alta scuola. Alcune imprecisioni difensive lasciano qualche dubbio ma passano in secondo piano di fronte alla vivacità offensiva.
L'inizio non poteva essere migliore e sembrano esserci tutte le premesse per un campionato da protagonisti.
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